Patto per i semila senza lavoro

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Patto per i seimila rimasti senza lavoro
Enti Pubblici e parti sociali uniti. Garantita la cassa

(5 feb) L’ampliamento e il rafforzamento della copertura degli ammortizzatori sociali per sostenere la manodopera specializzata momentaneamente ferma; lo sviluppo di politiche di attrazione di nuove imprese e nuovi settori di attività alternativi al tessile; l’appoggio delle istituzioni, del Governo in primis. Questi, in estrema sintesi, i punti da cui si articolano le misure anti crisi elaborate da Unione industriale biellese e parti sociali e portate al vaglio del tavolo ad hoc, convocato in Provincia.

E' patto per i semila rimasti senza lavoro
Uniti enti pubblici e parti sociali. Garantita la cassa


(5 feb) L’ampliamento e il rafforzamento della copertura degli ammortizzatori sociali per sostenere la manodopera specializzata momentaneamente ferma; lo sviluppo di politiche di attrazione di nuove imprese e nuovi settori di attività alternativi al tessile; l’appoggio delle istituzioni, del Governo in primis. Questi, in estrema sintesi, i punti da cui si articolano le misure anti crisi elaborate da Unione industriale biellese e parti sociali e portate al vaglio del tavolo ad hoc, convocato per la prima volta ieri in Provincia. La prima bozza del “protocollo d’intesa tra Provincia di Biella e le parti locali” potrà essere emendata e completata entro lunedì, per poi giungere ad un incontro con la Regione Piemonte nella prossima settimana. «E’ stata una riunione di lavoro importante e costruttiva - ha affermato a caldo il presidente provinciale, Sergio Scaramal - che ha messo in rilievo l’unità d’intenti dei partecipanti a predisporre un pacchetto di proposte a Regione e Governo sia per sottolineare il periodo di crisi del nostro territorio sia per riaffermare la volontà di uscirne nel più breve tempo possibile perché sono molti i progetti in piedi in questo senso».
I dati presentati all’incontro, infatti, fotografano una situazione difficile per cui è importante un’azione integrata e rapida degli interlocutori interni ed esterni al territorio. Sono una cinquantina le aziende, per un totale di circa 2000 dipendenti, che hanno superato a fine anno le 26 settimane di cassa integrazione ordinaria. Nel biennio 2008-2009 sono state presentate 389 domande di cassa integrazione in deroga per un totale di 2281 lavoratori coinvolti. Gli iscritti nelle liste di mobilità ammontano a 2059  (il 54 per cento è ultracinquantenne). Sono circa 6mila, quindi, i lavoratori ad oggi senza lavoro.
L’incontro, durato oltre due ore, ha coinvolto anche il presidente del Consorzio dei Comuni, Vittorio Barazzotto, Prefettura, Camera di commercio e i massimi rappresentanti delle organizzazioni sindacali, imprenditoriali, delle associazioni degli artigiani, dei commercianti e delle cooperative e delle banche locali.
«Il primo obiettivo è non perdere risorse umane importanti aspettando la ripresa, da qui a 12-18 mesi - afferma il segretario di Cgil Biella, Federico Trombini - senza dimenticare che la situazione del Biellese è particolare, visto che è in fase di ristrutturazione dal 2001. Basti pensare che nel 2007 le ore di cassa integrazione di Biella hanno raggiunto il monte totale del Veneto».
Chiedono un’attenzione particolare sulla micro impresa i commercianti e gli artigiani: «Non c’è solo l’industria - commenta il direttore di Confartigianato Biella, Massimo Foscale - ed è importante che il tavolo anti crisi si sia allargato a tutte le categorie. Metà delle imprese artigiane non è coperta dalla cassa integrazione e le prospettive per il 2009 non sono incoraggianti». Anche Mario Novaretti, presidente Ascom Confcommercio Biella, è della stessa idea: «Il 30% delle imprese attive nel commercio minaccia la chiusura - afferma - il che significa che 3 mila posti di lavoro sono a rischio e non godono degli ammortizzatori sociali. Ora è necessario elaborare soluzioni che vengano incontro a questi lavoratori».

Nel dettaglio, le proposte comprendono il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga, consentire il pagamento dell’indennità di cassa straordinaria con il conguaglio, la revisione dei criteri dei piani di riorganizzazione in modo che siano più flessibili. Inoltre si auspica l’incremento del trattamento di cassa integrazione ordinaria (giungendo fino a 104 settimane nel triennio anziché 52), rendere fruibile la cassa integrazione in una unica soluzione o in periodi non consecutivi, non vincolando la ripresa dell'attività dopo 13 settimane consecutive di cassa. Non solo, l’attenzione si punta anche sulle persona in mobilità proponendo di allungare la procedura e consentire agli ultracinquentenni di scivolare in pensione. Infine, figura anche l’agevolazione dello sviluppo di piani industriali di rilancio in un quadro di stretta creditizia generale con particolare attenzione alla realizzazione di progetti industriali innovativi ad alto impatto sul territorio anche da parte di aziende già insediate nella Regione: nei mesi scorsi ci sono stati segnali che meriterebbero un riscontro, di aziende interessate ad investire nonostante il quadro difficile. La bozza affronta inoltre i capitoli del contratto di solidarietà, delle politiche attive, dei fondi interprofessionali per la formazione, del fondo europeo per la globalizzazione.
laura ricardi
ricardi@primabiella.it

5 febbraio 2009

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