Paolo Gentiloni incassa la fiducia

Paolo Gentiloni incassa la fiducia
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E’ Paolo Gentiloni il successore di Matteo Renzi. Con la fiducia incassata ieri al Senato si apre ufficialmente il suo lavoro. Tra mille polemiche, soprattutto da parte dell’opposizione che chiede di andare il più in fretta possibile alle elezioni. Ed è proprio la legge elettorale uno dei punti cardine, con i gruppi parlamentari che dovranno inevitabilmente confrontarsi per arrivare a una sintesi. Ma, appena scelta la squadra di Governo, ecco la prima polemica, legata alla figura di Valeria Fedeli,neo ministro all’Istruzione. Si sono scatenate feroci polemiche sul suo titolo di studio e la modifica all’ultima ora del sito personale in proposito che hanno fatto non poco discutere. Anche le associazioni cattoliche sono sul piede di guerra. Fedeli era infatti firmataria di una proposta di legge sulle scuole di genere. Cosa che ai cattolici non va giù. Valeria Fedeli è molto conosciuta nel Biellese per essere stata la segretaria generale dei tessili Cgil. La senatrice Pd, Nicoletta Favero, sul mandato a Gentiloni, spiega: «Paolo Gentiloni è una persona sobria e seria, il volto del Pd che in questa fase assume un ruolo di assoluta responsabilità, quella che altri partiti hanno rifiutato, per compiere tutti i passaggi necessari ad arrivare al più presto alle elezioni». 

Per commentare la situazione nazionale, a seguito del voto referendario e dell’insediamento del governo Gentiloni, martedì sera si è invece tenuta l’assemblea del Partito democratico biellese nella sede di via Trieste a Biella. Il dibattito si è concentrato soprattutto su tre aspetti: il commento al risultato del voto; la durata e gli obiettivi del governo Gentiloni; il futuro congresso Partito democratico.
Alla riunione hanno partecipato militanti del Pd che hanno appoggiato in larga maggioranza il sì al referendum, ma anche alcuni che hanno votato no. «I toni anche accesi del dibattito – ha commentato Paolo Furia segretario provinciale del Pd biellese -  hanno testimoniato, almeno a livello biellese, il desiderio di ricucire lo strappo seppure nella chiarezza. Occorre senz’altro maggiore riconoscimento reciproco tra le diverse aree del partito: basta dipingere Renzi come il male assoluto, basta con la logica della rottamazione verso chi c’era prima. Rimanere uniti sarà possibile se si ricostruiscono le regole elementari dello stare in un partito». 
E.P.

E’ Paolo Gentiloni il successore di Matteo Renzi. Con la fiducia incassata ieri al Senato si apre ufficialmente il suo lavoro. Tra mille polemiche, soprattutto da parte dell’opposizione che chiede di andare il più in fretta possibile alle elezioni. Ed è proprio la legge elettorale uno dei punti cardine, con i gruppi parlamentari che dovranno inevitabilmente confrontarsi per arrivare a una sintesi. Ma, appena scelta la squadra di Governo, ecco la prima polemica, legata alla figura di Valeria Fedeli,neo ministro all’Istruzione. Si sono scatenate feroci polemiche sul suo titolo di studio e la modifica all’ultima ora del sito personale in proposito che hanno fatto non poco discutere. Anche le associazioni cattoliche sono sul piede di guerra. Fedeli era infatti firmataria di una proposta di legge sulle scuole di genere. Cosa che ai cattolici non va giù. Valeria Fedeli è molto conosciuta nel Biellese per essere stata la segretaria generale dei tessili Cgil. La senatrice Pd, Nicoletta Favero, sul mandato a Gentiloni, spiega: «Paolo Gentiloni è una persona sobria e seria, il volto del Pd che in questa fase assume un ruolo di assoluta responsabilità, quella che altri partiti hanno rifiutato, per compiere tutti i passaggi necessari ad arrivare al più presto alle elezioni». 

Per commentare la situazione nazionale, a seguito del voto referendario e dell’insediamento del governo Gentiloni, martedì sera si è invece tenuta l’assemblea del Partito democratico biellese nella sede di via Trieste a Biella. Il dibattito si è concentrato soprattutto su tre aspetti: il commento al risultato del voto; la durata e gli obiettivi del governo Gentiloni; il futuro congresso Partito democratico.
Alla riunione hanno partecipato militanti del Pd che hanno appoggiato in larga maggioranza il sì al referendum, ma anche alcuni che hanno votato no. «I toni anche accesi del dibattito – ha commentato Paolo Furia segretario provinciale del Pd biellese -  hanno testimoniato, almeno a livello biellese, il desiderio di ricucire lo strappo seppure nella chiarezza. Occorre senz’altro maggiore riconoscimento reciproco tra le diverse aree del partito: basta dipingere Renzi come il male assoluto, basta con la logica della rottamazione verso chi c’era prima. Rimanere uniti sarà possibile se si ricostruiscono le regole elementari dello stare in un partito». 
E.P.

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