Ora a caccia dei Tremonti bond

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Donatelli: a "caccia"
dei Tremonti Bond

Dal presidente Uib le iniziative per salvare il Distretto
 
 

(2 mar) «In  prima linea ci siamo e ci restiamo». Dopo aver scritto al presidente del consiglio Berlusconi che il distretto biellese, fatto «di 20mila cavalli da tiro», rischia di esser cancellato dalla mappa produttiva del Paese, il vulcanico presidente degli industriali biellesi, Luciano Donatelli (nella foto durante l'intervista di una tivù olandese), non molla: tra un dibattito su Rainews 24 («qualcuno ha criticato il mio inconsueto atteggiamento aggressivo, ma tant’è, era uno sfogo»),  un’intervista a La7 (che si vedrà l’8 marzo) e un’altra alla tivù olandese, venerdì pomeriggio era a Milano dove, con Emma Marcegaglia, Paolo Zegna e Michele Tronconi, ha fatto il punto della situazione successivo all’incontro di Smi con il ministro Scajola  e  al “Textile day” di Biella del giovedì.  «La priorità dalla tripla A - dice - è il credito e ora dobbiamo andare all’“attacco” dei  Tremonti Bond per ottenere ciò che serve dalle banche. Proprio lunedì (oggi, ndr), grazie all’aiuto di Gildo Zegna,  incontrerò i vertici di uno dei più grandi gruppi bancari italiani che emetteranno una fetta importante di questi bond e proporrò loro un piano di aiuti per il nostro distretto con una formula innovativa che abbiamo studiato in Unione industriale».
 

Donatelli: a "caccia"
dei Tremonti Bond
Dal presidente Uib le iniziative per salvare il Distretto



(2 mar) «In  prima linea ci siamo e ci restiamo». Dopo aver scritto al presidente del consiglio Berlusconi che il distretto biellese, fatto «di 20mila cavalli da tiro», rischia di esser cancellato dalla mappa produttiva del Paese, il vulcanico presidente degli industriali biellesi, Luciano Donatelli (nella foto durante l'intervista di una tivù olandese), non molla: tra un dibattito su Rainews 24 («qualcuno ha criticato il mio inconsueto atteggiamento aggressivo, ma tant’è, era uno sfogo»),  un’intervista a La7 (che si vedrà l’8 marzo) e un’altra alla tivù olandese, venerdì pomeriggio era a Milano dove, con Emma Marcegaglia, Paolo Zegna e Michele Tronconi, ha fatto il punto della situazione successivo all’incontro di Smi con il ministro Scajola  e  al “Textile day” di Biella del giovedì.  «La priorità dalla tripla A - dice - è il credito e ora dobbiamo andare all’“attacco” dei  Tremonti Bond per ottenere ciò che serve dalle banche. Proprio lunedì (oggi, ndr), grazie all’aiuto di Gildo Zegna,  incontrerò i vertici di uno dei più grandi gruppi bancari italiani che emetteranno una fetta importante di questi bond e proporrò loro un piano di aiuti per il nostro distretto con una formula innovativa che abbiamo studiato in Unione industriale».
carta dei Tremonti Bond va giocata subito.  «E’ una leva finanziaria formidabile - spiega Donatelli - che moltiplica per 15 la dotazione. Si parla di  10 miliardi di euro di bond, il che vuol dire 150 miliardi di euro di credito erogabile. In Francia è capitato qualcosa di straordinario: prima dei bond,  cento aziende avevano chiesto credito e nessuna l’aveva ottenuto; con questa iniziativa hanno ripresentato la domanda e 60 hanno incassato. Il controllo da noi sarà demandato alla Banca d’Italia e ci sarà un mediatore banche-imprese in capo alle prefetture. E le erogazioni arriveranno sulla base di business plan e di progetti di futuro e non certo a pioggia».
Giovedì prossimo  5 marzo - conferma il presidente Uib - a Roma è previsto un tavolo ristretto col Governo sulle azioni possibili  a sostegno del sistema industriale e il 15  sarà il giorno della verità. «Oggi tutti tirano la giacca di Scajola e Tremonti - racconta Donatelli -, ma è certo che la scaletta dei tessili è presa in larga considerazione e sugli  ammortizzatori sociali è chiaro che servono quei 12-24 mesi di ossigeno per superare la crisi che non sono certo i sette anni di Alitalia».
Fra le proposte sul tappeto Donatelli ne anticipa alcune già sulla scrivania dei  ministri economici: «Primo, la crescita funzionale di  Sace, non più solo come assicuratore, ma anche come finanziatore di progetti di internazionalizzazione. Secondo, l’istituzione di un fondo di garanzia pubblica alimentato da Tfr e fondi Fas, come accade in Francia e in Germania, per consolidare il credito  soprattutto per le start up, incoraggiando la diversificazione. Terzo, la compensazione per le imposte, da portare ad almeno ad un milione di euro. E, una delle monete di scambio, potrebbe essere la patrimonializzazione delle aziende da parte degli imprenditori che ne hanno la possibilità. Non otterremo tutto di sicuro, ma  c’è un atteggiamento  positivo, anche sulla rapidità».
Questo è lo stato dell’arte. Sono giorni decisivi. «E noi restiamo in prima linea - conclude Donatelli -. Abbiamo colto nel segno con la nostra lettera a Berlusconi e al Governo, apprezzata dalla stessa Marcegaglia e dal consiglio di Confindustria, lettera che ha smosso le acque ferme fin dal 15 di dicembre ed ha aperto un fronte che deve restare unito: ha catalizzato l’azione dei distretti e di Sistema Moda Italia  sul salvataggio del  made in Italy, pena il crollo  del Paese. E per una volta siamo stati noi biellesi a giocare d’anticipo  e senza voci stonate, come ha dimostrato il “Textile day” che è stato un successo trasversale».
r.a.

2 marzo 2009

 

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