Lavoro, le imprese biellesi assumono: più del 2019
Le previsioni sulle entrate programmate da agosto a ottobre sono buone. L’incognita bollette ed energia.
Le previsioni sulle entrate programmate da agosto a ottobre sono buone. L’incognita bollette ed energia.
La situazione
Bollette da capogiro, sei volte più alte rispetto allo scorso anno. Stanno arrivando in questi giorni per i consumi elettrici di luglio e per quelli del gas. Aziende in ginocchio e la spirale è vorticosa: non si sa quando finirà. L’autunno si annuncia molto complicato per le industrie, in particolare quelle più energivore fra le quali va annoverato il tessile, ma anche per le piccole imprese come quelle del commercio, bar e ristorazione che non hanno altra arma che “caricare” parte degli oneri di gestione sui prezzi al consumo. Così chi aveva mantenuto il caffè a 1 Euro o 1 Euro e 10 centesimi non ci ha pensato due minuti a portare la tazzina a 1,10 Euro o 1,20 Euro. «E cosa dobbiamo fare? Che alternativa abbiamo? Chiudere?». Molti se lo stanno chiedendo.
Ma l’altra faccia della medaglia è il lavoro. Con mercati che continuano a tirare come l’economia fino a qualche settimana fa nonostante le pesanti turbolenze. Lo rivelano i dati recentissimi della rilevazione di Unioncamere con il sistema Anpal-Excelsior in provincia di Biella. Un’analisi che focalizza le principali caratteristiche delle entrate programmate nel mese di agosto, con uno sguardo sulle tendenze occupazionali per il periodo agosto - ottobre 2022.
Ebbene, nel Biellese ad agosto sono state programmate circa 610 entrate (nella regione Piemonte 19.500 e complessivamente in Italia circa 285.000). E qui il dato più rilevante è rappresentato dal fatto che le imprese hanno previsto 50 ingressi in più dell’agosto 2021, tutti indirizzati sull’industria. E non solo, nel trimestre fino a ottobre, questo trend è ancora più vistoso: le entrate previste sono 3.300 (+520 sull’analogo periodo 2021 che con 2.780 entrate aveva previsto circa 600 innesti più del 2020, anno funesto della prima ondata della pandemia). E con 3.300 ingressi - 1.320 per l’industria di cui 260 nell’edilizia e 1.980 nei servizi - si supera anche la soglia delle 3.100 unità dell’analogo periodo del 2019 precovid quando l’economia tirava eccome. Dunque, se la “questione energetica” trovasse una difficile stabilità, il sistema delle imprese biellesi risponderebbe bene alle sollecitazioni dei mercati e della produzione. Tant’è, l’incertezza non aiuta.
In ogni caso i numeri sono questi, con la premessa di un fenomeno ormai consolidato, cioè che il lavoro precario la fa da padrone: nel 20% dei casi infatti le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato (percentuale che sale al 40% nel settore delle costruzioni), mentre nell'80% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita). Le entrate previste si concentreranno per il 65% nel settore dei servizi e per il 58% nelle imprese con meno di 50 dipendenti; il 15% sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici (quota inferiore alla media nazionale, 17%); in 49 casi su 100 le imprese prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati; per una quota pari al 33% interesseranno giovani con meno di 30 anni; il 13% delle entrate previste sarà destinato a personale laureato; per una quota pari al 62% delle entrate viene richiesta esperienza professionale specifica o nello stesso settore.
Roberto Azzoni