Lanificio Zignone vola verso il +12% nel 2017

Lanificio Zignone vola verso il +12% nel 2017
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Un fatturato 2016 di 28 milioni di euro (trascinato dalle ottime performances in Italia, Usa, Germania, Europa dell’Est e Canada) e in aumento del +4% rispetto al 2015, un Ebitda di  3,5 milioni di euro (pari al 12% del fatturato) e investimenti in nuovi impianti per un valore pari a circa il 10% del giro d’affari: ecco la dote con cui il Lanificio Zignone, dinamica e storica azienda tessile familiare di Strona nel Biellese, si presenterà alla XXV edizione di Milano Unica  (dall’11 al 13 luglio a Fieramilano Rho) dove presenterà la nuova collezione nella quale i tessuti stretch saranno i grandi protagonisti per il prossimo  autunno-inverno 2018-‘19. Il Lanificio Zignone è parte integrante della migliore tradizione tessile italiana fin dagli inizi del Novecento quando, grazie al fondatore, Gilio Zignone, iniziò una storia fatta di passioni, competenza e continua ricerca del massimo risultato in qualità e prestazioni. Dopo un ventennio di gestione da parte del fondatore, la figlia Luisella  (presidente), insieme al cognato Giuseppe Patti (Ad) ha consolidato l’espansione del lanificio. Attualmente, sotto la guida attenta di Luisella Zignone e di Giuseppe Patti, ha preso in mano le redini dell’azienda la terza generazione familiare, con Luca Patti (responsabile produzione) e Matteo Patti (amministratore delegato).  «La spinta alla crescita - commenta proprio Matteo Patti - continua ancor più forte anche nell’anno in corso e, salvo imprevedibili avvenimenti, contiamo di arrivare alla fine di questo esercizio con un più 12% del fatturato, puntando però a crescere in modo equilibrato. Purtroppo la lana ha subito, su base annua, un aumento del 40%, percentuale che si rifletterà ovviamente nei listini creando incertezze in un mercato attualmente difficile e in forte cambiamento. La nostra filosofia è quella di continuare, comunque, a investire in innovazione, risorse umane, ricerca, creatività e sviluppo di nuovi prodotti “made in Italy”, sinonimo d’eccellenza nel mondo».

Giovanni Orso

Un fatturato 2016 di 28 milioni di euro (trascinato dalle ottime performances in Italia, Usa, Germania, Europa dell’Est e Canada) e in aumento del +4% rispetto al 2015, un Ebitda di  3,5 milioni di euro (pari al 12% del fatturato) e investimenti in nuovi impianti per un valore pari a circa il 10% del giro d’affari: ecco la dote con cui il Lanificio Zignone, dinamica e storica azienda tessile familiare di Strona nel Biellese, si presenterà alla XXV edizione di Milano Unica  (dall’11 al 13 luglio a Fieramilano Rho) dove presenterà la nuova collezione nella quale i tessuti stretch saranno i grandi protagonisti per il prossimo  autunno-inverno 2018-‘19. Il Lanificio Zignone è parte integrante della migliore tradizione tessile italiana fin dagli inizi del Novecento quando, grazie al fondatore, Gilio Zignone, iniziò una storia fatta di passioni, competenza e continua ricerca del massimo risultato in qualità e prestazioni. Dopo un ventennio di gestione da parte del fondatore, la figlia Luisella  (presidente), insieme al cognato Giuseppe Patti (Ad) ha consolidato l’espansione del lanificio. Attualmente, sotto la guida attenta di Luisella Zignone e di Giuseppe Patti, ha preso in mano le redini dell’azienda la terza generazione familiare, con Luca Patti (responsabile produzione) e Matteo Patti (amministratore delegato).  «La spinta alla crescita - commenta proprio Matteo Patti - continua ancor più forte anche nell’anno in corso e, salvo imprevedibili avvenimenti, contiamo di arrivare alla fine di questo esercizio con un più 12% del fatturato, puntando però a crescere in modo equilibrato. Purtroppo la lana ha subito, su base annua, un aumento del 40%, percentuale che si rifletterà ovviamente nei listini creando incertezze in un mercato attualmente difficile e in forte cambiamento. La nostra filosofia è quella di continuare, comunque, a investire in innovazione, risorse umane, ricerca, creatività e sviluppo di nuovi prodotti “made in Italy”, sinonimo d’eccellenza nel mondo».

Giovanni Orso

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