"Lana: tutte le strade portano a Biella"

"Lana: tutte le strade portano a Biella"
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Mai come in questa occasione è il caso scrivere che a unire Biella con l’Australia sia proprio ...un filo. Due realtà lontane, agli antipodi del mondo: eppure quel filo c’è ed è un filo di lana.

Non solo, ma di lana Merino finissima. Mike Rann, ambasciatore d’Australia, in visita la settimana scorsa nel distretto tessile più antico d’Italia, ne è davvero convinto. «La lana e l’industria laniera non sono soltanto  strumenti importanti dell’economia australiana, ma esprimono quasi il senso di appartenenza alla nostra società - spiega Mike Rann (in foto al centro, tra Pier Francesco Corcione, direttore Uib, a sinistra,  e Fabrizio Servente, global strategy advisor di The Woolmark Company), invitato a Biella da “The Woolmark Company” -. Un po’ come capita per il territorio biellese. E, se mi è consentito, quando si parla di lana e soprattutto della lana più bella e più fine, per noi australiani è quasi spontaneo rivisitare l’antico detto secondo cui tutte le strade portano a Roma, dicendo che invece tutte le strade portano a Biella».

Moda. Il dato peculiare, per l’ambasciatore Rann, è rappresentato dal fatto che il miglior abbigliamento maschile al mondo ha come denominator comune proprio il tessuto made in Biella. «Biella è il cuore pulsante di questa produzione polarizzata sulla qualità più alta. E i dati del nostro export di fibre e filati confortano questa realtà. Oggi, l’Australia esporta verso l’Asia il 78% della sua produzione (il 34% verso la Cina), ma la parte restante, ovvero quella di maggior valore, pregio e finezza, finisce invece per l’80% in Italia che, tradotto in termini tessili, significa sostanzialmente a Biella. Diciamo che questo legame tra l’Australia e Biella rappresenta il matrimonio perfetto tra  la lana migliore e il tessuto più fine».

Crescita. Rann arriva da un Paese che sta oggi entrando nel suo 25º anno consecutivo di crescita economica, a conferma anche delle potenzialità di un settore economico come quello laniero. Oggi, grazie alla politica portata avanti da “The Woolmark Company” e, soprattutto, grazie all’azione del suo Global Strategy Advisor,  Fabrizio Servente, l’immagine della lana sta tornando prepotentemente vincente dopo stagioni in cui sembrava essersi appannata. «Si tratta di un’azione strategica intelligente - commenta Mike Rann - che punta a valorizzare le qualità intrinseche della lana Merino come quelle più rispondenti al consumatore di oggi attento alla sostenibilità, biologicità e sicurezza del prodotto. Sono valori su cui anche il principe Carlo d’Inghilterra ha messo l’accento nella sua campagna a favore della lana e a supporto dei nostri produttori».
La tutela del consumatore, però, deve coniugarsi con la tracciabilità delle produzioni. Un tema che, in Europa, stenta a decollare. «Per il consumatore, la certificazione della filiera è invece molto importante - conclude Rann -. Uno dei principali motivi per cui noi supportiamo “The Woolmark Company” è proprio il fatto che questo organismo rappresenta una garanzia di qualità. Ed è per questo stesso motivo che gli allevatori e i produttori di fibre più fini lo sostengono».
Giovanni Orso

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