L’Itma record sceglie la sostenibilità

L’Itma record sceglie la sostenibilità
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MILANO - Clima positivo a Milano tra le 28 imprese meccanotessili aderenti all’Uib che partecipano a Itma 2015 (ad esse vanno poi aggiunte un’altra decina di realtà produttive locali presenti al salone). «La sensazione è quella che ci si trovi finalmente di fronte al momento della ripartenza del settore - commenta Francesca Bozzo della biellese Flainox nonché capogruppo dei Meccanici Uib - Le condizioni sono favorevoli. Certo,  recuperare quanto perso nel periodo precedente, per il meccanotessile non sarà né facile né immediato, ma il nuovo clima che si respira lascia presupporre che, nel periodo post fiera, potranno concretizzarsi occasioni favorevoli. Per questa Itma Milano, oserei parlare di una sorta di edizione di svolta che arriva in un momento propizio. Le stesse novità contenute nel disegno di Legge di Stabilità, come il maxi-ammortamento del 140% su macchinari e attrezzature nuove, se confermato potrà, infatti, essere un volano per il settore».

L’edizione di Itma apertasi giovedì a Milano, con i suoi 1.691 partecipanti da 46 diversi Paesi del mondo (454 sono gli espositori italiani) mette l’accento sulla sostenibilità con il tema “Master the art of sustainable innovation”.  Un tema che, come sottolineato da Charles Beauduin, presidente di Cematex (l’ente organizzatore della rassegna) nel corso della conferenza stampa di apertura a Fiera Milano Rho, giovedì scorso, è cruciale per l’intera filiera tessile. «L’obiettivo condiviso dalle imprese del nostro settore - ha detto, infatti, Beauduin - è quello di favorire una sempre maggior diffusione di macchinari e processi produttivi green». E di questa filosofia, certamente, si fa portatore il meccanotessile made in Biella. Il settore meccanico locale (del quale il meccanotessile costituisce la parte preponderante) ha visto il proprio export crescere del +18,1% nel primo semestre 2015. Del resto, il meccanotessile italiano è per l’84% polarizzato sull’export e i dati Acimit relativi al primo semestre dell’anno mettono in luce come l’Asia rappresenti ormai il primo sbocco, con una quota del 44%. Non solo, ma nel periodo considerato, a leggere con attenzione i dati Acimit, la Cina è stato il primo mercato ad assorbire macchinario tessile made in Italy per un valore pari a 137 milioni: il 16% dell’export complessivo.

Giovanni Orso  

Leggi di più sull’Eco di Biella di lunedì 16 novembre 2015

MILANO - Clima positivo a Milano tra le 28 imprese meccanotessili aderenti all’Uib che partecipano a Itma 2015 (ad esse vanno poi aggiunte un’altra decina di realtà produttive locali presenti al salone). «La sensazione è quella che ci si trovi finalmente di fronte al momento della ripartenza del settore - commenta Francesca Bozzo della biellese Flainox nonché capogruppo dei Meccanici Uib - Le condizioni sono favorevoli. Certo,  recuperare quanto perso nel periodo precedente, per il meccanotessile non sarà né facile né immediato, ma il nuovo clima che si respira lascia presupporre che, nel periodo post fiera, potranno concretizzarsi occasioni favorevoli. Per questa Itma Milano, oserei parlare di una sorta di edizione di svolta che arriva in un momento propizio. Le stesse novità contenute nel disegno di Legge di Stabilità, come il maxi-ammortamento del 140% su macchinari e attrezzature nuove, se confermato potrà, infatti, essere un volano per il settore».

L’edizione di Itma apertasi giovedì a Milano, con i suoi 1.691 partecipanti da 46 diversi Paesi del mondo (454 sono gli espositori italiani) mette l’accento sulla sostenibilità con il tema “Master the art of sustainable innovation”.  Un tema che, come sottolineato da Charles Beauduin, presidente di Cematex (l’ente organizzatore della rassegna) nel corso della conferenza stampa di apertura a Fiera Milano Rho, giovedì scorso, è cruciale per l’intera filiera tessile. «L’obiettivo condiviso dalle imprese del nostro settore - ha detto, infatti, Beauduin - è quello di favorire una sempre maggior diffusione di macchinari e processi produttivi green». E di questa filosofia, certamente, si fa portatore il meccanotessile made in Biella. Il settore meccanico locale (del quale il meccanotessile costituisce la parte preponderante) ha visto il proprio export crescere del +18,1% nel primo semestre 2015. Del resto, il meccanotessile italiano è per l’84% polarizzato sull’export e i dati Acimit relativi al primo semestre dell’anno mettono in luce come l’Asia rappresenti ormai il primo sbocco, con una quota del 44%. Non solo, ma nel periodo considerato, a leggere con attenzione i dati Acimit, la Cina è stato il primo mercato ad assorbire macchinario tessile made in Italy per un valore pari a 137 milioni: il 16% dell’export complessivo.

Giovanni Orso  

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