L’artigianato tiene: 5.532 imprese

L’artigianato tiene: 5.532 imprese
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Cala ancora leggermente il numero delle imprese artigiane, ma meno dell’anno scorso: -109 imprese rispetto al 31 dicembre 2014 (-252 un anno fa) attestandosi a quota 125.228, e si prevede un’inversione di tendenza nel secondo semestre 2016 anche se nel primo semestre resterà il calo. Anche i dati biellesi sono in linea: 5.532 le imprese artigiane (di cui il 40% nel settore edile), pari al 28,8% del totale sul territorio, con una stima di -10 imprese nel primo semestre 2016 e un’occupazione di 11.615 addetti fra i 6.984 autonomi e i 4.631 dipendenti.«Dati confortanti - commenta Maurizio Besana, presidente regionale di Confartigianato – perché l’emorragia si sta attenuando». Così come per l’occupazione, scesa a 258.711 unità (-14.072 rispetto all’anno precedente, di cui circa 500 posti persi nel Biellese), ma che si prevede si assesterà nel 2016.I dati sono contenuti nel tradizionale compendio di fine anno, curato dall’Ufficio studi di Confartigianato Piemonte, e restituiscono una fotografia del comparto a tinte meno fosche di un anno fa e in sostanziale tenuta. Ripresa? Sì, ma concretamente legata ad alcuni fattori essenziali: «Miglioramento dei conti pubblici, potenziamento delle infrastrutture, riduzione della pressione fiscale, iniziative di sostegno per le pmi, gli incentivi all’export ed all’innovazione tecnologica». Prosegue inoltre il calo dei prestiti all’artigianato in atto da un triennio: -0,5% nel 2015, ma in Piemonte più marcato (-86 milioni, pari al -5,2%, nel Biellese -1,7%). «Ma c’è voglia di farcela», osserva Besana.R.A.

Cala ancora leggermente il numero delle imprese artigiane, ma meno dell’anno scorso: -109 imprese rispetto al 31 dicembre 2014 (-252 un anno fa) attestandosi a quota 125.228, e si prevede un’inversione di tendenza nel secondo semestre 2016 anche se nel primo semestre resterà il calo. Anche i dati biellesi sono in linea: 5.532 le imprese artigiane (di cui il 40% nel settore edile), pari al 28,8% del totale sul territorio, con una stima di -10 imprese nel primo semestre 2016 e un’occupazione di 11.615 addetti fra i 6.984 autonomi e i 4.631 dipendenti.«Dati confortanti - commenta Maurizio Besana, presidente regionale di Confartigianato – perché l’emorragia si sta attenuando». Così come per l’occupazione, scesa a 258.711 unità (-14.072 rispetto all’anno precedente, di cui circa 500 posti persi nel Biellese), ma che si prevede si assesterà nel 2016.I dati sono contenuti nel tradizionale compendio di fine anno, curato dall’Ufficio studi di Confartigianato Piemonte, e restituiscono una fotografia del comparto a tinte meno fosche di un anno fa e in sostanziale tenuta. Ripresa? Sì, ma concretamente legata ad alcuni fattori essenziali: «Miglioramento dei conti pubblici, potenziamento delle infrastrutture, riduzione della pressione fiscale, iniziative di sostegno per le pmi, gli incentivi all’export ed all’innovazione tecnologica». Prosegue inoltre il calo dei prestiti all’artigianato in atto da un triennio: -0,5% nel 2015, ma in Piemonte più marcato (-86 milioni, pari al -5,2%, nel Biellese -1,7%). «Ma c’è voglia di farcela», osserva Besana.

R.A.

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