Industria biellese, per la produzione crescita lenta

Industria biellese, per la produzione crescita lenta
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Cresce, nel primo trimestre del 2017, la produzione industriale del manifatturiero biellese. I dati elaborati dall’Ufficio Studi di Camera Commercio Biella-Vercelli, dicono che, nel periodo gennaio-marzo 2017, la variazione tendenziale grezza della produzione industriale è stata pari a +2,1%. Un risultato che è sicuramente migliore del -1,3% incassato nell’ultimo trimestre del 2016, ma che è anche un po’ meno positivo di quello totalizzato nel primo trimestre dell’anno scorso, quando la crescita era sta del +2,6%. Peraltro, esiste un ulteriore elemento che induce oggi a continuare a essere prudenti secondo l’invito dello stesso presidente dell’ente camerale, Alessandro Ciccioni. «Il primo trimestre - dice, infatti, Ciccioni -  si è aperto con un aumento della produzione del comparto manifatturiero biellese (+2,1%), ma siamo lontani dalla più decisa accelerazione della dinamica regionale rappresentata dal +4,5% quale dato medio piemontese. Nel Biellese il dato positivo non nasconde la difficoltà di alcuni comparti del tessile». Nella geografia economica del made in Piemonte, solo Novara (+5,2%), Cuneo (+4,8%) e Torino (+5,9%) hanno visto la loro produzione industriale crescere sopra la media regionale.I settori. Guardando dentro al macro-dato,  la crescita della produzione manifatturiera biellese, nel primo trimestre, appare il risultato di andamenti non uniformi. Accanto al buon momento delle altre industrie manifatturiere (+5,7%) e della filatura (+4,4%) resta sostanzialmente stabile la meccanica (-0,3%) mentre mostrano battute d’arresto le altre industrie tessili (con un pesante -7,1%), il finissaggio (-2,4%) e (cattiva sorpresa) la tessitura (-2,1%). Sempre limitatamente al primo trimestre dell’anno,  sono risultati in leggero aumento gli ordinativi provenienti dal mercato nazionale (+2,7%) e decisamente più incoraggianti  quelli esteri (+11,3%), con alcuni settori che, però, hanno denunciato cali, anche importanti: è il caso, per esempio, delle altre industrie manifatturiere (-3,5% gli ordinativi dal mercato interno e -11,3% da quello estero). Il fatturato totale registra un aumento del 2,7%, mentre quello estero è in calo del -3,8%.Previsioni. La diffusione dei dati congiunturali di consuntivo del primo trimestre è stata accompagnata da quella relativa alle previsioni per il secondo trimestre del 2017 curata dall’Ufficio Studi di Uib. La rilevazione  (vedi anche Eco di Biella del 27 aprile 2017) per il II trimestre 2017 conferma un clima di incertezza e di cauto ottimismo. Migliorano le previsioni riguardo sia la produzione (il saldo ottimisti-pessimisti si attesta al 15,2%, rispetto al -0,9% del trimestre precedente) sia gli ordini totali (il 10,9%, rispetto all'8,8% del trimestre scorso) sia gli ordini esteri (il 7,4%, per il primo trimestre 2017, era il 6,8% a fine 2016) e sia gli investimenti per ampliamento (indicati dal 32,2% degli intervistati rispetto al 25,4% del trimestre precedente).  La percezione di misurato miglioramento si riscontra anche nelle previsioni occupazionali, poiché sia il saldo ottimisti-pessimisti riguardo all'occupazione passa dall'1,8% al 4,2% per il settore manifatturiero sia le previsioni di utilizzo della Cassa integrazione  si riducono al 15,1%, rispetto al 20,2% del trimestre scorso. A permanere negative sono le previsioni sull’andamento della redditività (-4,2%, per il primo trimestre 2017:  era -4,4% a fine 2016). «La stagione - conferma il vicepresidente Uib, Emanuele Scribanti -  è partita un po’ in ritardo, ma si sta rivelando sufficientemente positiva. Va segnalato, in particolare, il grande gap tra le previsioni di appena tre mesi fa e quelle attuali: a fine 2015 gli imprenditori erano più ottimisti, e queste previsioni positive sono state, di fatto, rispettate nel corso del I e del II trimestre dello scorso anno; a fine 2016, invece, era prevalso il pessimismo: al contrario, nei primi mesi del 2017, la produttività ha dato risultati migliori rispetto alle attese, e ciò, oltre ad essere motivo di un cauto ottimismo, contribuisce a dare un maggiore stimolo al nostro lavoro».G.O.

Cresce, nel primo trimestre del 2017, la produzione industriale del manifatturiero biellese. I dati elaborati dall’Ufficio Studi di Camera Commercio Biella-Vercelli, dicono che, nel periodo gennaio-marzo 2017, la variazione tendenziale grezza della produzione industriale è stata pari a +2,1%. Un risultato che è sicuramente migliore del -1,3% incassato nell’ultimo trimestre del 2016, ma che è anche un po’ meno positivo di quello totalizzato nel primo trimestre dell’anno scorso, quando la crescita era sta del +2,6%. Peraltro, esiste un ulteriore elemento che induce oggi a continuare a essere prudenti secondo l’invito dello stesso presidente dell’ente camerale, Alessandro Ciccioni. «Il primo trimestre - dice, infatti, Ciccioni -  si è aperto con un aumento della produzione del comparto manifatturiero biellese (+2,1%), ma siamo lontani dalla più decisa accelerazione della dinamica regionale rappresentata dal +4,5% quale dato medio piemontese. Nel Biellese il dato positivo non nasconde la difficoltà di alcuni comparti del tessile». Nella geografia economica del made in Piemonte, solo Novara (+5,2%), Cuneo (+4,8%) e Torino (+5,9%) hanno visto la loro produzione industriale crescere sopra la media regionale.I settori. Guardando dentro al macro-dato,  la crescita della produzione manifatturiera biellese, nel primo trimestre, appare il risultato di andamenti non uniformi. Accanto al buon momento delle altre industrie manifatturiere (+5,7%) e della filatura (+4,4%) resta sostanzialmente stabile la meccanica (-0,3%) mentre mostrano battute d’arresto le altre industrie tessili (con un pesante -7,1%), il finissaggio (-2,4%) e (cattiva sorpresa) la tessitura (-2,1%). Sempre limitatamente al primo trimestre dell’anno,  sono risultati in leggero aumento gli ordinativi provenienti dal mercato nazionale (+2,7%) e decisamente più incoraggianti  quelli esteri (+11,3%), con alcuni settori che, però, hanno denunciato cali, anche importanti: è il caso, per esempio, delle altre industrie manifatturiere (-3,5% gli ordinativi dal mercato interno e -11,3% da quello estero). Il fatturato totale registra un aumento del 2,7%, mentre quello estero è in calo del -3,8%.Previsioni. La diffusione dei dati congiunturali di consuntivo del primo trimestre è stata accompagnata da quella relativa alle previsioni per il secondo trimestre del 2017 curata dall’Ufficio Studi di Uib. La rilevazione  (vedi anche Eco di Biella del 27 aprile 2017) per il II trimestre 2017 conferma un clima di incertezza e di cauto ottimismo. Migliorano le previsioni riguardo sia la produzione (il saldo ottimisti-pessimisti si attesta al 15,2%, rispetto al -0,9% del trimestre precedente) sia gli ordini totali (il 10,9%, rispetto all'8,8% del trimestre scorso) sia gli ordini esteri (il 7,4%, per il primo trimestre 2017, era il 6,8% a fine 2016) e sia gli investimenti per ampliamento (indicati dal 32,2% degli intervistati rispetto al 25,4% del trimestre precedente).  La percezione di misurato miglioramento si riscontra anche nelle previsioni occupazionali, poiché sia il saldo ottimisti-pessimisti riguardo all'occupazione passa dall'1,8% al 4,2% per il settore manifatturiero sia le previsioni di utilizzo della Cassa integrazione  si riducono al 15,1%, rispetto al 20,2% del trimestre scorso. A permanere negative sono le previsioni sull’andamento della redditività (-4,2%, per il primo trimestre 2017:  era -4,4% a fine 2016). «La stagione - conferma il vicepresidente Uib, Emanuele Scribanti -  è partita un po’ in ritardo, ma si sta rivelando sufficientemente positiva. Va segnalato, in particolare, il grande gap tra le previsioni di appena tre mesi fa e quelle attuali: a fine 2015 gli imprenditori erano più ottimisti, e queste previsioni positive sono state, di fatto, rispettate nel corso del I e del II trimestre dello scorso anno; a fine 2016, invece, era prevalso il pessimismo: al contrario, nei primi mesi del 2017, la produttività ha dato risultati migliori rispetto alle attese, e ciò, oltre ad essere motivo di un cauto ottimismo, contribuisce a dare un maggiore stimolo al nostro lavoro».G.O.

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