Imprese femminili: il bilancio anagrafico del 2022
In provincia di Biella il 21% delle imprese sono femminili ma nel 2022 c'è stato un calo del 0,4%.
Imprese femminili: il bilancio anagrafico del 2022 indica che a fine dicembre le imprese femminili con sede in Piemonte ammontavano a 95.593, in diminuzione di 840 unità rispetto a quanto registrato nel 2021, 286 realtà in meno nei confronti di quanto fotografato nel 2020, e nettamente inferiori rispetto alle 96.591 di fine 2019.
Imprese femminili: il bilancio anagrafico del Piemonte
Le aziende “in rosa” rappresentano una fetta importante del tessuto imprenditoriale regionale, raggiungendo una quota del 22,4% delle imprese complessivamente registrate in Piemonte; operano prevalentemente nei settori del commercio, dell’agricoltura, del turismo e dei servizi alla persona; nel 12,3% dei casi sono guidate da straniere; il 10,7% è amministrato da giovani imprenditrici: è questo l’identikit delle imprese femminili registrate in Piemonte.
Alcuni dati sul Biellese
L’analisi territoriale rivela come la componente femminile assuma una rilevanza maggiore nei sistemi imprenditoriali di Alessandria (23,2%) e di Verbania e Novara, realtà in cui le imprese femminili rappresentano il 23,0% delle imprese provinciali. A Vercelli l’incidenza delle imprese “in rosa” si attesta al 22,8% e ad Asti al 22,7%. Al di sotto della media regionale, infine, risulta la concentrazione di imprese femminili a Cuneo (22,4%), Torino (22,3%) e a Biella (21,0%).
Calo del 0,4%
Quanto alla dinamica esibita nel corso del 2022, si evidenziano variazioni negative per la maggior parte delle province. Solo Torino (+0,3%) segna un dato con il segno più. Con un risultato analogo a quello medio regionale troviamo Novara (-0,3%) e Biella (-0,4%). Asti e Alessandria segnano una battuta d’arresto pari al -0,7%. Flessioni più intense riguardano le imprese in rosa con sede nelle province di Vercelli, con una flessione dell’1,2%, Cuneo e Verbania, che registrano un tasso di crescita del -1,5%.
L'anno 2022
Nel corso del 2022, il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ha segnato la nascita di 5.885 imprese femminili, a fronte delle 6.169 che hanno, invece, cessato la propria attività (al netto delle cancellazioni d’ufficio): il saldo tra i due flussi è risultato, dunque, negativo per 284 unità, traducendosi in un tasso di crescita del -0,3%. Sebbene il dato sia peggiore rispetto a quello del sistema imprenditoriale valutato nel suo complesso (+0,25%), l’imprenditoria femminile piemontese manifesta una maggiore vivacità, sia in termini di natalità (tasso del 6,2%, a fronte del 5,3% registrato per il totale delle imprese), che di mortalità (tasso del 6,5%, contro un 5,0%).
La tenacia delle imprenditrici piemontesi
La dinamica mostrata dalla componente femminile del tessuto imprenditoriale piemontese appare dunque meno incoraggiante rispetto a quanto osservato a livello complessivo nazionale (+0,6%), eppure le imprenditrici non demordono. “L’imprenditoria femminile - commenta Gian Paolo Coscia, Presidente Unioncamere Piemonte - riveste un ruolo determinante nell’economia del territorio regionale, mostrando una tenacia che sorprende da anni. Il Sistema camerale dedica un’attenzione particolare alle imprenditrici: presso tutte le Camere di commercio piemontesi sono costituiti i CIF, Comitati provinciali per la promozione dell’imprenditoria femminile, che, in collaborazione con enti pubblici e privati, si occupano di sviluppo e qualificazione della presenza delle donne nel mondo dell’imprenditoria, promuovendo azioni per il miglioramento dell’accesso al credito per le imprese femminili, attività di formazione e indagini conoscitive per analizzare le dinamiche che caratterizzano il legame donna-impresa”.
Settori rilevanti dell'imprenditoria femminile
Un quarto delle 95.593 imprese guidate da donne svolge la propria attività nel commercio, seguito, a distanza ragguardevole, dalle attività dell’agricoltura, che concentrano il 13,0% delle realtà imprenditoriali, dal turismo (9,7%) e dalle altre attività dei servizi, in cui trovano spazio le attività dei servizi alla persona, che convogliano il 12,2% delle aziende. Quote significative di imprese femminili operano, inoltre, nelle attività immobiliari (7,9%).
Valutando l’incidenza delle imprese femminili sul totale delle registrate per settore, si segnala l’importante specializzazione femminile delle altre attività dei servizi (oltre il 57,5% delle imprese è amministrato da donne), delle attività di alloggio e ristorazione (31,0%) e di noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (30,5%).
Le differenze fra i vari settori
Analizzando la dinamica espressa dalle imprese “in rosa” nel corso nel 2022 emerge come, a fronte di una, seppur debole, contrazione complessiva pari allo 0,3%, esistano rilevanti differenze settoriali.
Nel 2022, infatti, le imprese femminili hanno subito una contrazione intensa nel comparto agricolo (-3,0%) e un calo significativo nel commercio (-1,3%) e nel turismo (1,1%). La flessione risulta meno intensa per le imprese in rosa che operano nel comparto manifatturiero (-0,4%) e appare sostanzialmente stabile l’andamento per le aziende femminili delle attività finanziarie e assicurative e delle attività immobiliari, entrambe con un tasso di variazione annuale dello stock pari al +0,2%. Mostrano, invece, un trend espansivo le imprese femminili del comparto Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (+1,8%). Ancora più brillante il risultato segnato dalle imprese femminili delle Attività professionali, scientifiche e tecniche (+4,8%) e delle costruzioni (+5,0%).
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