Imprese: cresce nel Biellese la domanda di credito

Imprese: cresce nel Biellese la domanda di credito
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Nel corso del 2014, le richieste di finanziamento presentate dalle imprese italiane hanno fatto segnare un ulteriore incremento, a conferma del fatto che anche nel corso di questi difficili anni non hanno mai smesso di rivolgersi agli istituti per reperire le risorse necessarie a finanziare gli investimenti o, più frequentemente, per sostenere l’attività corrente. Lo conferma il Barometro Crif che precisa come nel 2014, rispetto all’anno precedente,  l’incremento complessivo delle richieste  sia stato pari a +7,4%.

Piemonte. Per quanto riguarda il Piemonte, nel complesso l’incremento del numero di richieste di credito da parte delle imprese è stato pari a +0,5%, dato ben al di sotto della crescita rilevata a livello nazionale. Guardando però alle singole realtà provinciali, l’incremento maggiore si è  registrato nella provincia di Cuneo (+7,9%), seguita da Biella, che ha fatto segnare un +6,8%. Le maggiori contrazioni, invece, si sono registrate nella provincia di Verbania (-3,0% rispetto al 2013) e Vercelli (-1,6%). Nella provincia di Novara, il calo è stato del -0,3%, mentre a Torino il calo è stato di -0,4%.

Importi. Gli importi medi richiesti in Piemonte, secondo i dati del Barometro Crif, hanno fatto registrare una modesta flessione, con un -0,5% rispetto al 2013, un dato comunque migliore rispetto alla media nazionale (che ha visto, invece,  una contrazione pari a -1,6%) e che ha portato il valore medio ad assestarsi a 49.315 euro. In regione, il record spetta ancora a Cuneo (importo medio di 70.967 euro) seguita, anche questa volta, da Biella, con 55.377 euro di importo medio. Per le altre tre province del Quadrante Piemonte Est gli importi medi sono stati rispettivamente  di 50.193 euro a Novara, di 48.509 a Verbania e di 45.738 a Vercelli.

Trend. «Come tutti i dati statistici, anche questi vanno interpretati - commenta la presidente Uib, Marilena Bolli (foto a sinistra)-.  Dove la domanda  è calata, è probabile che ciò sia dovuto al fatto che l’economia locale abbia una polarizzazione su attività che hanno maggiori rapporti con la Pubblica amministrazione la quale ha pagato, nell’ultimo anno, una parte importante dei suoi debiti pregressi verso le imprese. Dove, invece, la richiesta è aumentata, c’è la speranza che l’incremento sia stato finalizzato, almeno in porzione rilevante, a nuovi investimenti e non solo al sostegno dell’attività corrente. Tuttavia, le banche, pur cominciando a essere meno restrittive nell’erogazione del credito, si fermano ancora troppo ai primi step di rating, non prendendo in considerazione altri fattori come, per esempio, il potenziale innovativo e la vitalità dell’impresa. Ciò, quindi, finisce ancora una volta per premiare soprattutto le imprese più grandi, penalizzando quelle piccole e medie».
Giovanni Orso

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