Il tessile-moda dice no alla guerra dei dazi doganali

Il tessile-moda guarda con preoccupazione al possibile rischio generato dalla risposta Ue alla politica di Trump.

Il tessile-moda dice no alla guerra dei dazi doganali
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Il presidente Uib Carlo Piacenza: «Niente dazi doganali su prodotti simbolo».

Evitare escalation sui dazi doganali

Su quale prodotto americano si abbatterà eventualmente la scure dei dazi doganali Ue per rispondere alle misure protezionistiche di Donald Trump su acciaio e alluminio? L’auspicio è che non si inneschi una guerra commerciale in grado di contagiare parti rilevanti dell’economia. Si tratta di un'ipotesi che per un distretto del tessile-abbigliamento come Biella, potrebbe costituire un grave danno. Nel 2017, il tessile di Biella che ha raggiunto il proprio massimo storico di export, crescendo al ritmo del +7,6% sino a quota 1 miliardo e 373 milioni di euro. «Rispetto a qualche mese fa - dice il presidente di Sistema Moda Italia, Marino Vago - la situazione risulta purtroppo più complessa e delicata. Bisogna monitorare con attenzione gli sviluppi per evitare un’escalation protezionistica che potrebbe dare origine a ritorsioni su entrambi i fronti».

I dazi doganali Usa sul tessile-abbigliamento sono già alti

Per il presidente di Confindustria Moda, Claudio Marenzi, i dazi doganali Usa sul tessile-abbigliamento sono già alti. «E’ comprensibile che molti imprenditori abbiano paura di un innalzamento dei dazi - dice Marenzi -. Ricordo, però, che i nostri settori scontano già dazi estremamente alti. Ora, gli Usa fanno parte del Wto.  Non credo, quindi, che possano alzare i dazi più di quanto abbiano già fatto in passato». Secondo un’analisi fatta dal Centro studi di Unimpresa (su dati Istat e riferita al 2016), sul totale export italiano verso gli States, il settore tessile ha pesato 515 milioni.

Difendere l'eccellenza made in Italy

Le posizioni di Vago e di Marenzi vedono d'accordo il presidente degli industriali biellesi, Carlo Piacenza (in foto). «I dazi che gravano sui prodotti dei nostri settori sono già decisamente consistenti.  Resta difficile ipotizzare un ulteriore innalzamento - dice Piacenza -. Tuttavia, la preoccupazione, in questo contesto, è del tutto fisiologica e la situazione va affrontata con intelligenza. Le misure di riequilibrio devono colpire prodotti equipollenti. Porre, invece, dazi su simboli del made in Usa, come l’Harley Davidson, avrebbe un valore del tutto ideologico.  Ciò potrebbe creare  il rischio  di una risposta americana sulle eccellenze europee. La situazione di lotta commerciale va assolutamente evitata, anche perché, in Europa, eccellenza fa spesso rima con le produzioni italiane».

Giovanni Orso

 

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