Il meccanotessile biellese traina l'export
Fa faville l’export del meccanotessile made in Biella. Il Monitor dei Distretti del Piemonte di Intesa Sanpaolo, curato da Giovanni Foresti, analizza l’export del distretto biellese delle macchine tessili durante il III trimestre del 2012 e mette in evidenza un dato importante. Il settore, nel periodo considerato, porta a casa, rispetto allo stesso periodo 2011, un bel +22,1%.
In termini di valore, questo significa una dote di 4,1 milioni di euro in più, mentre nei primi nove mesi 2012 le vendite all’estero di macchinario tessile prodotto a Biella hanno fatto registrare un andamento connotato da un +13,3% rispetto ai primi nove mesi 2011.
Internazionalizzazione. D’altra parte, per la stessa Acimit, l’associazione che raccoglie i più importanti produttori di macchine tessili italiani, il 2013 parte con il piede sull’acceleratore dell’internazionalizzazione. Le iniziative promozionali proposte da Acimit coinvolgeranno una decina di Paesi: Bangladesh, Cina, Etiopia, Germania, India, Indonesia, Mongolia, Sudafrica, Turchia e Vietnam.
«Con il nostro piano promozionale - spiega il presidente di Acimit, Sandro Salmoiraghi -, vogliamo dare continuità all’opera intrapresa da anni sui mercati consolidati del meccanotessile mondiale. Contemporaneamente, intendiamo anche sostenere le nostre imprese sia sui mercati emergenti del tessile sia nei comparti con alte potenzialità, come il tessile tecnico e innovativo».
Aree. «I dati del Monitor di Intesa Sanpaolo confermano una ripresa del meccanotessile biellese e la sua effervescenza esportativa soprattutto verso mercati emergenti - commenta Alvaro Miorelli, presidente di TexBiMa -. Qualcuno potrebbe, superficialmente, porre la questione della vendita della nostra tecnologia a questi Paesi emergenti, ma, a parte il fatto che dove non arriviamo noi arriverebbe comunque la Germania, resto convinto che il mantenimento del gap tecnologico fra noi e loro ci consentirà di continuare a fruire di un vantaggio competitivo indiscutibile. Questo, però, richiede massicci investimenti in ricerca e sviluppo: una cosa assai pesante per imprese di carattere medio o medio piccolo quali quelle del nostro settore nel Biellese. Ma questa logica porta risultati fruttuosi».
Non a caso, la Pinter-Caipo di Miorelli, sta già volando con un +30% di ordinativi per il 2013.
A concordare sul valore dell’export e a muoversi sulla stessa lunghezza d’onda, anche Francesca Bozzo della biellese Flainox nonché capogruppo dei Meccanici Uib.
«L’export è e sarà sicuramente interessante per il nostro settore anche quest’anno - commenta Francesca Bozzo -. Non azzarderei però numeri, in un contesto così travagliato. Nel complesso, quello che ci deve accomunare è un impegno continuo in formazione, ricerca, innovazione e sostenibilità: le uniche vie da perseguire, con grande tenacia, per raggiungere i risultati, seppur incerti, di questi mesi ed anni a venire. Purtroppo i margini sempre più ridotti e la situazione di mercato non proprio esemplare, fanno sì che le imprese, soffocate dai debiti, non abbiamo grandi chances, anche se magari sono virtuose in quanto ad idee ed intenzioni. Il mercato interno poi, suggerisce ben poche speranze e, alla luce degli ultimi risvolti sia economici sia finanziari sia politici, abbiamo ed avremo ancora molte difficoltà prima di vedere il punto di svolta. Minor corruzione e maggior competitività rappresentano due concetti che l’Italia dovrà rimodulare al meglio se spera di poter giocare ancora la partita».