Il marchio “Miele biellese” è realtà

Il marchio “Miele biellese” è realtà
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L’iter è stato lungo, complesso, denso di formalità burocratiche cui adempiere. Ma alla fine quello che per l’Associazione  apicoltori biellesi è stato a lungo un sogno oggi diventa realtà: il marchio “Miele biellese” finalmente esiste. L’ultimo passaggio si è compiuto nei giorni scorsi, con la trasmissione al Ministero dell’Agricoltura della pratica completa. «Non abbiamo ancora ricevuto risposta - afferma il presidente dell’Associazione, Paolo Detoma -, ma si tratta di una pura formalità. In realtà il marchio può già essere utilizzato fin da ora, perché di fatto l’iter è concluso. Ora, dunque, viene il difficile».

L’iter è stato lungo, complesso, denso di formalità burocratiche cui adempiere. Ma alla fine quello che per l’Associazione  apicoltori biellesi è stato a lungo un sogno oggi diventa realtà: il marchio “Miele biellese” finalmente esiste. L’ultimo passaggio si è compiuto nei giorni scorsi, con la trasmissione al Ministero dell’Agricoltura della pratica completa. «Non abbiamo ancora ricevuto risposta - afferma il presidente dell’Associazione, Paolo Detoma -, ma si tratta di una pura formalità. In realtà il marchio può già essere utilizzato fin da ora, perché di fatto l’iter è concluso. Ora, dunque, viene il difficile».
Difficile, in particolare, non sarà far sì che la produzione biellese di miele si attenga al rigido disciplinare imposto dall’adesione al marchio, considerato che già oggi il livello qualitativo e le modalità produttive locali rispondono a criteri di altissima qualità, ma piuttosto fare in modo che la giusta informazione sulle possibilità offerte dalla novità, con le giuste indicazioni sul regolamento, giungano a tutti gli associati con precisione. «Adesso - spiega Detoma - si tratta di raccogliere le adesioni: gli apicoltori che sceglieranno di sigillare i propri barattoli con il neonato marchio dovranno attenersi ad alcuni prescrizioni specifiche. Si va, ad esempio, dal rispetto di un certo grado di umidità al divieto di utilizzo di prodotti di sintesi, in realtà permessi dalle leggi nazionali, contro le malattie dell’alveare, sino ad una maggiore restrizione degli indici di freschezza». Tutti accorgimenti che contribuiranno a dare senso concreto alla nuova certificazione, quale garanzia di prodotto di altissimo livello. Il tutto non senza conseguenze dirette anche sul prezzo, sebbene questo aspetto sia ancora da definire nel dettaglio: «Oggi - chiarisce il presidente dell’Associazione, che riunisce circa 190 produttori su un totale di 300 apicoltori attivi sul territorio, ma esaurendo al proprio interno tutto il comparto realmente produttivo - i prezzi del miele sono estremamente variabili: da molto bassi a molto alti. Il regolamento del marchio prevede, tra le varie cose, anche la definizione di un prezzo minimo, proprio a tutela del maggior livello qualitativo della produzione». 

Veronica Balocco

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