Incentivi? Al tessile per gli alberghi

Incentivi? Al tessile <BR>per gli alberghi
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(18 feb) MILANO. La seconda tranche di incentivi statali all'industria dovrebbe ammontare nel 2010 a circa 500 milioni di euro. Lo ha reso noto il viceministro allo Sviluppo economico, Adolfo Urso, intervenuto martedì all'inaugurazione del salone del tessile Milano Unica, che ha aperto i battenti a Fieramilanocity. «Dopo che nella prima fase della crisi sono stati dati incentivi al settore auto - ha spiegato Urso - in questa seconda fase, nel 2010, la scelta consapevole del Governo è dare incentivi ad altri settori». Tra questi, ha assicurato il viceministro, «ci sarà anche quello del tessile-abbigliamento, particolarmente colpito dalla congiuntura economica. Gli uffici tecnici del ministero - ha proseguito - stanno definendo i settori e le modalità di intervento. Per il tessile si tratterà di incentivi alla rottamazione nel comparto dei prodotti per la filiera turistico-alberghiera». MILANO. La seconda tranche di incentivi statali all'industria dovrebbe ammontare nel 2010 a circa 500 milioni di euro. Lo ha reso noto il viceministro allo Sviluppo economico, Adolfo Urso, intervenuto martedì all'inaugurazione del salone del tessile Milano Unica, che ha aperto i battenti a Fieramilanocity. «Dopo che nella prima fase della crisi sono stati dati incentivi al settore auto - ha spiegato Urso - in questa seconda fase, nel 2010, la scelta consapevole del Governo è dare incentivi ad altri settori». Tra questi, ha assicurato il viceministro, «ci sarà anche quello del tessile-abbigliamento, particolarmente colpito dalla congiuntura economica. Gli uffici tecnici del ministero - ha proseguito - stanno definendo i settori e le modalità di intervento. Per il tessile si tratterà di incentivi alla rottamazione nel comparto dei prodotti per la filiera turistico-alberghiera».
Un po’ poco, onorevole? «E’ difficile collocare in un processo di rottamazione altri filoni del tessile-abbigliamento», ha replicato al cronista Urso che, peraltro, nel panel di misure che il Governo ha adottato per le imprese ha assicurato una continuità «a sostenere il comparto, attraverso provvedimenti sugli ammortizzatori sociali, per cui - ha spiegato durante l'inaugurazione del salone - saranno aggiunte altre risorse per tamponare la crisi occupazionale nel 2010 e salvaguardare il tessuto produttivo e la filiera», ma anche con altri incentivi, lotta alla contraffazione e attività di promozione all'estero».
Quali provvedimenti? Urso ne ha enumerati alcuni: «Dalle filiere di rete nell’ambito della rivisitazione dei Distretti con la Legge Sviluppo, che concede molte opportunità fiscali, al rifinanziamento del credito d’imposta per la ricerca applicabile alla spesa per i campionari nel tessile-abbigliamento. Poi c’è la promozione delle missioni all’estero, in particolare quest’anno negli Usa e in Cina dove si terrà a fine marzo a Pechino il Forum sul tessile italiano». E ancora «aiuti con il fondo sulla legge 394 per acquisizione di nuovi mercati indirizzato alle Pmi, con il fondo Cipe verso la crescita dimensionale delle aziende e, infine, con i fondi assegnati a sostegno delle garanzie per il credito».
Un lungo elenco che non ha convinto gli imprenditori in sala e negli stand. Michele Tronconi, presidente di Smi, è realista e dopo aver sollecitato il valore «del fare squadra», alla fine spiega «che più che gli incentivi alla rottamazione, voluti nella direzione del tessile per il turismo-alberghiero per soddisfare più esigenze settoriali e ministeriali, è interessante la scelta di sostenere gli investimenti nella ricerca finanziando il credito d’imposta per i campionari. Si parla - aggiunge - di 80 milioni di euro, che significa agire su una spesa di 800 milioni di euro. Sarebbe già un segnale».
«Ma certo - commenta il presidente di Ideabiella e Milano Unica Pier Luigi Loro Piana - questi incentivi sono veramente poca cosa, per noi briciole, mentre tutti sappiamo che ricerca e innovazione sono decisive per il futuro di tutto il made in Italy e in particolare della filiera moda. Vorrà dire che faremo da soli, come del resto è ampiamente successo in passato. Le nostre richieste unitarie vengono da lontano, dal 2008, e siamo rimasti inascoltati per tutto questo tempo. Se poi non si prende per le corna il vero problema, che riguarda il costo del lavoro da affrontare col taglio del cuneo fiscale, il futuro resterà sempre incerto».
dal nostro inviato
R.A.

18 febbraio 2010

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