I nuovi parametri per calcolare gli affitti

I nuovi parametri per calcolare gli affitti
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È stato siglato nei giorni scorsi da associazioni dei proprietari immobiliari e rappresentanti degli inquilini l'accordo territoriale, con il Comune di Biella a fare da garante. Si tratta del patto che, come stabilito dalla legge in vigore dal 1998, regola i contratti di affitto sul territorio, suddividendo la città in zone e gli alloggi in tipologie e, di conseguenza, fissando minimi e massimi delle tariffe di locazione al metro quadro. Nel patto firmato da Abpe (associazione biellese della proprietà edilizia), Asspi (associazione sindacale piccoli proprietari di immobili), Sunia (sindacato unitario inquilini assegnatari) e Sicet (sindacato inquilini casa e territorio), la città di Biella è suddivisa in tre zone: il centro storico comprende il quadrilatero attorno a via Italia, la zona residenziale si estende a sud di via La Marmora fino a viale Macallé, a Ovest fino a comprendere il Piazzo, a nord fino al Bottalino e a est fino alla linea via Cernaia-via Carso, la periferia include il resto del territorio urbano, con i rioni collinari, Chiavazza, Pavignano, Vaglio e, in pianura, Villaggio La Marmora e parte del Vernato. Questa divisione è uno dei due parametri che stabiliscono minimi e massimi dei canoni di locazione al metro quadro. L'altro parametro suddivide gli alloggi in quattro fasce, da quella alta a quella di degrado, in base alla presenza o meno di servizi a corredo dell'alloggio in affitto. Si va da tre elementi di base (servizi igienici completi, riscaldamento, impianto elettrico a norma) a dieci complementari, dall'allacciamento alla rete del gas alla presenza di cantina o posto auto fino alla dotazione di doppi vetri alle finestre. L'assenza di anche uno solo dei tre elementi di base fa catalogare l'alloggio in fascia 4, la presenza di almeno sei caratteristiche del secondo elenco determina l'inserimento in fascia alta. Incrociando i due parametri, si cataloga l'alloggio e si stabiliscono minimi e massimi tariffari, entro i quali si dà spazio alla contrattazione libera. Per esempio un appartamento da 100 metri quadri in fascia 1 in via Italia (centro storico) può avere un canone tra i 355 e i 555 euro al mese. Un appartamento di pari superficie in via La Marmora (zona residenziale) varia da 361 a 611 euro mensili. A Chiavazza, il canone scenderebbe a 310  di minimo e 500 euro di massimo.

È stato siglato nei giorni scorsi da associazioni dei proprietari immobiliari e rappresentanti degli inquilini l'accordo territoriale, con il Comune di Biella a fare da garante. Si tratta del patto che, come stabilito dalla legge in vigore dal 1998, regola i contratti di affitto sul territorio, suddividendo la città in zone e gli alloggi in tipologie e, di conseguenza, fissando minimi e massimi delle tariffe di locazione al metro quadro. Nel patto firmato da Abpe (associazione biellese della proprietà edilizia), Asspi (associazione sindacale piccoli proprietari di immobili), Sunia (sindacato unitario inquilini assegnatari) e Sicet (sindacato inquilini casa e territorio), la città di Biella è suddivisa in tre zone: il centro storico comprende il quadrilatero attorno a via Italia, la zona residenziale si estende a sud di via La Marmora fino a viale Macallé, a Ovest fino a comprendere il Piazzo, a nord fino al Bottalino e a est fino alla linea via Cernaia-via Carso, la periferia include il resto del territorio urbano, con i rioni collinari, Chiavazza, Pavignano, Vaglio e, in pianura, Villaggio La Marmora e parte del Vernato. Questa divisione è uno dei due parametri che stabiliscono minimi e massimi dei canoni di locazione al metro quadro. L'altro parametro suddivide gli alloggi in quattro fasce, da quella alta a quella di degrado, in base alla presenza o meno di servizi a corredo dell'alloggio in affitto. Si va da tre elementi di base (servizi igienici completi, riscaldamento, impianto elettrico a norma) a dieci complementari, dall'allacciamento alla rete del gas alla presenza di cantina o posto auto fino alla dotazione di doppi vetri alle finestre. L'assenza di anche uno solo dei tre elementi di base fa catalogare l'alloggio in fascia 4, la presenza di almeno sei caratteristiche del secondo elenco determina l'inserimento in fascia alta. Incrociando i due parametri, si cataloga l'alloggio e si stabiliscono minimi e massimi tariffari, entro i quali si dà spazio alla contrattazione libera. Per esempio un appartamento da 100 metri quadri in fascia 1 in via Italia (centro storico) può avere un canone tra i 355 e i 555 euro al mese. Un appartamento di pari superficie in via La Marmora (zona residenziale) varia da 361 a 611 euro mensili. A Chiavazza, il canone scenderebbe a 310  di minimo e 500 euro di massimo.

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