Gli artigiani vedono nero Perse 142 imprese nel 2009

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(3 mar) Il dato peggiore per il settore artigiano biellese riguarda la flessione del numero delle imprese a tutto il 2009: da 6.509 a 6.367, cioè -142 unità. Un segnale che i presidenti di Confartigianato Andrea Fortolan e della Cna Claudio Capellaro Siletti hanno commentato con preoccupazione. Il comparto insomma è ancora sofferente ma auspica che i segnali di ripresa si concretizzino anche se per gli artigiani la ricaduta è sempre in fondo alla catena del lavoro. Questo è il quadro che emerge dall’ultima indagine congiunturale sull’artigianato biellese (6.367 imprese in calo del 2,2% nel 2009, per 13 mila addetti), curata dalla Camera di commercio con Confartigianato e Cna, condotta su un campione di circa 150 unità, e presentata ieri. Il dato peggiore per il settore artigiano biellese riguarda la flessione del numero delle imprese a tutto il 2009: da 6.509 a 6.367, cioè -142 unità. Un segnale che i presidenti di Confartigianato Andrea Fortolan e della Cna Claudio Capellaro Siletti hanno commentato con preoccupazione. Il comparto insomma è ancora sofferente ma auspica che i segnali di ripresa si concretizzino anche se per gli artigiani la ricaduta è sempre in fondo alla catena del lavoro. Questo è il quadro che emerge dall’ultima indagine congiunturale sull’artigianato biellese (6.367 imprese in calo del 2,2% nel 2009, per 13 mila addetti), curata dalla Camera di commercio con Confartigianato e Cna, condotta su un campione di circa 150 unità, e presentata ieri.
Il bilancio di chiusura del 2009 ha registrato un andamento della produzione nel secondo semestre in calo per il 65% delle imprese intervistate, registrando un saldo (tra crescita e riduzione della produzione) pari a -30%, valore in lento recupero rispetto alle precedenti indagini (-52% il 1° semestre 2009 e -44% il 2° semestre 2008). I primi segni di ripresa, seppure modesta, sono quelli per il settore alimentare (+50%) e per i servizi all’impresa (+24%). Ancora segnali fortemente negativi provengono invece dal comparto meccanotessile (-60%), tessile (-57%) e riparazioni (-56%). Anche le altre manifatture e l’edilizia/installatori continuano a evidenziare saldi con il segno meno (16%).
Sulle prospettive del primo semestre 2010 l’indagine dice che il 59% degli artigiani intervistati prevede che il fatturato diminuirà ancora. Le imprese che evidenziano i saldi più negativi sono quelle che operano nei settori alimentare (-50%), altre manifatture e servizi all’impresa (-34%) ed edilizia/installatori (-22%). L’86% delle imprese intervistate prevedono stabilità occupazionale; il 28% dichiara pagamenti insoluti per 4 milioni 23 mila euro totali; il 56% dichiara aumenti di costi, ma solo il 18% ha rialzato i prezzi; il 39% ha fatto investimenti per una cifra media di 52.292 euro, più bassa rispetto ai circa 74 mila euro registrati a fine 2008, mentre sugli investimenti l’autofinanziamento ha superato ormai il credito bancario.
3 marzo 2010

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