F.lli Piacenza cresce (+10%) e rilancia

F.lli Piacenza cresce (+10%) e rilancia
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Con un investimento di circa 4 milioni di euro, “F.lli Piacenza” cresce e rilancia su flessibilità e automazione. Il celebre lanificio che, dal 1733, a Pollone, produce tra i tessuti più pregiati del mondo, entro ottobre prossimo amplierà lo stabilimento con uno spazio di ulteriori mille metri quadrati: un segno importante della nuova stagione che il tessile made in Biella sembra finalmente vivere. «Strategicamente - spiega l’Ad, Carlo Piacenza - abbiamo deciso di investire in questa direzione perché sta facendo premio un discorso sulla flessibilità con i clienti in un contesto sempre più caratterizzato dalla velocità di risposta. Nei nuovi spazi, pertanto, avremo modo di inserire linee che tolgano i “colli di bottiglia” produttivi e facilitino l’accorciarsi della filiera, così da essere più reattivi e veloci rispetto alle richieste del cliente finale». La nuova struttura sorgerà contigua all’attuale stabilimento di Pollone. «Rappresenterà una sorta di propaggine del reparto tessitura - dice ancora Piacenza - e verrà costruita con criteri ecosostenibili, in sintonia con la filosofia che caratterizza il nostro marchio secondo la quale ambiente e estetica  rappresentano valori centrali per la stessa dimensione produttiva». Il lanificio “F.lli Piacenza”, nell’ultimo biennio, ha consolidato una crescita di oltre il 10%. «Abbiamo chiuso il 2016 a 40 milioni - aggiunge Piacenza -: abbiamo cioè recuperato i livelli del periodo pre-crisi. E il 2017 promette bene, visto che abbiamo consolidato positivamente l’inverno e stiamo già avendo buone risposte sull’estivo. In questa prospettiva, caratterizzata dal cosiddetto 4.0 che rivoluziona modelli produttivi, filiere e modalità di interazione sui mercati, constatiamo ogni giorno come la manifattura stia cambiando  e riteniamo imperativo rispondere a questo cambiamento investendo. Di più: questo investimento stimolerà anche l’occupazione, perché nell’ingrandirci e nel raddoppiare certe operazioni, avremo certamente bisogno di personale specializzato».

Giovanni Orso

Con un investimento di circa 4 milioni di euro, “F.lli Piacenza” cresce e rilancia su flessibilità e automazione. Il celebre lanificio che, dal 1733, a Pollone, produce tra i tessuti più pregiati del mondo, entro ottobre prossimo amplierà lo stabilimento con uno spazio di ulteriori mille metri quadrati: un segno importante della nuova stagione che il tessile made in Biella sembra finalmente vivere. «Strategicamente - spiega l’Ad, Carlo Piacenza - abbiamo deciso di investire in questa direzione perché sta facendo premio un discorso sulla flessibilità con i clienti in un contesto sempre più caratterizzato dalla velocità di risposta. Nei nuovi spazi, pertanto, avremo modo di inserire linee che tolgano i “colli di bottiglia” produttivi e facilitino l’accorciarsi della filiera, così da essere più reattivi e veloci rispetto alle richieste del cliente finale». La nuova struttura sorgerà contigua all’attuale stabilimento di Pollone. «Rappresenterà una sorta di propaggine del reparto tessitura - dice ancora Piacenza - e verrà costruita con criteri ecosostenibili, in sintonia con la filosofia che caratterizza il nostro marchio secondo la quale ambiente e estetica  rappresentano valori centrali per la stessa dimensione produttiva». Il lanificio “F.lli Piacenza”, nell’ultimo biennio, ha consolidato una crescita di oltre il 10%. «Abbiamo chiuso il 2016 a 40 milioni - aggiunge Piacenza -: abbiamo cioè recuperato i livelli del periodo pre-crisi. E il 2017 promette bene, visto che abbiamo consolidato positivamente l’inverno e stiamo già avendo buone risposte sull’estivo. In questa prospettiva, caratterizzata dal cosiddetto 4.0 che rivoluziona modelli produttivi, filiere e modalità di interazione sui mercati, constatiamo ogni giorno come la manifattura stia cambiando  e riteniamo imperativo rispondere a questo cambiamento investendo. Di più: questo investimento stimolerà anche l’occupazione, perché nell’ingrandirci e nel raddoppiare certe operazioni, avremo certamente bisogno di personale specializzato».

Giovanni Orso

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