Filo: riflettori sull'innovazione

Filo: riflettori sull'innovazione
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Nel giorno del vertice Ue, in una Milano blindata, il comparto filatura fa i conti con una congiuntura di settore che l’Ad di Zegna Baruffa-Lane Borgosesia, Paolo Todisco, non esita a riassumere nella formula di “new normal”: niente balzi e niente arretramenti importanti, ma piuttosto  il consolidarsi di una situazione che almeno contiene le emorragie e i segni meno del recente passato e lo fa grazie ad un costante sforzo sul versante della ricerca e dell’innovazione sul prodotto.

Insomma, una situazione di leggera crescita che, se non accende facili entusiasmi, nemmeno frustra sforzi e aspettative. Il contesto per tastare il polso ad un comparto che, tradizionalmente, intercetta per primo venti favorevoli o spifferi maligni che soffiano sul tessile, è la 42ª edizione di Filo, il salone internazionale dei filati organizzato da AssoServizi Biella. Un’ottantina i marchi dell’alto di gamma presenti («In linea con le precedenti ultime edizioni» dice Paolo Monfermoso, responsabile del salone) riuniti al Centro Congressi Le Stelline per la presentazione delle nuove collezioni di filati all’insegna del tema del “moto perpetuo dell’innovazione”. Perchè, come spiega il direttore Uib, Pier Francesco Corcione, «innovazione e ricerca, per le aziende che sanno fare qualità e differenza come quelle di Filo,  non possono fermarsi mai». Insomma, la “nuova normalità”, secondo la definizione di Todisco, è quella fatta da vari ingredienti: l’accettazione pragmatica che la “ripresa” in senso classico e storico è qualcosa che probabilmente non si verificherà più; l’arresto della caduta verticale di fatturati di comparto; la polarizzazione spinta su innovazione e e ricerca; la produzione per piccoli lotti; il  servizio al cliente.

Congiuntura. Il positivo andamento della tessitura durante la prima parte del 2014, ha avuto il suo riflesso sulla filatura, comparto in cui, secondo le stime di Smi, la produzione potrebbe risentire, nel primo semestre dell’anno in corso, di una crescita nell’ordine del 7%. «Semmai - dice Massimo Marchi della Marchi&Fildi, azienda che si avvia chiudere  l’anno in crescita sul 2013 -, è nel periodo post-ferie che si è dato in essere un rallentamento. Una valutazione condivisa anche dagli imprenditori Federico Buratti di Filati Buratti e Alberto Aglietta di Italfil. Le speranze di molti sono oggi rivolte all’export stimolato dal nuovo rapporto euro-dollaro». Ma i piedi vanno tenuti per terra perché, come spiegano Alberto e Cesare Savio di Safil, filatura che celebra al salone milanese i suoi 60 anni di storia, «la situazione non restituisce ancora certezze: i bilanci medi del comparto lo attestano. Certo, chi fa produzioni ad alto contenuto R&S  corre di più». Safil, con la sua forza derivante da impianti che consentono una gamma vastissima di prodotti ad alto contenuto innovation, ne è un chiaro esempio. «Il 2013 ed il 2014 sono andati decisamente bene - conferma Cesare Savio -. Semmai, il 2015 potrebbe essere meno favorevole». Nuova normalità, insomma, è anche questo saper far fronte a oscillazioni che rappresentano il leitmotiv dei comparti produttivi più che per il passato. «Il mercato - spiegano Roberto Barbavara e Ivano Freguglia di Vimar 1991 - si è stabilizzato sulla fascia alta dove la differenza è fatta dalla innovazione continua, dall’eccellenza della materia e dal servizio al cliente nella produzione di nicchia».
Una nicchia ben rappresentata anche dai filati per tessitura di Botto Poala, azienda controllata da Zegna Baruffa-Lane Borgosesia e presente a Filo.
«La nostra linea di filati per tessitura marchiati Botto Poala cresce del 5-10% annuo attestandosi sui 5 milioni circa di fatturato - spiega l’Ad Paolo Todisco -. Un risultato possibile grazie alla scelta di puntare sull’eccellenza rigorosamente made in Italy». E che questo binomio “nicchia e innovazione” possa dare  buoni risultati è convinto anche Mauro Palladino di Avia. «I momenti di “ripresa” come  conosciuti in passato non credo torneranno - commenta Palladino -. Però, in un contesto complessivo dove torna ad aumentare la domanda di prodotto “made in italy” eccellente e dove il riequilibrio del concambio euro-dollaro fa ben sperare, investire in ricerca e in prodotti di nicchia ad alto contenuto innovativo e creativo può davvero fare la differenza».

 Tfr. Ma tra gli stand di Filo, le piccole e medie imprese che mettono ogni giorno in campo energie e risorse per resistere asi marosi della competizione globale, si confrontano anche con un altro tema: quello della proposta del Tfr in busta paga avanzata dal Governo. «Un rischio - dice Roberto Rimoldi di Filatura Luisa e capogruppo filatori Uib -. Così si finirebbe per sottrarre liquidità a piccole aziende del comparto che  vivono già una situazione  caratterizzata da un andamento non omogeneo: soddisfacente per chi fa filati per tessitura, ma meno brillante per chi produce fili per maglieria, calzetteria o altri settori. Del resto, il momento consiglia ancora prudenza e solo un ulteriore apprezzamento del dollaro sull’euro potrebbe rendere più chiaro il panorama».
Un’analisi condivisa anche da Vincenzo Caneparo di Davifil. «le imprese chiedono una riduzione del cuneo fiscale e qui, invece, si va nella direzione di appesantirle con ulteriori oneri - dice Caneparo -. Il comparto, nella prima parte dell’anno, ha registrato un momento di leggera crescita in termini di ordini e fatturato. non vorremmo che ciò venisse frustrato da decisioni improvvide».  
Nostro inviato
Giovanni Orso 

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