Filati biellesi: l’export corre a +11,1 per cento
Nel I trimestre, vendite estere superiori alla media nazionale (+4,9 per cento). Sorpresa Africa. Una quindicina i brand locali a Pitti Filati.
Nel I trimestre, vendite estere superiori alla media nazionale (+4,9 per cento). Sorpresa Africa. Una quindicina i brand locali a Pitti Filati.
I dati
Una quindicina (su 120 brand complessivi) le filature biellesi presenti a Pitti Filati, all’insegna di “Pitti Games”, il tema che caratterizza i saloni estivi fiorentini. La filatura biellese, impegnata nella vetrina di Pitti Filati con le nuove collezioni per l’Autunno-Inverno 2024-25, ha aperto il 2023 con un export che, eccettuata l’Asia, è stato rilevantemente connotato da segno positivo, ben oltre la media nazionale.
Le vendite estere di filati made in Biella hanno archiviato i primi tre mesi del 2023 (dati Istat) con un trend in crescita a cifra doppia. Le esportazioni della filatura biellese hanno segnato complessivamente un + 11,16% in valore, risultato di andamenti diversi secondo le macro-aree di mercato.
A parte l’Asia, dove le vendite estere hanno subito un calo cospicuo pari al -19,31%, i filati made in Biella hanno performato bene nel resto del mondo. Le esportazioni sono, infatti, cresciute verso l’Ue a 28, dove la filatura biellese ha messo a segno un +15,59%, con punte significative verso la Francia dove hanno raggiunto il 28%. Più sfumata (+8,65%) si è rivelata la crescita verso il mercato tedesco. Fuori dall’area Ue, le esportazioni di filati biellesi, nei primi tre mesi dell’anno in corso, hanno performato egregiamente verso l’Africa, macro-area sulla quale la crescita è stata, addirittura del +62,97%. Ottimo anche il flusso verso il mercato americano sul quale le vendite estere di filati made in Biella hanno segnato un +22,29%.
Degne di nota anche le performances esportative verso il Medio Oriente (+15,13%) e verso la Turchia (+20%). La filatura biellese aveva chiuso il 2022 con un export in crescita complessiva in valore del +17,1% su base tendenziale, portando a casa un ottimo risultato soprattutto sul mercato asiatico dove le vendite estere di filati made in Biella erano aumentate del +20,12% (la crescita verso la Cina, in particolare, era stata del +11,44%). Sul fronte Ue 28, l’export di settore era aumentato del +17,72%, trainato dalla Germania (+23,76%) e dalla Francia (+11,94%). A fronte di un mercato statunitense rimasto sostanzialmente fermo (+0,11%), l’Africa aveva già dato buoni segnali di trend con una crescita del +24,85%. Il 2022 aveva visto le vendite estere di filati biellesi correre particolarmente verso la Turchia (+29,52%).
Nazionale
Pitti Filati, tradizionalmente, rappresenta l’occasione non solo per la presentazione delle nuove collezioni di filati, ma anche quella per fare il punto sullo stato del settore. La filatura italiana, secondo le note di Confindustria Moda diffuse ieri per l’inaugurazione del salone, ha archiviato il 2022 con un fatturato settoriale in crescita del +24,7%, con un export a +17,8% (il livello raggiunto nel 2022 supera del +21,9% quello del 2019). Circa i primi tre mesi del 2023, la filatura italiana ha visto contrarsi il proprio indice di produzione industriale (-11,7%) dovuto ai cali a due cifre dell’attività produttiva in gennaio e febbraio (rispettivamente pari al -13,5% e al -12,6%) e il trend solo un po' meno negativo di marzo (in frenata del -9,5% rispetto al marzo 2022). L’export è rimasto in crescita del +4,9%, trainato proprio dalle tipiche produzioni biellesi ovvero i filati di lana pettinati (+17,1%), i cardati (+9,8%) e i misti chimico-lana (+6,2%).
Giovanni Orso