Filati biellesi: export in crescita

A conti fatti, la filatura made in Biella, secondo i dati Istat ultimi disponibili, ha visto le proprie vendite estere complessive crescere in valore, nei primi tre trimestri del 2017, di circa + 4,4% su base tendenziale. Un dato significativo, se si considera che, secondo i dati di Smi, tra gennaio e ottobre 2017, la filatura italiana ha invece visto il proprio export restare ancora in territorio negativo (-1,7% tendenziale), seppur dimezzando il ritmo di caduta (era stato del -3,2% nello stesso periodo 2016). Peraltro, tornando ai filati made in Biella, l’import è cresciuto, a valore, del +1,5%. Concentrando l’analisi sui flussi delle vendite estere di filati biellesi in ambito Ue a 28, la dinamica si è confermata positiva, incassando una performance di crescita di circa il +2,4%. Più marcata, nel complesso, la dinamica dell’export di filati biellesi verso l’Asia. Qui, nei primi nove mesi dello scorso anno, la crescita in valore risentita è stata del + 3,7% circa. Particolarmente buono, poi, si è rivelato il flusso di export di filati biellesi verso i Paesi dell’Area del Mediterraneo dove, in senso aggregato, la performance incassata dal made in Biella è stata (sempre su base tendenziale e misurata a valore) di circa il +32,5%. Un exploit, quest’ultimo, che, nell’analisi per macro-aree, non costituisce, però, ancora il risultato migliore, se si considera che, tra gennaio e settembre 2017, il flusso delle vendite di filati made in biella verso la Russia è addirittura volato di circa +40,4%, distanziando nettamente le performance realizzate, invece, verso gli Stati Uniti (circa +7%).
G.O.
A conti fatti, la filatura made in Biella, secondo i dati Istat ultimi disponibili, ha visto le proprie vendite estere complessive crescere in valore, nei primi tre trimestri del 2017, di circa + 4,4% su base tendenziale. Un dato significativo, se si considera che, secondo i dati di Smi, tra gennaio e ottobre 2017, la filatura italiana ha invece visto il proprio export restare ancora in territorio negativo (-1,7% tendenziale), seppur dimezzando il ritmo di caduta (era stato del -3,2% nello stesso periodo 2016). Peraltro, tornando ai filati made in Biella, l’import è cresciuto, a valore, del +1,5%. Concentrando l’analisi sui flussi delle vendite estere di filati biellesi in ambito Ue a 28, la dinamica si è confermata positiva, incassando una performance di crescita di circa il +2,4%. Più marcata, nel complesso, la dinamica dell’export di filati biellesi verso l’Asia. Qui, nei primi nove mesi dello scorso anno, la crescita in valore risentita è stata del + 3,7% circa. Particolarmente buono, poi, si è rivelato il flusso di export di filati biellesi verso i Paesi dell’Area del Mediterraneo dove, in senso aggregato, la performance incassata dal made in Biella è stata (sempre su base tendenziale e misurata a valore) di circa il +32,5%. Un exploit, quest’ultimo, che, nell’analisi per macro-aree, non costituisce, però, ancora il risultato migliore, se si considera che, tra gennaio e settembre 2017, il flusso delle vendite di filati made in biella verso la Russia è addirittura volato di circa +40,4%, distanziando nettamente le performance realizzate, invece, verso gli Stati Uniti (circa +7%).
G.O.