Expo2015 ha già vinto la sfida

Expo2015 ha già vinto la sfida
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RHO - Michelangelo Pistoletto in piazza Duomo davanti alla sua «Mela reintegrata» inaugurata ieri a Milano, la festa di sabato  al quartier generale Zegna in via Savona al motto di “Fabulae Natuerae” costituiscono i segni distintivi di una Biella in movimento che desidera esserci ad Expo2015 con uno sguardo lucidamente critico, ma positivo, progettuale. Così anche piccole o grandi aziende del territorio si sono mosse, in ordine sparso - è vero -, ma ad Expo ci sono. Come i produttori di formaggio Zaccaria con il suo riso al padiglione gestito da Cibus, o i vignaioli nostrani nell’ambito del padiglione dedicato al vino ricco di suggestioni. Grandi assenti? Le istituzioni biellesi. Lontane fisicamente da un mondo, quello di Expo, che - a dispetto dei detrattori di sempre e degli infernali black bloc di venerdì - ha già vinto la propria sfida di futuro con l’immaginazione e la forza dei circa 150 Paesi partecipanti, la creatività tutta italiana di un progetto messo in discussione fino all’ultimo giorno, complici  le malefatte di alcune imprese e dei loro mediatori politico-istituzionali, che però questa volta hanno avuto la peggio. Le immagini  della “Milano non si tocca” di ieri e ier l’altro, dopo l’assalto sconsiderato dei violenti, sono il fatto più bello che dà certezza che il vero messaggio dell’Expo ora potrà davvero fare strada. 

RHO - Michelangelo Pistoletto in piazza Duomo davanti alla sua «Mela reintegrata» inaugurata ieri a Milano, la festa di sabato  al quartier generale Zegna in via Savona al motto di “Fabulae Natuerae” costituiscono i segni distintivi di una Biella in movimento che desidera esserci ad Expo2015 con uno sguardo lucidamente critico, ma positivo, progettuale. Così anche piccole o grandi aziende del territorio si sono mosse, in ordine sparso - è vero -, ma ad Expo ci sono. Come i produttori di formaggio Zaccaria con il suo riso al padiglione gestito da Cibus, o i vignaioli nostrani nell’ambito del padiglione dedicato al vino ricco di suggestioni. Grandi assenti? Le istituzioni biellesi. Lontane fisicamente da un mondo, quello di Expo, che - a dispetto dei detrattori di sempre e degli infernali black bloc di venerdì - ha già vinto la propria sfida di futuro con l’immaginazione e la forza dei circa 150 Paesi partecipanti, la creatività tutta italiana di un progetto messo in discussione fino all’ultimo giorno, complici  le malefatte di alcune imprese e dei loro mediatori politico-istituzionali, che però questa volta hanno avuto la peggio. Le immagini  della “Milano non si tocca” di ieri e ier l’altro, dopo l’assalto sconsiderato dei violenti, sono il fatto più bello che dà certezza che il vero messaggio dell’Expo ora potrà davvero fare strada. 
Sono le idee della “Carta di Milano” che devono far breccia oltre il meraviglioso luna park di padiglioni, di immagini, colori, odori, rumori di Expo. «Nel sentirsi tutti cittadini dello stesso pianeta», i firmatari chiedono «che il diritto al cibo sia contemplato come un diritto umano fondamentale» e per far questo «è necessario gestire le risorse di questo pianeta in modo equo, razionale ed efficiente». E’ questo nella sostanza il messaggio fatto proprio dal palco e, in diretta tivù, nel venerdì dell’inaugurazione da papa Francesco e dal premier Renzi su tutti. 
A tutto ieri sono stati venduti per Expo2015 oltre 11 milioni di biglietti, molte centinaia anche nel Biellese. Una visita, una riflessione valgono davvero la pena. E - ne siamo convinti - un giorno solo non basta. 

Roberto Azzoni  

Leggi di più sull’Eco di Biella di lunedì 4 maggio 2015

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