Esodati: "A Biella risorse per 170"

Esodati: "A Biella risorse per 170"
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Ancora una volta, sono gli “esodati” biellesi (i lavoratori che, sulla base di accordi precisi hanno rinunciato al posto di lavoro per fruire di un ammortizzatore che li avrebbe accompagnati dritti alla pensione ma che ora, con la riforma Fornero, si trovano invece senza sussidio e senza pensione) a rinfocolare lo scontro tra ministro del lavoro e sindacato.

Risorse. Proprio Elsa Fornero, infatti, ha dichiarato martedì scorso che le risorse a tutt’oggi disponibili consentono di risolvere 65 mila casi: «Non abbiamo ora nè i numeri degli altri esodati nè accantonamento di risorse disponibili» ha detto il ministro che ha tuttavia aggiunto «Se dobbiamo trovare risorse, lo faremo». Le parole non piacciono però ai sindacati, Cgil in testa, dopo che già sul numero degli esodati, nelle settimane scorse, si era dato in essere un balletto di cifre.
Nel Biellese. «A conti fatti - interviene il segretario di Cgil Biella, Marvi Massazza Gal -, solo nel Biellese abbiamo calcolato dai 300 ai 500 esodati: una media di 400 persone cui la riforma Fornero ha regalato questa spiacevole sorpresa di trovarsi sprovvisti di ogni forma di sostegno al reddito al termine di quello che doveva essere, ai sensi e per gli effetti di norme vigenti dell’ordinamento giuridico italiano, un percorso di accompagnamento alla pensione. Con le risorse attualmente disponibili, facendo un altro conto veloce, significa ora che al massimo 170 di questi lavoratori avranno la fortuna di ricevere una dignitosa copertura. Ma per gli altri?».
Come scritto, il ministro Fornero ha manifestato la volontà di cercare nuove risorse, lasciando tuttavia intendere che il reperimento di esse non sarà automatico.
«Si può capire la difficoltà di reperire i fondi nelle pieghe del bilancio statale ma bisogna provarci subito - incalza Marvi Massazza Gal - : vengano recuperati dall’inefficienza della burocrazia o dal contrasto all’evasione. Qui c’è in gioco lo stato di diritto: norme del patto sociale alterate da una riforma improvvisa di cui chi l’ha voluta deve assumersi la responsabilità di certe conseguenze. Il Biellese non può sopportare un altro colpo di questo tipo».
Giovanni Orso
orso@primabiella.it

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