Economia piemontese: nel 2013, Pil in calo e disoccupati in crescita

Sono 28.630 le aziende nate in Piemonte (a fronte di 31.119 cessazioni) nel 2013, mentre, grazie al saldo migratorio positivo (per 77.169 unità) e al saldo naturale negativo (per 14.423 unità), la popolazione residente in Piemonte è cresciuta di 62.746 abitanti. Questi, sono solo alcuni dei dati di “Pie monte in cifre”, l’annuario statistico realizzato da Unioncamere Piemonte e presentato lunedì a Torino.
Lavoro. Secondo l’annuario statistico, , gli occupati in Piemonte ammontano, nel periodo considerato, a 1 milione e 800 mila, il 2,4% in meno su base tendenziale. A registrare un consistente incremento, viceversa, sono le persone in cerca di occupazione (+14,2% rispetto al 2012), mentre il tasso di disoccupazione è passato dal 9,2% del 2012 al 10,6% al 2013. Le ore complessive di Cig, nel 2013, sono state 136,4 milioni (-6,3%).
Pil. Nel 2013, il Pil piemontese ha registrato una diminuzione pari a -1,8% per un ammontare di 124.778 milioni di euro (l’8% del Pil italiano). Dal punto di vista settoriale, sono i servizi a creare, nel 2013, il 70,6% del valore aggiunto regionale; l’industria contribuisce con una quota del 27,7%, mentre l’agricoltura concorre per l’1,7%. Le previsioni vedono il Pil in aumento dello 0,8% nel 2014.
Export. A trainare l’economia piemontese, nel 2013, è stato ancora una volta l’export: le vendite all’estero sono aumentate del +3,8% su base tendenziale, raggiungendo i 41,4 miliardi: il Piemonte si conferma la quarta regione esportatrice, con una quota del 10,6% delle esportazioni complessive italiane. Il tessile-abbigliamento, in particolare, ha visti crescere il proprio export del +2,5%. Secondo le previsione, le vendite all’estero di made in Piemonte dovrebbero continuare a crescere nel 2014, del +2,5% e addirittura del +5,7% nel 2015.
Credito. Nel 20123, gli impieghi complessivamente erogati dalle 27 banche operative in Piemonte a soggetti non bancari sono stati pari a 114.585 milioni di cui il 44,7% a società non finanziarie ed il 33% circa a famiglie consumatrici.
G.O.