COMMERCIO

Dopo 50 anni Luciana Acquadro chiude "Il Setaccio"

La boutique di moda femminile nel 1972 aveva inaugurato in via Gustavo di Valdengo.

Dopo 50 anni Luciana Acquadro chiude "Il Setaccio"
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Dopo 54 anni Luciana Acquadro si ritira definitamente dal commercio, chiudendo Il Setaccio, la boutique di moda femminile che nel 1972 aveva inaugurato in via Gustavo di Valdengo, dopo aver gestito per qualche anno un negozio di abbigliamento per bambini in via Bengasi.

La decisione

La decisione, sul piano emotivo, non è stata indolore. La capacità di stare al passo con i tempi, per soddisfare le esigenze di una clientela attenta e selezionata, l’elegante arredamento e la professionalità della titolare, hanno sempre consentito di superare le difficoltà legate al calo demografico della città e, più recentemente, gli effetti della pandemia. Ma gli anni passano per tutti, e il richiamo agli affetti famigliari, le sollecitazioni del marito Franco e la volontà di dedicarsi a Bianca, la nipotina, l’hanno convinta al grande passo. Non prima di aver risolto un problema, al quale Luciana teneva particolarmente: “portare” alla pensione Angela, da diciotto anni la sua fedele e insostituibile collaboratrice. Che ringrazia per aver contribuito a creare un sodalizio che non si è mai incrinato.

Non c’erano più scuse, dunque, per giustificare la sua permanenza e allora, con grande rammarico ma pienamente appagata per avere svolto per oltre dieci lustri un’attività ricca di soddisfazioni, si è convinta a salutare definitivamente le clienti. Anche per la sua attività, aveva scelto un nome non usuale: il Setaccio. Deriva da setacciare, che significa vagliare, esaminare attentamente. Ecco, questa è la regola dalla quale non ha mai voluto derogare: scegliere il meglio per non deludere le aspettative. I marchi proposti non lasciavano dubbi: Max Mara, innanzitutto, il brand fondato da Achille Maramotti, a Reggio Emilia, negli anni Cinquanta, noto in tutto il mondo. «Meglio non rinvangare il passato. Resta il rimpianto per non avere in famiglia qualcuno che voglia raccogliere il testimone ed è giusto che i figli scelgano la loro strada». Certo, aggiunge, «Biella è profondamente cambiata negli ultimi tempi, e molte cose dovranno essere riviste, non ultima la necessità di trattenere i giovani, offrendo loro nuove opportunità di lavoro e consentire al commercio di progredire». Ma Luciana confida nei biellesi, perché «sono sicura che le capacità non mancano, e nemmeno le risorse per ripartire».

Marziano Magliola

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