Dalla pianta all’energia elettrica

Dalla pianta all’energia elettrica
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COSSATO - Le due facce della medaglia sembrano i volti di un paradosso. Di qui una realtà unica e innovativa  a livello nazionale, posti di lavoro creati nel corso degli anni, un business in crescita, un panorama di potenzialità inviolate e tutte da sfruttare.  Dall’altra parte, il territorio che la ospita, il Biellese. Una grande platea di possibili fornitori, una distesa di risorse e materie prime pronte da utilizzare e valorizzare. E allo stesso tempo, da tutto questo patrimonio, una risposta molto flebile, ridotta a pochissimi soggetti, quasi che il mercato in questione non fosse appetibile. Con l’inevitabile conseguenza che quella realtà unica e innovativa si trova costretta a volgere lo sguardo al di fuori degli stretti confini provinciali, pur senza allontanarsene troppo. Pellerei Ago Energia, l’azienda della grande centrale che svetta con i suoi camini dai campi della Spolina di Cossato, è l’unico esempio italiano di vera razionalizzazione o ottimizzazione delle risorse nel campo della produzione elettrica a partire dalla legna: un impianto da 3 Megawatt che, solo su tutto il territorio nazionale, può vantare «una linea completa di approvvigionamento propria», come spiega il tecnico dell’azienda Stefano Spigolon, 34 anni, genero di Marco Pellerei, cofondatore dell’impianto con i fratelli Paolo e Franco. Una “catena di montaggio” tutta interna che, dalla pianta in piedi alla lampadina accesa, è rinvigorita anche da un altro valore aggiunto: la brevità della filiera, mai più estesa dei 70 chilometri di raggio. 

COSSATO - Le due facce della medaglia sembrano i volti di un paradosso. Di qui una realtà unica e innovativa  a livello nazionale, posti di lavoro creati nel corso degli anni, un business in crescita, un panorama di potenzialità inviolate e tutte da sfruttare.  Dall’altra parte, il territorio che la ospita, il Biellese. Una grande platea di possibili fornitori, una distesa di risorse e materie prime pronte da utilizzare e valorizzare. E allo stesso tempo, da tutto questo patrimonio, una risposta molto flebile, ridotta a pochissimi soggetti, quasi che il mercato in questione non fosse appetibile. Con l’inevitabile conseguenza che quella realtà unica e innovativa si trova costretta a volgere lo sguardo al di fuori degli stretti confini provinciali, pur senza allontanarsene troppo. Pellerei Ago Energia, l’azienda della grande centrale che svetta con i suoi camini dai campi della Spolina di Cossato, è l’unico esempio italiano di vera razionalizzazione o ottimizzazione delle risorse nel campo della produzione elettrica a partire dalla legna: un impianto da 3 Megawatt che, solo su tutto il territorio nazionale, può vantare «una linea completa di approvvigionamento propria», come spiega il tecnico dell’azienda Stefano Spigolon, 34 anni, genero di Marco Pellerei, cofondatore dell’impianto con i fratelli Paolo e Franco. Una “catena di montaggio” tutta interna che, dalla pianta in piedi alla lampadina accesa, è rinvigorita anche da un altro valore aggiunto: la brevità della filiera, mai più estesa dei 70 chilometri di raggio. 
La scelta di operare in un contesto geograficamente così ristretto - peraltro motivata dai vincoli imposti a livello europeo per la concessione dei cosiddetti “certificati verdi”, ovvero gli sgravi che derivano dal merito di produrre energia pulita - non fa tuttavia rima con le disponibilità del territorio biellese. Dei circa 350 fornitori di cui Pellerei Ago Energia si avvale per il reperimento di legna da trasformare in cippato, ovvero in combustibile per la grande caldaia collegata alla turbina che produce energia elettrica, sono pochissimi, forse ridotti alle dita di una mano, quelli che provengono dal territorio. «Ha lavorato molto bene la comunità montana Valle Elvo mediante progetti regionali, successivamente con il Consorzio forestale Montagne biellesi in Valle Elvo, che poi si è allargato anche in Valle Cervo - spiega Spigolon -, mentre ultimamente stiamo sfruttando anche le opportunità che ci ha offerto la Provincia». E’ proprio all’azienda cossatese, infatti, che si deve una delle esperienze più innovative mai tentate nel Biellese: il “baratto” con l’ente di via Quintino Sella per la pulizia della superstrada e di alcune delle maggiori arterie stradali, tra cui la Settimo Vittone. «A loro il servizio di pulitura dalle piante - chiarisce Spigolon -, a noi la legna. Senza altri costi aggiuntivi per alcuno dei due». Uno scambio reso produttivo e redditizio dall’estrema vicinanza tra la sede e il luogo di lavoro, e fruttato qualcosa come 4mila tonnellate di legna buona». Ma al di là delle positive esperienze sulla Serra e con i Comuni di Graglia o Netro, il resto del Biellese risponde poco all’opportunità. «Non è colpa di nessuno, semplicemente non c’è la mentalità - chiarisce Spigolon -. L’offerta di legna è  vista come l’appropriazione indebita di un bene che si possiede, senza rendersi conto che in realtà si tratta di nient’altro che una possibilità di guadagno». 

Veronica Balocco

Leggi di più sull’Eco di Biella di giovedì 29 ottobre 2015 

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