Crisi tessile, petizione per salvare il Distretto

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Crisi tessile, petizione
per salvare il Distretto

Dopo la lettera a Berlusconi, il lancio di Uib e Donatelli

(22 feb) La lettera-appello al presidente del consiglio Silvio Berlusconi del presidente Uib Luciano Donatelli è stata ripresa anche da radio e televisioni e dalla stessa carta stampata con approfondimenti e interviste. Anche Internet fa la sua parte attraverso blog, forum e la diffusione del messaggio che Uib con il suo presidente ha trasformato in una petizione per salvare il Distretto tessile che, attraverso la posta elettronica, sta dando vita ad una sorta di “catena di Sant’Antonio” mirata a diffondere la protesta. E’ possibile firmare la petizione direttamente dal sito dell’Unione industriale biellese (www.ui.biella.it/petizione) dove si può leggere la lettera aperta di Donatelli e sottoscriverla e anche attraverso il nostro sito che linka direttamente a quello dell’Uib (qui a destra).

I particolari su ECO DI BIELLA in edicola lunedì 23

 

Crisi tessile, petizione
per salvare il Distretto

Dopo la lettera a Berlusconi, il lancio di Uib e Donatelli

Dopo il tam tam su tutti i media nazionali, continua a salire la voce del distretto tessile biellese, una protesta cui si stanno affiancando sempre più sostenitori. La lettera-appello del presidente dell’Unione industriale biellese, Luciano Donatelli, ai ministri dell’Economia, Giulio Tremonti, delle Attività produttive, Claudio Scajola, e al Lavoro, Maurizio Sacconi, è stata pubblicata, oltre che su quelle locali, anche sulle maggiori testate nazionali: La Repubblica, La Stampa, Il Giornale, Libero, Il Sole 24 Ore, Milano Finanza, Finanza e Mercati ed altri
Non solo, il messaggio di Donatelli è stato ripreso anche da radio e televisioni e dalla stessa carta stampata con approfondimenti e interviste. Anche Internet fa la sua parte attraverso blog, forum e la diffusione della petizione del tessile attraverso la posta elettronica, una sorta di “catena di Sant’Antonio” mirata a diffondere la protesta.
E’ possibile firmare la petizione, inoltre, direttamente dal sito dell’Unione industriale biellese (www.ui.biella.it/petizione) dove si può leggere la lettera aperta di Donatelli e sottoscriverla e anche attraverso il sito di Eco di Biella (www.Ecodibiella.it) che linka direttamente a quello dell’Uib.
A condividere le dichiarazioni del presidente dell’Uib, infatti, sono sempre più persone, come racconta lo stesso Donatelli: «Continua a crescere l’attenzione e le reazioni stanno esplodendo: giungono centinaia di e-mail e fax da parte imprenditori, casalinghe o pensionati a sostegno della nostra iniziativa».
E’ significativo che i sostenitori siano eterogenei: il forte messaggio partito dal grido dell’industria tessile si è trasformato nella voce di un intero territorio che, come espresso nella lettera, si sente “escluso”: «Noi Biellesi non chiediamo regalie - scrive Donatelli - ma, dopo anni di contribuzione e dedizione all’economia del nostro Paese, chiediamo strumenti che ci consentano di superare questa nuova “alluvione” molto più subdola, che rischia di essere un Vajont senza ritorno».
A sostenere la petizione sono, infatti, artisti come Omar Ronda ma anche casalinghe e pensionati, liberi professionisti o imprenditori non solo biellesi e piemontesi ma anche veneti, toscani, lombardi.
«La reazione italiana è notevole - commenta Donatelli - ed è importante il fatto che Biella sia partita per prima scatenando un incredibile effetto a catena, una cassa di risonanza che vuole fare pressione sul Governo».
Il presidente dell’Uib, dunque, sottolinea come ad essere stata apprezzata è stata la grande dignità del messaggio, «perché noi “cavalli da tiro” non chiediamo l’elemosina ma attenzione ricordando la nostra grande tradizione e una passione che va anche al di là del tessile» assicura Donatelli che invita a firmare la petizione per darle ancora più forza.
Il distretto industriale biellese, uno dei più antichi d’Italia,  ventimila addetti, mille imprese specializzate e di eccellenza, producendo il 40%  dei tessuti di pregio utilizzati in tutto il mondo, rischia di sparire dalla mappa produttiva secondo Donatelli. Per  salvarlo - ha fatto i conti il presidente Uib - servono 250 milioni di euro.

I particolari su ECO DI BIELLA in edicola
22 febbraio 2009

 

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