Contratto tessili, nuovo incontro il 20 febbraio
«La sfida da raccogliere è quella di trasformare le relazioni industriali e lo stesso contratto nazionale in uno strumento di politica industriale dal basso».
Alla vigilia del nuovo incontro tra parti datoriali e sindacati sul rinnovo del contratto nazionale per gli addetti dell’industria tessile, previsto per il prossimo 20 febbraio a Milano, Michele Tronconi, presidente di Smi, ripete con chiarezza il punto di vista degli imprenditori.
«Abbiamo bisogno - aggiunge Tronconi - di meno imposte sul lavoro e sul reddito d’impresa. Questo è il punto di partenza per una trattativa seria. Ecco perché dovremmo saper bussare insieme alla porta del Governo che verrà e metterlo d fronte alle sue responsabilità nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici, così come delle imprese del nostro settore».
Piattaforma. La linea di Smi è già emersa con chiarezza nel corso del primo incontro, a carattere interlocutorio, che ha avuto luogo a Milano, il 5 febbraio scorso.
«In quella sede - chiarisce Gloria Missaggia di Filctem Cgil Biella -, le tre segreterie sindacali di settore hanno presentato la piattaforma unitaria per il rinnovo. Molto sinteticamente, per la parte salariale, la richiesta fatta avanzare è stata quella di un aumento pari a 132 euro, con riferimento al terzo livello contrattuale, spalmato su tre anni, dal 2013 al 2015. Per la parte normativa, invece, la principale richiesta ha riguardato la possibilità di fruire dell’intera retribuzione anche oltre i centottanta giorni di malattia nonché quella di elevare a 10 giorni all’anno, di cui la metà retribuiti, il permesso di congedo per questioni relativi ai figli tra i 3 e gli 8 anni. Da parte datoriale, l’atteggiamento non è stato di rifiuto netto ma ci è stato detto che questo momento di crisi ha ridotto le disponibilità reali delle imprese ed è necessario quindi affrontare in modo diverso il problema, considerata anche l’assenza totale di politiche industriali in Italia. Nel Biellese, tale rinnovo riguarda circa 14 mila addetti dell’industria tessile»
A questi, tuttavia, vanno aggiunti i circa 5 mila addetti operativi nel settore artigiano. In queste settimane, infatti, è in corso di definizione la relativa piattaforma unitaria per il rinnovo del contratto nazionale anche di questo settore: il primo incontro tra sindacati e parti datoriali, in questo caso, è già stato fissato per il prossimo 5 marzo.
Risorse. Per il rinnovo del contratto nell’industria tessile, invece, il dialogo tra le parti riprenderà il 20 febbraio prossimo. Una strada che si annuncia tuttavia in salita non per cattiva volontà delle parti datoriali ma per le oggettive difficoltà in cui versano le aziende del settore tessile.
«Già in occasione del precedente rinnovo - spiega infatti Michele Tronconi - avevo sostenuto che la crisi ci avesse ormai sottratto l’oggetto principale della negoziazione, cioè la distribuzione del reddito tra capitale e lavoro. Ciononostante, convenimmo allora per un aumento dei livelli retributivi, illudendoci che la crisi fosse prossima alla fine. La ripresa non c’è stata: in questi tre anni, da tutti i fronti, a partire dallo Stato, si è invece continuato a trasferire nuovi costi sulle imprese e sul lavoro, mentre i ricavi, nella maggioranza delle aziende, non sono mai tornati ai livelli pre-crisi. Oggi, l’idea che si possa mettere il carro davanti ai cavalli, che si possa cioè aumentare i salari per poi innescare una ripresa di domanda interna, sarebbe un’illusione pericolosa».