Cna: 9 proposte di rilancio del Biellese

Sabato di protesta in Piazza Santa Marta della Cna, che con i suoi dirigenti ha “gridato”, attraverso le sagome che rendevano conto del saldo di fine 2013 di -216 imprese artigiane nel Biellese, il “suo” allarme: «Il tempo è scaduto». Contestualmente, il presidente Claudio Capellaro Siletti e i vertici associativi hanno diffuso un documento in 9 punti per sollecitare la sburocratizzazione delle procedure e, soprattutto, meno tasse. All’appello agli amministratori e alla politica hanno risposto solo in due, il sindaco di Masserano e il vicesindaco di Cerrione.
Con la premessa «che la crisi ha fatto perdere all’Albo delle imprese artigiane della provincia di Biella più di 600 imprese dal 2008 al 2013, che il calo rispetto all’anno 2012 è di ben 216 imprese, pari a -3,6% (-2,5% in Piemonte e -1,9% in Italia), che delle 5.788 imprese artigiane iscritte all’Albo alla data del 31 dicembre 2013, 2.687 di esse sono imprese di costruzioni (46,42%) e 1.432 sono attività manifatturiere, che queste 5.788 imprese rappresentano il 30,18% delle imprese iscritte alla Camera di Commercio di Biella (19.177), Capellaro e gli altri dirigenti hanno distribuito il vademecum della ripresa, idee e proposte «per un serio e concreto rilancio del Distretto che soffre più di ogni altro territorio piemontese, gli effetti della crisi».
Innanzitutto - spiega il documento Cna - al Biellese serve una Cabina di Regia: «necessaria per la programmazione delle azioni sul territorio, vista la mancanza del riferimento provinciale». Sul capitolo infrastrutture si parla di urgenza «dei collegamenti da e per il territorio in grado di arrestare l’emorragia demografica, favorendo l’insediamento di nuovi residenti e imprese» non senza dimenticare la carente manutenzione delle strade esistenti. Cna insiste per il «cablaggio totale del territorio con banda larga, meglio ancora con fibra ottica».
Sui tagli e ottimizzazione spesa pubblica Cna vorrebbe «accelerare unioni di Comuni» e «dove non possibile accorpare necessariamente servizi intercomunali» e «le aziende municipalizzate eliminando quelle inutili e senza attuale dotazione finanziaria (Atl), rendendole governabili dalla Cabina di regia:Atl, Cor dar, Cosrab, Seab, Enerbit, Consorzi Iris e Cissabo, Atap ecc…». Commissioni comunali edilizie più snelle è uguali nei Comuni, concentrare gli sportelli unici in uno solo sportello sono altre cose fattibili. Puntare, poi, su scuola e formazione con Città Studi, tra tessile (innovazione) e medicale (grazie al nuovo ospedale, Lilt, Fondazioni), l’agrario boschivo (finalizzato alle energie rinnovabili). Infine, un sanità da valorizzare e la necessità di mettere “a sistema” le attività delle tante associazioni di volontariato a partire dalle Fondazioni sanitarie per finire coi Consorzi sociali (Iris e Cissabo). Un capitolo è dedicato alla “questione edilizia”. Riqualificare, recuperare e valorizzare sono le parole d’ordine «Incentivando quindi aziende e privati che siano disponibili a riconvertire e a ristrutturare». Ma anche un monito: «Alle imprese locali, nel rispetto della legalità, devono applicarsi criteri di priorità nelle gare per lavori pubblici, portando inevitabili ricadute economiche positive al territorio».