TESSILE

«Cina più lenta, ma resta un’occasione»

Dopo l’edizione 18 di Milano Unica Shanghai parla il presidente. Alessandro Barberis Canonico: «Sul “lusso accessibile” opportunità per il tessile biellese». 

«Cina più lenta, ma resta un’occasione»
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Dopo l’edizione 18 di Milano Unica Shanghai parla il presidente. Alessandro Barberis Canonico: «Sul “lusso accessibile” opportunità per il tessile biellese».

Il mercato

«Diciamolo con chiarezza: il mercato asiatico non sta facendo faville. Però resto convinto che, al di là del momento congiunturale, la Cina resti, per il tessile biellese e per il made in Italy, una grande occasione. Del resto, al di là delle dinamiche dell’export, la Cina rappresenta l’unico vero mercato su cui noi aziende tessili riusciamo a trovare nuovi clienti». Alessandro Barberis Canonico, imprenditore di razza e presidente di Milano Unica, usa queste parole per commentare la chiusura dell’edizione numero 18 di Milano Unica Shanghai. Nell’ampia area espositiva della fiera Intertextile Apparel Fabrics della megalopoli cinese, il salone milanese è tornato dopo edizioni di assenza per le cause legate alla pandemia. Sono state 44 le aziende espositrici italiane protagoniste, con la presenza in stand del 50% dagli imprenditori e dai responsabili di area, a testimoniare l’importanza rappresentata dal mercato cinese per il tessile e l’accessorio made in Italy. Del resto, il mercato cinese, malgrado la contrazione di Hong Kong, si conferma, dopo Francia e Germania, in terza posizione nell’export dei tessuti made in Italy, con una variazione positiva del 7,3%. Il comparto tessile e accessori dell’abbigliamento di lusso si attesta tra le principali realtà nell’export italiano.

Il contesto

«Le nostre aspettative di un fenomeno di revenge spending post pandemia sul mercato cinese, analogo a quello che ha caratterizzato le dinamiche negli States, sono state deluse - ammette il presidente di Milano Unica -. Vanno, però, fatte alcune considerazioni che, a parer mio, dimensionano l’attuale situazione in una fase congiunturale e non strutturale. Quindi meno preoccupante». Proprio Alessandro Barberis Canonico è stato a Shanghai durante i giorni della fiera, compulsando direttamente la situazione del mercato cinese. «Diciamo subito che la Cina era il Paese che cresceva a ritmi da +6% annui e ora i numeri si sono ridimensionati - aggiunge il presidente di Milano Unica -. Non solo, oggi la Cina è anche, per la prima volta, alle prese con la disoccupazione e questo crea timori e prudenze. Con la lunga onda della crescita dei salari della classe media, eravamo abituati a una correlativa crescita dei consumi interni che ora, invece, rallentano. Inoltre, la Cina sta vivendo un problema non secondario sul fronte del settore real estate. Questi fattori, già da soli, possono contribuire a spiegare il mancato recupero che noi speravamo: il luxury tiene, certo, ma il recupero era atteso su quel segmento che si usa definire “lusso accessibile” e che è legato all’evoluzione dei consumi della classe media».

Lungo periodo

Il mercato cinese, però, secondo Alessandro Barberis Canonico va valutato in un’ottica di lungo periodo.

«Sono convinto che il Governo cinese abbia tutte le armi per rilanciare la componente internazionale del proprio Pil e ritengo che le metterà in atto, stimolando una nuova crescita di salari e consumi - dice il presidente di Milano Unica -. Se così sarà e i consumi in loco ripartiranno (e a pare mio, tra un annetto potremmo già avere i primi consistenti segnali), allora il plus del made in Italy mostrerà tutta la propria forza».

Segmento donna

Insomma, la Cina, per il tessile biellese, va vista come investimento.

«Senza dubbio - risponde Alessandro Barberis Canonico -. E dirò di più: a Milano Unica ho potuto personalmente constatare un notevole interesse sulle collezioni donna e i nostri marchi che in fiera hanno portato collezioni femminili hanno lavorato bene. Difficile, per ora, quantificare. Le cose potranno farsi più chiare da febbraio, con l’inizio del nuovo anno cinese. Tuttavia, se la questione del real estate e il rilancio dei consumi interni dovessero ripartire, anche solo statisticamente i numeri possono confortare una visione positiva: oltre la Grande Muraglia sono milioni coloro che possono vedere migliorati i loro salari e quindi aumentare la capacità di spesa. Se anche solo per una parte di questi ciò capiterà, per il made in Italy e, in particolare, per il nostro tessile biellese, il mercato cinese potrà rappresentare un credibile orizzonte di crescita».

Giovanni Orso

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