Chimici: siglato il nuovo contratto

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BIELLA - Dopo le tensioni delle settimane scorse tra sindacati e Confindustria che lasciavano presagire tempi molto lunghi in materia di rinnovi contrattuali in scadenza, giovedì scorso, a sorpresa, dopo una notte appena di trattativa, è arrivata invece la firma sull’ipotesi di accordo per i lavoratori del settore chimico-farmaceutico. Insomma, Filctem Cgil, Femca Cisl e Uilctem Uil, unitariamente, da un lato, e Federchimica e Farmindustria, dall’altro, hanno bruciato le tappe e portato a casa, con due mesi di anticipo sulla scadenza, un’intesa che prevede un aumento medio di 90 euro spalmato in tre anni.

I sindacati giudicano l’accordo trovato come un segnale di responsabilità nel campo delle relazioni industriali: un segnale che giunge da parti sociali e imprese di settore e che si presenta utile per riaprire il tavolo confederale e gli altri tavoli di categoria. Soprattutto, l’intesa ha scongiurato  lo scenario dell’assenza di un contratto collettivo nazionale che avrebbe aperto la strada alla surroga rappresentata da un intervento politico. «Non si può che giudicare positivamente il risultato raggiunto - commenta la segretaria di Filctem Cgil Biella, Gloria Missaggia - Non solo viene confermato il valore delle relazioni industriali strutturate su dialogo e confronto, ma l’intesa, al di là del contenuto economico, contiene almeno due elementi importanti: da un lato, sotto il profilo dei provvedimenti disciplinari, saranno le regole contrattuali a fare stato e grado rispetto al Jobs Act; dall’altro, si prevede la verifica annuale dei minimi agli eventuali  scostamenti rispetto all’inflazione».

Se, a livello nazionale, l’ipotesi di rinnovo 2016-18 copre tremila realtà produttive per oltre 170 mila lavoratori, anche a livello locale essa  assume un suo peso se si guarda nell’ottica delle tre province contigue di Biella, Novara e Vercelli. «Se Biella, nel settore, pesa poco - spiega, infatti, il segretario regionale di Femca Cisl, Giancarlo Lorenzi - non così le vicine Novara e Vercelli, rispettivamente con il polo chimico, legato al petrolchimico, e con quello biomedicale. In tutto, nelle tre province, il rinnovo  del contratto riguarda circa 5 mila lavoratori. Detto questo, al di là del risultato economico, sono convinto che questo accordo abbia una valenza politicamente importante sia perché con esso si è riusciti a scongiurare il venir meno del contratto nazionale, garanzia importante per i lavoratori, sia perchè in esso si prevede una verifica annuale circa i differenziali rispetto ai livelli inflattivi. In sintesi, credo che proprio questo accordo, trovato in anticipo rispetto alla scadenza del contratto, sottolinei bene come il pragmatismo consenta di tenere insieme l’interesse dei lavoratori e quello delle imprese: è auspicabile che ciò diventi modello per tutti i rinnovi dei contratti in scadenza».

Giovanni Orso

BIELLA - Dopo le tensioni delle settimane scorse tra sindacati e Confindustria che lasciavano presagire tempi molto lunghi in materia di rinnovi contrattuali in scadenza, giovedì scorso, a sorpresa, dopo una notte appena di trattativa, è arrivata invece la firma sull’ipotesi di accordo per i lavoratori del settore chimico-farmaceutico. Insomma, Filctem Cgil, Femca Cisl e Uilctem Uil, unitariamente, da un lato, e Federchimica e Farmindustria, dall’altro, hanno bruciato le tappe e portato a casa, con due mesi di anticipo sulla scadenza, un’intesa che prevede un aumento medio di 90 euro spalmato in tre anni.

I sindacati giudicano l’accordo trovato come un segnale di responsabilità nel campo delle relazioni industriali: un segnale che giunge da parti sociali e imprese di settore e che si presenta utile per riaprire il tavolo confederale e gli altri tavoli di categoria. Soprattutto, l’intesa ha scongiurato  lo scenario dell’assenza di un contratto collettivo nazionale che avrebbe aperto la strada alla surroga rappresentata da un intervento politico. «Non si può che giudicare positivamente il risultato raggiunto - commenta la segretaria di Filctem Cgil Biella, Gloria Missaggia - Non solo viene confermato il valore delle relazioni industriali strutturate su dialogo e confronto, ma l’intesa, al di là del contenuto economico, contiene almeno due elementi importanti: da un lato, sotto il profilo dei provvedimenti disciplinari, saranno le regole contrattuali a fare stato e grado rispetto al Jobs Act; dall’altro, si prevede la verifica annuale dei minimi agli eventuali  scostamenti rispetto all’inflazione».

Se, a livello nazionale, l’ipotesi di rinnovo 2016-18 copre tremila realtà produttive per oltre 170 mila lavoratori, anche a livello locale essa  assume un suo peso se si guarda nell’ottica delle tre province contigue di Biella, Novara e Vercelli. «Se Biella, nel settore, pesa poco - spiega, infatti, il segretario regionale di Femca Cisl, Giancarlo Lorenzi - non così le vicine Novara e Vercelli, rispettivamente con il polo chimico, legato al petrolchimico, e con quello biomedicale. In tutto, nelle tre province, il rinnovo  del contratto riguarda circa 5 mila lavoratori. Detto questo, al di là del risultato economico, sono convinto che questo accordo abbia una valenza politicamente importante sia perché con esso si è riusciti a scongiurare il venir meno del contratto nazionale, garanzia importante per i lavoratori, sia perchè in esso si prevede una verifica annuale circa i differenziali rispetto ai livelli inflattivi. In sintesi, credo che proprio questo accordo, trovato in anticipo rispetto alla scadenza del contratto, sottolinei bene come il pragmatismo consenta di tenere insieme l’interesse dei lavoratori e quello delle imprese: è auspicabile che ciò diventi modello per tutti i rinnovi dei contratti in scadenza».

Giovanni Orso

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