Economia

Cgil Biella: al via la raccolta firme per il referendum sul lavoro

Si parte a raccogliere le firme necessarie già questa sera con la fiaccolata del 24 Aprile a Biella e si proseguirà il 25 aprile a Cossato

Cgil Biella: al via la raccolta firme per il referendum sul lavoro
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Inizierà in concomitanza con la Festa della Liberazione la campagna referendaria promossa dalla Cgil sui temi del lavoro. Si parte a raccogliere le firme necessarie già questa sera con la fiaccolata del 24 Aprile a Biella e si proseguirà il 25 aprile a Cossato, alla Camera del Lavoro. “Il lavoro è sempre più precario e debole, anche per l’approvazione e applicazione di alcune leggi, o parti di esse, che noi vogliamo abrogare - spiega Lorenzo Boffa Sandalina, segretario generale della Camera del Lavoro di biella, in merito alla campagna nazionale e locale -. Un esempio paradigmatico per tutti: nel Biellese nel corso del 2023 le assunzioni a tempo determinato sono state la metà rispetto a quelle a tempo indeterminato; esattamente 3.456 contro 6.304. Questo porta al tema della “povertà del lavoro”, sempre più fragile e insicuro. Il che non è un problema solo dei lavoratori e delle lavoratrici, ma dell’intero territorio".

Salari sperequati e ricadute sul territorio

"La mancanza di salari adeguati al costo della vita, ha infatti ricadute negative sui consumi e di conseguenza sul mercato interno - continua il segretario di Cgil Biella -. Due esempi eloquenti: un operaio assunto a tempo indeterminato guadagna mediamente all’anno 19.161 euro, uno con un contratto a tempo determinato 9.243. Un impiegato a tempo indeterminato percepisce poco più di 26 mila euro all’anno, se invece ha un contratto a tempo determinato 13.825. Questo il quadro generale, in cui si inseriscono le nostre battaglie sindacali referendarie, nella convinzione che le sfide e le complessità della globalizzazione siano state pagate soprattutto dai lavoratori, mentre potevano essere occasione per formazione professionale e innovazione del sistema impresa”. E ancora, aggiunge Boffa: “Noi chiediamo l’abrogazione di quattro normative di legge, affinché il lavoro nel nostro Paese diventi più sicuro, più stabile e con retribuzioni migliori. La questione della flessibilità si è troppo spesso tradotta solo in stipendi bassi e lavoro insicuro, che non produce crescita economica bensì stagnazione”.

Quattro quesiti referendari per una riforma

Quattro i quesiti refererendari su cui Cgil sta raccogliendo le firme. “Il primo quesito ha come obiettivo di ridare a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori il diritto alla reintegrazione nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo. Cosa vogliamo cancellare? Le norme sui licenziamenti del “Jobs Act”, che consentono alle imprese di non reintegrare una lavoratrice o un lavoratore licenziata/o in modo illegittimo nel caso in cui sia stato assunto dopo il 2015 - spiega sempre Boffa Sandalina -. Vogliamo equità tra i lavoratori e non una tutela diversa in base alla data di assunzione. Il secondo quesito punta ad innalzare le tutele contro i licenziamenti illegittimi per le lavoratrici e i lavoratori che operano nelle imprese con meno di quindici dipendenti. Quindi vogliamo abrogare il tetto massimo all’indennizzo in caso di licenziamento ingiustificato nelle piccole aziende, affinché sia un giudice a determinare il giusto risarcimento senza alcun limite. Il terzo quesito vuole far superare la precarietà dei contratti di lavoro. Quindi vogliamo cancellare la liberalizzazione dei contratti a termine per limitare l’utilizzo a causali specifiche e temporanee. Di fatto con la possibilità del contratto a tempo determinato a causale si è data la possibilità di assumere senza mai stabilizzare, in questo modo anche quando si deve sostituire personale necessario all’azienda per il suo normale funzionamento, lo si fa con personale precario, magari passando da una persona all'altra, così da evitare i costi inerenti ai rapporti di lavoro stabili. Il quarto tema vuole rendere il lavoro più sicuro nel sistema degli appalti. Inutile sottolineare quanto questo argomento sia di tragica attualità, viste le stragi di Brandizzo, Firenze e Bologna. Quindi puntiamo a cancellare la norma che esclude la responsabilità solidale delle aziende committenti nell’appalto e nel subappalto, in caso di infortunio e malattia professionale della lavoratrice o del lavoratore”.

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