Cassa per "Puro Tessuto" e Sda

Cassa per "Puro Tessuto" e Sda
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«Abbiamo risolto il principale problema dei lavoratori del lanificio Puro Tessuto di Trivero». L’annuncio è arrivato dall’assessore regionale al Lavoro Claudia Porchietto, a chiusura del tavolo di crisi avvenuto lunedì pomeriggio in via Magenta. «La Regione Piemonte si è impegnata all’anticipo del trattamento di cassa integrazione straordinaria in sostituzione all’azienda a partire dal 1 ottobre e fino al 12 febbraio 2013 - spiega l’assessore -. Allo stesso tempo  continua l’azione per ricercare soluzioni produttive volte a salvaguardare l’occupazione degli 80 dipendenti del lanificio biellese».

Cassa in deroga.  La notizia è arrivata con la conferma  del finanziamento di altri 50 milioni di euro per il sostegno alla cassa integrazione in deroga: una boccata d’ossigeno ma non risolutiva. Il fabbisogno stimato per la copertura delle necessità a fine anno è di 150 milioni di euro: 50 era no stati sbloccati a settembre, altri 50 la scorsa settimana. «Ma per chiudere l’anno e poter iniziare con maggior serenità il 2013 servirebbero almeno  altri 30 milioni di euro», ha commentato la segretaria Cisl Piemonte Giovanna Ventura. In attesa di risposte definitive  «si apre il confronto con il ministero - spiega Porchietto - per rinnovare l’accordo Stato-Regioni sulla cassa in deroga 2013», partita sulla quale ci sono molti dubbi.

I dati. Intanto,  sono state più di 12 milioni le ore di cassa integrazione in Piemonte nel mese di ottobre (potenziali cassintegrati  71.520 lavoratori), con una crescita del 21,6%, superiore a quella registrata a livello nazionale (+19,3%). I dati del Rapporto Uil dicono che  rispetto a settembre la cassa ordinaria è diminuita del 13,5%, quella straordinaria è aumentata dell’83,8%, quella in deroga del 45,9%. Così il ricorso nelle province, a scalare: a Novara  +268,3%; Biella +63,9%; Alessandria +61,2%; Asti +59,4%; Cuneo +13,2%; Verbania +10%; Vercelli -2,8%; Torino -13%.

Il caso Sda. Si chiariscono meglio per la sede di Massazza i contenuti dell’accordo nazionale con il corriere dei trasporti Sda che aveva annunciato 114 licenziamenti e la soppressione delle sedi di Biella e Cremona. «Mentre l’azienda - spiega Lorenzo Boffa della Cgil trasporti - si è impegnata a ricollocare i  13 dipendenti  diretti,  creando loro meno disagi possibili, presso le altre agenzie piemontesi  del gruppo a Novara, Torino, Alessandria e Cuneo, non ci sono rassicurazioni per la tenuta della sede che, senza deroghe, verrà chiusa. Per gli altri addetti biellesi, una trentina, che operavano per Sda, quasi tutti soci di cooperative di trasporto, non ci sono certezze, nel senso che bisognerà vedere come l’agenzia di riferimento per il nostro distretto, che sarà Novara, gestirà l’attività biellese». Il problema, dunque, avrà tre sfaccettature. La prima riguarda i dipendenti diretti «per i quali l’azienda si è impegnata ad adire la cassa integrazione in deroga per un anno in attesa di ricollocazione»; la seconda  i lavoratori delle cooperative, precari con meno tutele e in balia del mercato, e infine, la perdita di un altro servizio nel Biellese. Quando chiuderà la sede? «Non si sa - aggiunge Boffa -, probabilmente dopo Natale. Per ora è aperta,  ma sul capannone c’è già il cartello affittasi».

Il presidio Coca Cola. Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil e le Rsu del nord- ovest di Coca-Cola Hbc,  in seguito alle iniziative del coordinamento nazionale, hanno  proclamato l’apertura dello stato di agitazione sindacale con blocco di flessibilità e straordinari e 8 ore di sciopero per oggi, giovedì 22 novembre. Dalle ore 10 alle ore 14 si terrà un presidio di fronte allo stabilimento di Gaglianico. L’iniziativa segue l’annuncio aziendale della esternalizzazione nell’area logistica che, per lo stabilimento biellese, potrebbe interessare circa 35 addetti.

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