Cassa in deroga a rischio per 2500

Sono circa 2500 i lavoratori biellesi (più quelli che potrebbero aggiungersi per le procedure in chiusura di qui a fine anno) che potrebbero perdere il sussidio di cassa integrazione in deroga (Cid) se il Governo non correggerà la cosiddetta “Manovrina” che ha “congelato” i 330 milioni necessari per pagare gli assegni ai dipendenti delle aziende in crisi. La tranche per il Piemonte ammonterebbe a circa 25 milioni di euro.
Nei giorni scorsi, l’assessore regionale al Lavoro, Claudia Porchietto, ha lanciato un disperato grido di allarme. La Regione ha già sborsato quasi 90 milioni e ne aspetta 34 solo per smaltire il pregresso. «Adesso - ha detto Claudia Porchietto - i 25 milioni promessi ci servono in fretta. Quello che è stato stanziato, è già stato tutto speso. Senza quei soldi, rischiamo di essere fermi».
Secondo le prime rassicurazioni ricevute da Roma, in sede di Legge di Stabilità, un decreto dovrebbe liberare le risorse necessarie. Ma queste promesse non sembrano sufficienti a far rientrare l’emergenza
Allarme. L’allarme è subito raccolto anche dal sindacato che vede nella mancanza dei fondi promessi un rischio per la tenuta sociale del territorio.
«Questa mancanza all’appello dei fondi promessi per il rifinanziamento della Cid è il miglior esempio di come la politica si occupi d’altro - afferma Marvi Massazza Gal, segretaria di Cgil Biella -. Pochi giorni fa, il Governo, stimolato dalle forti richieste delle parti sociali, ha promesso un cambio di passo. Sarebbe questo? Una ““manovrina”” in cui non si riescono a reperire 25 milioni destinati al Piemonte cioè alla regione del Nord più durame te colpita dalla crisi? Mi auguro che si arrivi al più presto a correggere questa situazione: nel solo Biellese sono in ballo circa 2.500 lavoratori in Cid, mentre altri potrebbero aggiungersi prima della fine del’anno, per il venire al pettine di altre crisi aziendali».
Sul fronte di Cisl Biella, il segretario Roberto Bompan.
«La situazione desta estrema preoccupazione - dice Bompan -. Il Governo aveva assunto un impegno preciso in questo senso con le organizzazioni sindacali. Speriamo che, entro breve, questo rischio rientri. Viceversa ci muoveremo chiedendo un incontro al Prefetto per esporre la gravità della situazione che sul territorio potrebbe venirsi a creare».