Cappellificio Cervo in liquidazione

Cappellificio Cervo in liquidazione
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Il Cappellificio Cervo Srl di Sagliano va in liquidazione. Lo scorso 3 dicembre 2016, infatti, l’assemblea straordinaria dello storico  Cappellificio ha deliberato la messa in liquidazione delle società, nominando contestualmente come liquidatore Marco Milanesio. Una decisione sofferta, ma, a quanto è dato sapere, inevitabile, stante una situazione debitoria pregressa. Il neonominato liquidatore dovrà  provvedere alla collocazione degli assets aziendali con l’obiettivo di salvaguardare i circa 150 anni di storia dell’azienda, la clientela, i marchi d’eccellenza e le maestranze. 
La storia. Nato nel 1897 come cooperativa, presso l’omonimo torrente, il Cappellificio racchiude nelle sue creazioni la grandezza dei due celebri marchi: Barbisio e Bantam da cui ha ereditato lo stile inimitabile e la grande qualità. Tra i fatti storici e di costume più curiosi dell’azienda, vanno certamente ricordati l’incremento di capitale del 1924 a cui contribuirono, con il proprio salario, gli stessi dipendenti; le esportazioni che, già negli anni Trenta, raggiungevano la Turchia e il Sudamerica nonché i 1300 cappelli al giorno prodotti negli anni Cinquanta. Il 2009, poi, è stato per l’azienda biellese l’anno della svolta con l’acquisizione del 50,3% da parte di “Bigli 1”, finanziaria della famiglia Romiti, e con la nomina di Maurizio Romiti a presidente dell’azienda. Il piano di rilancio e il revival dell’accessorio cappello hanno permesso, negli ultimi anni, il consolidamento e la crescita del brand. Tuttavia, proprio la pregressa situazione debitoria, pur riducendosi nel tempo, ha purtroppo continuato a pesare sui bilanci aziendali non consentendo la prosecuzione della società. Da quanto si apprende, nonostante la decisione della messa in liquidazione deliberata dall’assemblea, resta comunque ferma negli investitori la volontà di continuare successivamente a impegnarsi, ripartendo da quota zero, nella valorizzazione del background storico, professionale e artigianale rappresentato da Cappellificio Cervo, una volta portato a termine il processo di liquidazione.
Vendita. Intanto, sempre sul fronte delle aziende, è da registrarsi la vendita, in corso di perfezionamento, che ha ad oggetto la Mondoffice di Castelletto Cervo che impiega circa 300 dipendenti. La multinazionale Staples, attuale proprietaria, ha ceduto Mondoffice a Cerberus, leader mondiale tra i fondi di investimento. L’operazione non è stata ancora perfezionata (tutto dovrebbe compiersi entro la prossima primavera), mancando il parere della Commissione europea e dell’antitrust. Lunedì scorso, però, si è già avuta la conferma, con la visita del futuro presidente esecutivo, Olof Persson, ai dipendenti dello stabilimento di Castelletto Cervo. «Per ora - commenta Alessandro De Stefano (Fisascat Cisl Piemonte Orientale) - non si è parlato di progetti o occupazione. Tuttavia, credo che non debbano esserci motivi di preoccupazione per i lavoratori. Cerberus potrebbe aiutare a cogliere opportunità del settore e si possono intravvedere  potenzialità per il futuro. Vigileremo comunque con attenzione perché i livelli occupazionali siano pienamente salvaguardati». «Siamo in attesa di conoscere i particolari dell’operazione e, quindi, è prematuro esprimere giudizi o timori - aggiunge Michele Racanelli (Filcams Cgil Biella) -. Saremo comunque sempre parte attiva, se necessario, nella difesa dei diritti dei dipendenti».
Giovanni Orso    

Il Cappellificio Cervo Srl di Sagliano va in liquidazione. Lo scorso 3 dicembre 2016, infatti, l’assemblea straordinaria dello storico  Cappellificio ha deliberato la messa in liquidazione delle società, nominando contestualmente come liquidatore Marco Milanesio. Una decisione sofferta, ma, a quanto è dato sapere, inevitabile, stante una situazione debitoria pregressa. Il neonominato liquidatore dovrà  provvedere alla collocazione degli assets aziendali con l’obiettivo di salvaguardare i circa 150 anni di storia dell’azienda, la clientela, i marchi d’eccellenza e le maestranze. 
La storia. Nato nel 1897 come cooperativa, presso l’omonimo torrente, il Cappellificio racchiude nelle sue creazioni la grandezza dei due celebri marchi: Barbisio e Bantam da cui ha ereditato lo stile inimitabile e la grande qualità. Tra i fatti storici e di costume più curiosi dell’azienda, vanno certamente ricordati l’incremento di capitale del 1924 a cui contribuirono, con il proprio salario, gli stessi dipendenti; le esportazioni che, già negli anni Trenta, raggiungevano la Turchia e il Sudamerica nonché i 1300 cappelli al giorno prodotti negli anni Cinquanta. Il 2009, poi, è stato per l’azienda biellese l’anno della svolta con l’acquisizione del 50,3% da parte di “Bigli 1”, finanziaria della famiglia Romiti, e con la nomina di Maurizio Romiti a presidente dell’azienda. Il piano di rilancio e il revival dell’accessorio cappello hanno permesso, negli ultimi anni, il consolidamento e la crescita del brand. Tuttavia, proprio la pregressa situazione debitoria, pur riducendosi nel tempo, ha purtroppo continuato a pesare sui bilanci aziendali non consentendo la prosecuzione della società. Da quanto si apprende, nonostante la decisione della messa in liquidazione deliberata dall’assemblea, resta comunque ferma negli investitori la volontà di continuare successivamente a impegnarsi, ripartendo da quota zero, nella valorizzazione del background storico, professionale e artigianale rappresentato da Cappellificio Cervo, una volta portato a termine il processo di liquidazione.
Vendita. Intanto, sempre sul fronte delle aziende, è da registrarsi la vendita, in corso di perfezionamento, che ha ad oggetto la Mondoffice di Castelletto Cervo che impiega circa 300 dipendenti. La multinazionale Staples, attuale proprietaria, ha ceduto Mondoffice a Cerberus, leader mondiale tra i fondi di investimento. L’operazione non è stata ancora perfezionata (tutto dovrebbe compiersi entro la prossima primavera), mancando il parere della Commissione europea e dell’antitrust. Lunedì scorso, però, si è già avuta la conferma, con la visita del futuro presidente esecutivo, Olof Persson, ai dipendenti dello stabilimento di Castelletto Cervo. «Per ora - commenta Alessandro De Stefano (Fisascat Cisl Piemonte Orientale) - non si è parlato di progetti o occupazione. Tuttavia, credo che non debbano esserci motivi di preoccupazione per i lavoratori. Cerberus potrebbe aiutare a cogliere opportunità del settore e si possono intravvedere  potenzialità per il futuro. Vigileremo comunque con attenzione perché i livelli occupazionali siano pienamente salvaguardati». «Siamo in attesa di conoscere i particolari dell’operazione e, quindi, è prematuro esprimere giudizi o timori - aggiunge Michele Racanelli (Filcams Cgil Biella) -. Saremo comunque sempre parte attiva, se necessario, nella difesa dei diritti dei dipendenti».
Giovanni Orso    

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