Camera di Commercio, tutte le sfide sul tavolo Ciccioni

Camera di Commercio, tutte le sfide sul tavolo Ciccioni
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Oggi alle 15,30 si insedia il consiglio della nuova Camera di Commercio di Biella e Vercelli, frutto di un percorso di unione tenacemente voluto dal presidente uscente “laniero”, Andrea Fortolan, e che vedrà in prima fila un altro biellese, l’imprenditore della plastica e del vino Alessandro Ciccioni, in quota Uib, designato dagli “azionisti” quale presidente del nuovo ente. Per lui una sfida che non si esaurirà nell’attuale alleanza.

Con l’atto di oggi si completa quel percorso avviato l’anno scorso che nasce dall’accorpamento tra le “Camere” delle due province. Fortolan continuerà a sedere in consiglio in quota artigiani. Il segretario generale dei due enti fusi, Gianpiero Masera, che ha portato avanti con decisione il progetto a cui era stato chiamato, continuerà il mandato. La sede centrale sarà a Vercelli, 68 gli addetti, un conto economico che nel 2017 avrà risorse pari a quelle che solo nel 2014 erano a disposizione di ognuno dei due enti,  ma,  sgombrando il campo dai dubbi e dalle perplessità che si sono via via manifestate, va detto che per le 33mila imprese iscritte al registro, i professionisti e i cittadini non cambierà nulla perché gli uffici resteranno aperti su entrambi i territori (compresa la sede di Borgosesia), con gli stessi orari e le stesse modalità di fruizione dei servizi.

L’obiezione che qualcuno avanza circa l’operazione non è banale: ma se servizi e  personale restano, a cosa serve questo accorpamento?, dove saranno i risparmi? «Intanto - dice Masera - la decisione di sviluppare delle sinergie tra i due enti camerali è stata presa più di cinque anni fa, tant’è che le due Camere hanno lo stesso segretario generale e condividono già una serie di attività. Inoltre, secondo la riforma della Pubblica amministrazione le Camere di Commercio devono essere sfoltite dalle 105 di un tempo (una per ogni provincia) a 60, facendo fronte a un taglio del diritto annuale (la principale entrata degli enti camerali, che non ricevono fondi dallo Stato) che a regime, nel 2017, sarà del 50% rispetto al 2014. La via tracciata è quella delle unioni, sia per una logica di economicità che per l’opportunità che nasce dal fatto di avere degli enti di maggiori dimensioni. Va da sé che passando da due enti a uno solo, ci sarà un solo consiglio, una sola giunta e un solo presidente invece di due, con un minore esborso. E poi la riorganizzazione interna permetterà una serie di altri tagli alle spese, in alcuni casi anche importanti se si considera che la sede di Vercelli, nel prossimo futuro, sarà concentrata negli ultimi due piani del palazzo di piazza Risorgimento e gli altri piani verranno affittati ad enti correlati come le Entrate e il Catasto».

Basterà?. Se questa è la situazione e tenuto conto che il lavoro già fatto in tema di  collaborazione preesistente tra Biella e Vercelli  «ha insegnato - come dice Masera - a guardare  ai problemi e alle necessità delle imprese “alzando lo sguardo” dai singoli territori e imparando a collaborare», potrebbe anche capitare - e lo si vedrà entro agosto, quando il Governo e il ministro  Calenda decideranno il da farsi - che tutto ciò che è stato fatto non basti. Che, in buona sostanza, l’alleanza Biella-Vercelli non sia sufficiente nei numeri ad una sola Camera di commercio, che si evidenzi la necessità di trovare nuovi alleati. Ed allora si porrà il problema sul tavolo di Ciccioni di una strategia che tenga conto delle spinte della Regione  e di Unioncamere in direzione del Quadrante, quando invece qualcuno già guarda verso Alessandria. Chi ha ben chiaro il disegno è un altro biellese che oggi dirà la sua in sede di insediamento, Roberto Pella, sindaco di Valdengo,  che interverrà in quanto membro  della giunta nazionale di Unioncamere. Insomma, oggi il Biellese si goda la festa,  il tempo per affrontare i problemi arriverà forse prima di quanto si pensi.

Roberto Azzoni

Oggi alle 15,30 si insedia il consiglio della nuova Camera di Commercio di Biella e Vercelli, frutto di un percorso di unione tenacemente voluto dal presidente uscente “laniero”, Andrea Fortolan, e che vedrà in prima fila un altro biellese, l’imprenditore della plastica e del vino Alessandro Ciccioni, in quota Uib, designato dagli “azionisti” quale presidente del nuovo ente. Per lui una sfida che non si esaurirà nell’attuale alleanza.

Con l’atto di oggi si completa quel percorso avviato l’anno scorso che nasce dall’accorpamento tra le “Camere” delle due province. Fortolan continuerà a sedere in consiglio in quota artigiani. Il segretario generale dei due enti fusi, Gianpiero Masera, che ha portato avanti con decisione il progetto a cui era stato chiamato, continuerà il mandato. La sede centrale sarà a Vercelli, 68 gli addetti, un conto economico che nel 2017 avrà risorse pari a quelle che solo nel 2014 erano a disposizione di ognuno dei due enti,  ma,  sgombrando il campo dai dubbi e dalle perplessità che si sono via via manifestate, va detto che per le 33mila imprese iscritte al registro, i professionisti e i cittadini non cambierà nulla perché gli uffici resteranno aperti su entrambi i territori (compresa la sede di Borgosesia), con gli stessi orari e le stesse modalità di fruizione dei servizi.

L’obiezione che qualcuno avanza circa l’operazione non è banale: ma se servizi e  personale restano, a cosa serve questo accorpamento?, dove saranno i risparmi? «Intanto - dice Masera - la decisione di sviluppare delle sinergie tra i due enti camerali è stata presa più di cinque anni fa, tant’è che le due Camere hanno lo stesso segretario generale e condividono già una serie di attività. Inoltre, secondo la riforma della Pubblica amministrazione le Camere di Commercio devono essere sfoltite dalle 105 di un tempo (una per ogni provincia) a 60, facendo fronte a un taglio del diritto annuale (la principale entrata degli enti camerali, che non ricevono fondi dallo Stato) che a regime, nel 2017, sarà del 50% rispetto al 2014. La via tracciata è quella delle unioni, sia per una logica di economicità che per l’opportunità che nasce dal fatto di avere degli enti di maggiori dimensioni. Va da sé che passando da due enti a uno solo, ci sarà un solo consiglio, una sola giunta e un solo presidente invece di due, con un minore esborso. E poi la riorganizzazione interna permetterà una serie di altri tagli alle spese, in alcuni casi anche importanti se si considera che la sede di Vercelli, nel prossimo futuro, sarà concentrata negli ultimi due piani del palazzo di piazza Risorgimento e gli altri piani verranno affittati ad enti correlati come le Entrate e il Catasto».

Basterà?. Se questa è la situazione e tenuto conto che il lavoro già fatto in tema di  collaborazione preesistente tra Biella e Vercelli  «ha insegnato - come dice Masera - a guardare  ai problemi e alle necessità delle imprese “alzando lo sguardo” dai singoli territori e imparando a collaborare», potrebbe anche capitare - e lo si vedrà entro agosto, quando il Governo e il ministro  Calenda decideranno il da farsi - che tutto ciò che è stato fatto non basti. Che, in buona sostanza, l’alleanza Biella-Vercelli non sia sufficiente nei numeri ad una sola Camera di commercio, che si evidenzi la necessità di trovare nuovi alleati. Ed allora si porrà il problema sul tavolo di Ciccioni di una strategia che tenga conto delle spinte della Regione  e di Unioncamere in direzione del Quadrante, quando invece qualcuno già guarda verso Alessandria. Chi ha ben chiaro il disegno è un altro biellese che oggi dirà la sua in sede di insediamento, Roberto Pella, sindaco di Valdengo,  che interverrà in quanto membro  della giunta nazionale di Unioncamere. Insomma, oggi il Biellese si goda la festa,  il tempo per affrontare i problemi arriverà forse prima di quanto si pensi.

Roberto Azzoni

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