Bozzo (Uib): "Difendiamo l'eccellenza dell'industria meccanica"
E’ un’industria meccanica che alza la soglia di allarme , davanti ad una crisi che non cessa di contrarre fatturati e ordinativi. Per farlo, Federmeccanica (l’associazione di rappresentanza del settore) sceglie la giornata di presentazione della 132ª rilevazione congiunturale di settore, giovedì scorso, in occasione della quale, contemporaneamente, in altre sessanta territoriali di Confindustria sono stati diffusi i dati delle rilevazioni locali.
Livello nazionale. Secondo quanto emerge dalla 132ª indagine congiunturale sul settore metalmeccanico italiano di Federmeccanica, nel secondo e nel terzo trimestre 2014 la produzione è scesa di un ulteriore 1,5% rispetto al precedente trimestre (-1,9% rispetto all’analogo periodo del 2013), registrando un risultato peggiore della media europea, che è cresciuto, nel corso degli ultimi 12 mesi, dell’1,2%.
Di contro, si evidenza un leggero incremento delle esportazioni (+0,8%), ottenuto grazie alla domanda che proviene da Cina (+12,4%) e Stati Uniti (+13,7%), che però è stata quasi completamente vanificata dai segni negativi che vengono soprattutto dalla Russia (-11%) anche a causa del conflitto in atto con l’Ucraina, dalla debole congiuntura nei Paesi dell’area euro e dalle tensioni in Medio Oriente.
Livello locale Il settore soffre anche a livello locale. Le indagini previsionali sul IV trimestre 2014 realizzate dalle territoriali di Confindustria Biella, Novara e Vercelli vedono, nel saldo ottimisti-pessimisti, prevalere spesso il segno meno in molte delle variabili in gioco. Sul fronte della produzione, per esempio, il meccanico biellese (comparto da 600 aziende e oltre 3.300 dipendenti), vede un saldo ottimisti-pessimisti pari a -5,9%. Meglio fa Novara, dove il saldo resta in area positiva (+6,9%) mentre Vercelli registra un -20%. Sul fronte ordini totali, la previsione dell’industria meccanica made in Biella ha nel -3,9% il risultato del saldo tra chi prevede in aumento e chi in diminuzione le commesse. Ma focalizzando l’attenzione sul versante ordini esteri, la situazione torna positiva, con la prevalenza degli ottimisti (+5,9%) seppur in contrazione rispetto a precedenti previsioni. Positivo il segnale sulle provisioni degli ordini totali per il IV trimestre che giunge anche dalla meccanica novarese (+3,5%). A Novara, però si registra una decisa contrazione dell’indicatore relativo agli ordini esteri, il cui saldo ottimisti-pessimisti è pari a zero, a fronte dei 24,1 punti del precedente trimestre. Negativi, invece, entrambi i saldi per quanto riguarda il settore vercellese: per il IV trimestre, infatti, l’industria meccanica di Vercelli vede un saldo ottimisti-pessimisti pari a - 17,39% per quanto riguarda gli ordini totali e del -14,63% per quanto riguarda l’export. Sul fronte delle previsioni occupazionali, il saldo previsionale per il IV trimestre è positivo per Biella (+11,7%), dopo due rilevazioni con saldo pari a zero. Si mantiene positivo, anche se in riduzione da 12,5 a 3,4 punti, anche il saldo ottimisti-pessimisti sulle aspettative di allargamento della base occupazionale di settore per quanto concerne il distretto novarese. Negativo (-2,17%) invece il saldo per quanto concerne la meccanica vercellese. I dati sono, peraltro, corroborati dalle previsioni relativamente al ricorso alla cassa integrazione: se il 29,4% degli imprenditori di settore biellesi pensa di fare ricorso all’ammortizzatore nel IV trimestre, la percentuale è del 17,2% per quanto concerne gli industriali novaresi e del 21,7% per quelli vercellesi. Da segnalare infine che, per quanto riguarda la redditività, si evidenzia un generale peggioramento previsionale che a Biella porta il saldo a -11,7% e a Vercelli a -34,7%. «L’industria meccanica è e resta importante in un Paese che costituisce la seconda realtà manifatturiera d’Europa. Però, questa realtà va aiutata e sostenuta, perché sta diventando sempre più difficile restare competitivi sul mercato». Francesca Bozzo (capogruppo Meccanici Uib) usa parole chiare per commentare la situazione economica quale emerge dalle rilevazioni congiunturali di settore.
Sul Biellese, poi, la capogruppo dei Meccanici Uib, è ancora più chiara: «Qui - dice - la situazione è drammatica perché non si intravvede la classica luce in fondo al tunnel. Noi restiamo un centro di eccellenza a livello mondiale, eppure, proprio la redditività che va peggiorando ed i margini che si comprimono, rendono ogni giorno più difficile difendere questa eccellenza che postula ricerca ed investimenti massicci. Questo tessuto di imprese medio-piccole, risente in modo forte di un calo di fiducia che deriva dal fatto che i problemi di fondo, più volte denunciati, nonostante le troppe promesse continuano invece a restare gli stessi. In primis, quello del costo del lavoro sul quale pesa un cuneo fiscale divenuto insostenibile». Il settore della meccanica, è inoltre uno dei settori si quali si sente, in modo particolarmente forte ed agguerrito, la concorrenza dei giganti asiatici - «Non è questa concorrenza in sè che spaventa o demotiva - ha detto Francesca Bozzo -. Noi siamo in grado, con le nostre competenze tecnologiche, di avere sempre un sufficiente spazio differenziale. Però, il Governo e la stessa Ue, devono creare, attraverso una politica industriale ad hoc, le condizioni giuste perché noi possiamo competere ad armi pari nel contesto globale».
Giovanni Orso