Il Governo si impunti a Bruxelles perché si arrivi al più presto all'approvazione del cosiddetto “Made in”, il regolamento europeo sull'indicazione d'origine delle merci. E' la richiesta arrivata martedì dagli operatori del settore tessile-moda all'apertura del salone Milano Unica, cui il premier Silvio Berlusconi, presente all'inaugurazione, ha dato una prima risposta positiva. «Il “Made In” - ha detto il vicepresidente di Confindustria, Paolo Zegna - non è una misura difensiva, ma un discorso di trasparenza. C'é bisogno di un regolamento e il Governo deve aiutarci a portarlo a casa».
«Punti i piedi a Bruxelles e ci porti a casa il regolamento sul Made In», gli ha fatto eco il presidente di Sistema Moda Italia, Michele Tronconi, rivolgendosi direttamente al premier. Una richiesta precisa cui Berlusconi non si è sottratto. «La tracciabilità del prodotto - ha detto - e la guerra assoluta alla contraffazione sono dei pilastri. Mi impegno personalmente perché si arrivi alla soluzione di un problema troppo a lungo posticipata», ha aggiunto, sottolineando che per qualsiasi azione del Governo bisognerà tuttavia attendere l'insediamento della nuova Commissione europea che dovrebbe confermare Barroso.
La visita di Berlusconi al salone è stata interpretata - insieme a quella del sindaco di Milano Letizia Moratti e del presidente della Lombardia, ridesignato dal leader del Pdl, Roberto Formigoni - come un segnale di forte attenzione forte ad un settore trainante del Paese.
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Il presidente del Consiglio nel suo lungo intervento-show a Fieramilanocity, che ha spaziato su fatti e polemiche quotidiane, ha anche annunciato che entro due, tre settimane sarà convocato un tavolo per discutere della defiscalizzazione del secondo livello di contrattazione, come gli aveva chiesto il presidente di Ideabiella e Milano Unica Pier Luigi Loro Piana. «Avete il mio impegno - ha detto Berlusconi - che entro settembre si aprirà un tavolo per discutere sulla defiscalizzazione del secondo livello di contrattazione». Anche sul credito due battute quasi a riequilibrare le con tinue stoccate del suo ministro dell’Economia Giulio Tremonti: «Non possiamo gettare accuse indiscriminate ai direttori di banca che magari di fronte a certe situazioni aziendali sono timorosi rispetto alla concessione del credito», ha commentato Berlusconi, aggiungendo che «intervenire contro la speculazione è molto più importante che intervenire sui bonus per i dirigenti delle banche».
«La politica - ha aggiunto il premier - dà un segnale disastroso: tutti contro tutti. E' necessario fare squadra per superare la crisi». Un altro degli argomenti, questo, che ha fatto breccia in una platea di colleghi che del “gioco di squadra” su temi come la difesa della filiera fatta di imprenditori e di lavoratori ha giocato carte unitarie anche al tavolo del ministero per le Attività produttive ottenendo finora ben poco.
Berlusconi ha quindi confermato che ci sono segnali di ripresa: «Lo hanno detto Obama, il Fondo monetario e la Commissione Europea. Ci sono segnali di ripresa e dietro c'é l'uomo, l'imprenditore, il politico intelligente e la voglia di mettere da parte tutto ciò che fa paura». Si è definitivo «missionario di ottimismo e della fiducia» contro «i missionari della crisi» fra i quali ha annoverato alcuni giornali e l’opposizione catto-comunista. Berlusconi ha incassato molti applausi anche durante il bagno di folla fra gli stand di Ideacomo e di Ideabiella dove si è intrattenuto con diversi imprenditori toccando con soddisfazione a beneficio dei fotografi tessuti di seta e di lane pregiate. Toccata e fuga da Zegna e da Loro Piana dove ha scambiato opinioni con altri imprenditori biellesi e dove Luciano Barbera gli ha consegnato un fascio di lettere sul Made in Italy da tutelare ottenendo la promessa di una lettura in aereo.
Intanto, mentre fra gli stand si è assaporato qualche timido segnale di ripresa, i dati diffusi da Smi non sono confortanti. Nel periodo gennaio-aprile l'export di tessuti italiani ha registrato una contrazione del 30,3% rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno. Una situazione di sofferenza che si riflette sulla fiera con un pesante il calo nel numero di espositori (da 666 a 486 di cui 382 italiani). «La riduzione degli ordinativi nel secondo semestre 2009 - ha detto il presidente Loro Piana - è stimabile tra il 20 e il 50% sul 2008. E questa è la terza stagione con segno meno». Una situazione che pone «la sopravvivenza di molte aziende in serio pericolo se la situazione dovesse prolungarsi per altri mesi».
Ieri, intanto, il Consiglio dei ministri, su proposta del presidente del Consiglio e del ministro per le Politiche europee, Andrea Ronchi, ha completato l'esame del decreto-legge che disciplina il Made in Italy finalizzato al rapido assolvimento di obblighi nei confronti dell'Unione europea e ad ovviare a procedure di infrazione a seguito di ritardato o non corretto recepimento di direttive comunitarie.
r.a.
10 settembre 2009
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