Atlante, due banche biellesi nel fondo salva credito

Atlante, due banche biellesi nel fondo salva credito
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Veneto Banca finirà sotto il controllo del fondo Atlante, proprio come la Banca popolare di Vicenza: è l’opinione degli operatori bancari secondo cui Atlante interverrà in questa operazione e acquisirà il controllo della banca. Ne sono convinti a Unicredit e a Intesa Sanpaolo - i due principali azionisti del fondo - a fronte dell’aumento di capitale da un miliardo della banca veneta approvato martedì da Consob e che si avvia oggi fra scetticismo e polemiche.  Dei cinque miliardi di euro del dissesto finanziario di Veneto Banca in capo a circa 87mila soci, circa 15 milioni di euro erano collocati nel Biellese e il valore di quei titoli oggi  è ridotto a meno di 40 mila euro. Il portafoglio di 188 biellesi fra operatori economici (fra cui Banca Sella Holding ed alcune imprese) e famiglie di risparmiatori si è sostanzialmente volatilizzato. La media degli investimenti resta nell’ordine dei 20-50 mila euro. E diverse associazioni di consumatori hanno sollevato il tema del risarcimento dei risparmiatori, mentre c’è chi accusa Consob e Bankitalia di omessi controlli.  

Il fondo Atlante. La dimensione del fondo - il cui obiettivo finanziario è un rendimento di circa il 6% all’anno -  è pari a 4,25 miliardi di euro e la quota di un singolo dei 67 partecipanti non è in nessun caso superiore al 20% della dimensione del fondo. I principali azionisti sono Unicredit (845 milioni); IntesaSanpaolo (845 milioni);  Cassa Depositi e Prestiti (500 milioni); Poste Vita (260 milioni); Ubi Banca (200 milioni); Compagnia SanPaolo (100 milioni); Fondazione Cariplo (100 milioni); Banca Popolare di Milano (100 milioni); Banca Popolare dell'Emilia Romagna (100 milioni); UnipolSai (100 milioni). Fra i soci figurano anche banche ed operatori biellesi come Banca Sella che ha destinato 10 milioni di euro e Gruppo Cr Asti di cui fa parte anche Biverbanca con altri 10 milioni di euro. Accanto all’azione di aiuto negli aumenti di capitale più delicati (come appunto quelli della Popolare di Vicenza e di veneto Banca), l’obiettivo di medio termine del fondo è l’abbattimento di parte dei 200 miliardi di crediti in sofferenza nei bilanci delle banche italiane. Secondo alcune stime Atlante potrebbe intervenire assorbendone per un controvalore di circa 80 miliardi di euro. Atlante si focalizzerà, impiegando anche fino a 3-4 miliardi di euro, sull’acquisto della parte più a rischio di queste sofferenze, le tranche cosiddette junior. Per una banca poter piazzare le proprie tranche junior dopo la cartolarizzazione delle sofferenze significa fare uscire completamente i crediti in sofferenza dai bilanci. Le tranche più senior, infatti, sono richieste dal mercato.

Roberto Azzoni

Veneto Banca finirà sotto il controllo del fondo Atlante, proprio come la Banca popolare di Vicenza: è l’opinione degli operatori bancari secondo cui Atlante interverrà in questa operazione e acquisirà il controllo della banca. Ne sono convinti a Unicredit e a Intesa Sanpaolo - i due principali azionisti del fondo - a fronte dell’aumento di capitale da un miliardo della banca veneta approvato martedì da Consob e che si avvia oggi fra scetticismo e polemiche.  Dei cinque miliardi di euro del dissesto finanziario di Veneto Banca in capo a circa 87mila soci, circa 15 milioni di euro erano collocati nel Biellese e il valore di quei titoli oggi  è ridotto a meno di 40 mila euro. Il portafoglio di 188 biellesi fra operatori economici (fra cui Banca Sella Holding ed alcune imprese) e famiglie di risparmiatori si è sostanzialmente volatilizzato. La media degli investimenti resta nell’ordine dei 20-50 mila euro. E diverse associazioni di consumatori hanno sollevato il tema del risarcimento dei risparmiatori, mentre c’è chi accusa Consob e Bankitalia di omessi controlli.  

Il fondo Atlante. La dimensione del fondo - il cui obiettivo finanziario è un rendimento di circa il 6% all’anno -  è pari a 4,25 miliardi di euro e la quota di un singolo dei 67 partecipanti non è in nessun caso superiore al 20% della dimensione del fondo. I principali azionisti sono Unicredit (845 milioni); IntesaSanpaolo (845 milioni);  Cassa Depositi e Prestiti (500 milioni); Poste Vita (260 milioni); Ubi Banca (200 milioni); Compagnia SanPaolo (100 milioni); Fondazione Cariplo (100 milioni); Banca Popolare di Milano (100 milioni); Banca Popolare dell'Emilia Romagna (100 milioni); UnipolSai (100 milioni). Fra i soci figurano anche banche ed operatori biellesi come Banca Sella che ha destinato 10 milioni di euro e Gruppo Cr Asti di cui fa parte anche Biverbanca con altri 10 milioni di euro. Accanto all’azione di aiuto negli aumenti di capitale più delicati (come appunto quelli della Popolare di Vicenza e di veneto Banca), l’obiettivo di medio termine del fondo è l’abbattimento di parte dei 200 miliardi di crediti in sofferenza nei bilanci delle banche italiane. Secondo alcune stime Atlante potrebbe intervenire assorbendone per un controvalore di circa 80 miliardi di euro. Atlante si focalizzerà, impiegando anche fino a 3-4 miliardi di euro, sull’acquisto della parte più a rischio di queste sofferenze, le tranche cosiddette junior. Per una banca poter piazzare le proprie tranche junior dopo la cartolarizzazione delle sofferenze significa fare uscire completamente i crediti in sofferenza dai bilanci. Le tranche più senior, infatti, sono richieste dal mercato.

Roberto Azzoni