Amazon ha scelto Torino

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Amazon punta su Torino e strizza l’occhio a Trino Vercellese e all’area dell’ex centrale nucleare. Certo, come si poteva immaginare nel momento in cui si è aperta la singolare corsa fra concorrenti “cugini” (prima Novara, poi Vercelli e Biella in coda) per ospitare il centro logistico da un paio di migliaia di posti di lavoro  che il colosso dell’e-commerce intenderebbe realizzare nel Nord Ovest, senza mai averlo confermato, Biella era ed è l’ultimo luogo dove approderebbe questo colossale investimento. E le scelte di Amazon lo dimostrano.

Il nuovo Centro di sviluppo per l’intelligenza artificiale e il cosiddetto “Machine learning” sarà infatti a Torino.  Amazon assumerà qui ricercatori per sviluppare le capacità di apprendimento automatico per Alexa, l’assistente vocale via cloud del gruppo che supporta milioni di dispositivi abilitati all’utilizzo di  questo sistema, tra cui Amazon Echo. L’apertura del centro  è prevista per la fine del 2016 e sarà il 15° Centro di sviluppo di Amazon in Europa. La decisione è stata annunciasta in Lussemburgo venerdì scorso. «Torino è stata scelta - ha spiegato Rohit Prasad, vicepresidente e chief scientist per Alexa - per la quantità di talenti a cui poter attingere e per la presenza delle università in città. Il nostro centro di Torino avrà un ruolo fondamentale nello sviluppo delle capacità di comprensione del linguaggio da parte di Alexa». Amazon può contare su ricercatori di Machine learning in tutto il mondo, tra cui Seattle, Boston e Palo Alto (Stati Uniti), Aquisgrana, Berlino, Edimburgo e Cambridge (Europa) e Bangalore (India). Le assunzioni per il Centro di sviluppo di Torino inizieranno a breve e i candidati interessati potranno visitare il sito Amazon jobs per avere maggiori informazioni (www.amazon.jobs/it). «Continuiamo a investire in modo rilevante in Italia e stiamo creando centinaia di posti di lavoro - spiega Francois Nuyts, country manager di Amazon Italia e Spagna -. Innovare per conto dei nostri clienti è alla base di tutto ciò che facciamo qui ad Amazon in Italia».

Contestualmente Amazon ha annunciato, inoltre, l’apertura di un nuovo Centro di distribuzione nel Lazio, investendo 150 milioni di euro in un edificio di 60.000 mq che aprirà nell’autunno del 2017 e che ci si aspetta possa sviluppare 1.200 posti di lavoro. Dalla sua apertura in Italia nel 2010, Amazon ha investito oltre 450 milioni di euro e creato 1700 posti di lavoro. Gli impieghi attualmente sono stati creati nel Centro di distribuzione di Castel San Giovanni a Piacenza, nel Centro di distribuzione di Milano per i clienti di prime now, negli uffici corporate nel capoluogo lombardo, aperti nel 2012, e nel customer service di Cagliari.

Resta aperto, a questo punto il fronte di un Centro di distribuzione per il Nord Ovest, ma non c’è alcuna dichiarazione ufficiale. Fra le voci che si stanno inseguendo c’è anche quella per cui Amazon potrebbe, infatti, acquistare tre centrali elettriche dell’Enel per un totale di 300 megawatt di potenza e, tra queste, potrebbe esserci anche quella del Vercellese (nella foto). La centrale, fuori uso ormai dal 2013, potrebbe essere acquistata dalla società statunitense per costruirci una “server farm”, cioè una “fattoria di server” collocati in un unico ambiente, in modo da poterne centralizzare la gestione, la manutenzione e la sicurezza. Amazon acquisterebbe la Galileo Ferraris insieme all’altra centrale Enel piemontese dismessa (sono 23 su tutto il territorio nazionale), ad Alessandria, facendole diventare un punto nevralgico nell’innovativo mercato del cloud pubblico, ossia la fornitura di servizi virtuali per le aziende.  Su questa partita a Novara il dibattito è aperto: sono intervenuti  Fabrizio Barini, coordinatore provinciale degli Ecologisti Democratici, soddisfatto perché così si chiude il dibattito «su intervento fortemente speculativo ad Agognate vicino all’uscita A4 di Novara Ovest», mentre il deputato  Giovanni Falcone ha presentato un’interrogazione parlamentare e afferma «che  il Governo deve eseguire tutti gli atti necessari per favorire, sostenere e aiutare questo tipo di iniziativa sulle centrali dismesse nel solco della  “logistica 4.0” da considerarsi un vero e proprio strumento di sviluppo economico».

E Biella? E’ silente alla vigilia delle vacanze di agosto.

Roberto Azzoni

Amazon punta su Torino e strizza l’occhio a Trino Vercellese e all’area dell’ex centrale nucleare. Certo, come si poteva immaginare nel momento in cui si è aperta la singolare corsa fra concorrenti “cugini” (prima Novara, poi Vercelli e Biella in coda) per ospitare il centro logistico da un paio di migliaia di posti di lavoro  che il colosso dell’e-commerce intenderebbe realizzare nel Nord Ovest, senza mai averlo confermato, Biella era ed è l’ultimo luogo dove approderebbe questo colossale investimento. E le scelte di Amazon lo dimostrano.

Il nuovo Centro di sviluppo per l’intelligenza artificiale e il cosiddetto “Machine learning” sarà infatti a Torino.  Amazon assumerà qui ricercatori per sviluppare le capacità di apprendimento automatico per Alexa, l’assistente vocale via cloud del gruppo che supporta milioni di dispositivi abilitati all’utilizzo di  questo sistema, tra cui Amazon Echo. L’apertura del centro  è prevista per la fine del 2016 e sarà il 15° Centro di sviluppo di Amazon in Europa. La decisione è stata annunciasta in Lussemburgo venerdì scorso. «Torino è stata scelta - ha spiegato Rohit Prasad, vicepresidente e chief scientist per Alexa - per la quantità di talenti a cui poter attingere e per la presenza delle università in città. Il nostro centro di Torino avrà un ruolo fondamentale nello sviluppo delle capacità di comprensione del linguaggio da parte di Alexa». Amazon può contare su ricercatori di Machine learning in tutto il mondo, tra cui Seattle, Boston e Palo Alto (Stati Uniti), Aquisgrana, Berlino, Edimburgo e Cambridge (Europa) e Bangalore (India). Le assunzioni per il Centro di sviluppo di Torino inizieranno a breve e i candidati interessati potranno visitare il sito Amazon jobs per avere maggiori informazioni (www.amazon.jobs/it). «Continuiamo a investire in modo rilevante in Italia e stiamo creando centinaia di posti di lavoro - spiega Francois Nuyts, country manager di Amazon Italia e Spagna -. Innovare per conto dei nostri clienti è alla base di tutto ciò che facciamo qui ad Amazon in Italia».

Contestualmente Amazon ha annunciato, inoltre, l’apertura di un nuovo Centro di distribuzione nel Lazio, investendo 150 milioni di euro in un edificio di 60.000 mq che aprirà nell’autunno del 2017 e che ci si aspetta possa sviluppare 1.200 posti di lavoro. Dalla sua apertura in Italia nel 2010, Amazon ha investito oltre 450 milioni di euro e creato 1700 posti di lavoro. Gli impieghi attualmente sono stati creati nel Centro di distribuzione di Castel San Giovanni a Piacenza, nel Centro di distribuzione di Milano per i clienti di prime now, negli uffici corporate nel capoluogo lombardo, aperti nel 2012, e nel customer service di Cagliari.

Resta aperto, a questo punto il fronte di un Centro di distribuzione per il Nord Ovest, ma non c’è alcuna dichiarazione ufficiale. Fra le voci che si stanno inseguendo c’è anche quella per cui Amazon potrebbe, infatti, acquistare tre centrali elettriche dell’Enel per un totale di 300 megawatt di potenza e, tra queste, potrebbe esserci anche quella del Vercellese (nella foto). La centrale, fuori uso ormai dal 2013, potrebbe essere acquistata dalla società statunitense per costruirci una “server farm”, cioè una “fattoria di server” collocati in un unico ambiente, in modo da poterne centralizzare la gestione, la manutenzione e la sicurezza. Amazon acquisterebbe la Galileo Ferraris insieme all’altra centrale Enel piemontese dismessa (sono 23 su tutto il territorio nazionale), ad Alessandria, facendole diventare un punto nevralgico nell’innovativo mercato del cloud pubblico, ossia la fornitura di servizi virtuali per le aziende.  Su questa partita a Novara il dibattito è aperto: sono intervenuti  Fabrizio Barini, coordinatore provinciale degli Ecologisti Democratici, soddisfatto perché così si chiude il dibattito «su intervento fortemente speculativo ad Agognate vicino all’uscita A4 di Novara Ovest», mentre il deputato  Giovanni Falcone ha presentato un’interrogazione parlamentare e afferma «che  il Governo deve eseguire tutti gli atti necessari per favorire, sostenere e aiutare questo tipo di iniziativa sulle centrali dismesse nel solco della  “logistica 4.0” da considerarsi un vero e proprio strumento di sviluppo economico».

E Biella? E’ silente alla vigilia delle vacanze di agosto.

Roberto Azzoni

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