A Biella oltre 1.400 imprese femminili
Secondo uno studio di Confartigianato Piemonte, le aziende in rosa nel Biellese sono 1.409.

Sul territorio, le imprese femminili under 35 sono 341.
La corsa delle imprese femminili
Sono innovative, aprono aziende o portano avanti quelle storiche attraverso il passaggio generazionale, creano opportunità di lavoro e contribuiscono a implementare la ripresa economica. In più si occupano della famiglia, hanno figli e talvolta anche nipoti. Sono le donne imprenditrici. In Piemonte, a trainare il lavoro indipendente femminile sono le 16.796 titolari di imprese individuali artigiane (dato relativo al II trimestre 2019): le cosiddette impresefemminili o in rosa. Insieme a socie e collaboratrici costituiscono in Piemonte un piccolo esercito di 31.995 donne d’impresa.
La distribuzione per province
Nelle province del Piemonte dopo Torino con 15.769 imprenditrici, troviamo Cuneo (4.935), Alessandria (3.203), Novara (2.732), Asti (1547), Biella (1.409), Vercelli (1.256) e Verbania 1.144. Non solo, ma le donne imprenditrici sono sempre più giovani, istruite e hi tech, ed si espandono anche nei settori tipicamente maschili. Infatti, in Piemonte le attività guidate da giovani donne under 35 sono 11.149, pari all’11,5% del totale delle imprese femminili. Guida la classifica provinciale Torino con 5.831, segue Cuneo con 1.789, Alessandria con 942, Novara con 904, Asti con 546, Vercelli con 455, Biella e Verbano con 341. In Piemonte, in particolare, le imprese femminili artigiane hi tech sono 550: 246 a Torino, 73 a Cuneo, 91 a Novara, 43 ad Alessandria, 30 a Vercelli, 29 ad Asti e 19 nel Verbano e a Biella.
Il contributo alla ricchezza nazionale
Secondo l’Osservatorio di Confartigianato, le imprenditrici donne offrono un rilevante contributo alla ricchezza nazionale: si attesta, infatti, a 290,3 miliardi di euro il valore aggiunto prodotto dalle imprese guidate da donne. A questa cifra si aggiungono i 219,1 miliardi realizzato dalle lavoratrici dipendenti in imprese maschili. L’Osservatorio di Confartigianato Imprese mette in luce che la spesa pubblica italiana è fortemente sbilanciata sul fronte delle pensioni e della spesa sanitaria per anziani mentre quella per le famiglie e i giovani si ferma a 26,9 miliardi, pari al 3,2% della spesa totale della Pa (rispetto al 3,8% della media Ue) e all’1,6% del Pil (rispetto all’1,7% della media Ue). Giovanni Orso