"Zio Ezio" Greggio travolto dalle polemiche per l'appello rivolto alla madre del piccolo Enea. Lo showman precisa
Il dottore Fabio Mosca: "Il piccolo Enea resterà con noi il tempo tecnico necessario perché il Tribunale dei minori lo possa affidare alla famiglia idonea entro poche settimane"
Probabilmente il popolare attore, regista e showman cossatese Ezio Greggio, lanciando sul suo profilo Instagram un appello alla mamma del piccolo Enea (il bimbo lasciato a Pasqua nella "Culla della vita" del Policlinico di Milano) affinché ci ripensasse, non si aspettava di ricevere così tanti e anche pesanti attacchi. Da semplici cittadini e personaggi del mondo dello spettacolo, come Selvaggia Lucarelli.
Il video messaggio di Ezio Greggio rivolto alla mamma di Enea: "Ti prometto che non sarai sola. Zio Ezio"
"Lancio un appello per trovare e convincere la mamma di Enea, bimbo abbandonato ieri nel giorno di Pasqua alle 11.30 alla Mangiagalli di Milano e del quale se ne è preso cura il Prof. Fabio Mosca che ha già lanciato un appello - ha scritto a margine del videomessaggio Ezio Greggio - Il bimbo è bellissimo, sta bene, e con altri amici siamo pronti a dare una mano alla mamma di Enea: torna alla Mangiagalli e ti prometto che non sarai sola. Zio Ezio"
Molti i commenti critici con l'intervento di Greggio e non solo (QUI L'ARTICOLO DI NEWSPRIMA.IT) che ritenginopportuno forzare la volontà di una mamma che non se la sentiva di tenere il bambino. Tanto che con un successivo post, sempre su Instagram, Greggio ha voluto precisare.
Ezio Greggio: "Il mio appello non era rivolto a un madre che non voleva il proprio figlio"
Rispondo con questo messaggio per rispondere a tutti: col Prof. Mosca abbiamo deciso di lanciare entrambi degli appelli per un solo motivo: la mamma di Enea ha lasciato nella “culla per la vita” della Mangiagalli non solo il bimbo ma anche una lettera struggente e piena d’amore, in cui una mamma in difficoltà abbandona il suo bambino tanto amato, sperando che la sua vita sia meglio di quella che le può offrire lei. Quindi l’appello non era volto a far ripensare alla scelta di una madre che non voleva il proprio figlio, ma a una madre che probabilmente con l’aiuto di qualcuno che la aiutasse a superare le difficoltà economiche, o personali o familiari, non sentendosi più sola, potrebbe ripensare alla sua scelta e tenere il proprio bambino. Nessuna polemica quindi verso quelle fantastiche mamme e famiglie che adottano i bimbi abbandonati e che garantiscono loro amore e futuro come se fossero i veri genitori, anzi talvolta pure meglio. Ribadisco con forza, affetto e convinzione l’appello mio e del prof. Fabio Mosca: mamma di Enea se ami il tuo bimbo e il tuo desiderio è tenere il tuo bimbo siamo in tanti pronti ad aiutarti, sei ancora in tempo a ripensarci. Un saluto a tutti voi che avete letto questo appello anche a coloro che non ne avevano capito il senso. W Enea ❤️
Il dottor Fabio Mosca, direttore del reparto di Neonatologia del Policlinico di Milano: "Il piccolo Enea resterà con noi il tempo tecnico necessario perché il Tribunale dei minori lo possa affidare alla famiglia idonea entro poche settimane. Una famiglia si era già resa disponibile ed era stata valutata idonea per accogliere un bambino abbandonato. Enea sta bene, è un bel bambino di circa una settimana di vita ed è coccolato da medici e infermiere. E' monitorato dell'équipe della Neonatologia e Terapia intensiva neonatale e nutrito con il latte delle donatrici che alimentano la Banca del latte materno".
Il post critico di Selvaggia Lucarelli
Tra i commenti più critici agli appelli di Ezio Greggio e dei giornali che hanno rilanciato la notizia del piccolo Enea, in patticolare quello della giornalista Selvaggia Lucarelli
Sto leggendo gli articoli (ovunque) su questa madre che avrebbe lasciato il proprio neonato in quella che oggi si chiama Culla per la vita e prima si chiamava Ruota dell’abbandono. Un luogo sicuro collegato ad un ospedale in cui lasciare un bambino che non si vuole o non si può crescere. Un servizio giusto, se non fosse che nel momento in cui tu offri quel servizio per evitare che una madre, magari incapace di gestire la situazione, magari spaventata all’idea di doversi rivelare o dover dare spiegazioni, sarebbe cosa opportuna rispettare il silenzio. Il silenzio di chi ha preso una decisione cercando l’anonimato.
Il chiasso di questi giorni è indelicato e profondamente sbagliato. Il Policlinico ha diffuso la notizia, ha condiviso con la stampa il testo della lettera lasciata dalla madre, ci si è lanciati in identikit parlando di giovane età visto lo slang “giovanile” della lettera. Il primario, addirittura, ha rilasciato un’intervista parlando di sconfitta della società e invitando la madre a ripensarci, se vorrà. Ecco. Se io decidessi di non tenere mio figlio vorrei tutto tranne questo.
Leggere sui giornali i titoli sulla mia scelta, il nome del bambino, i giudizi altrui, il testo della mia lettera spiattellato, il primario che ritiene la mia decisione una sconfitta per tutto il paese che non ha saputo ascoltare il mio grido di dolore (ma chi l’ha detto, poi?). Insomma. Non sbandierate queste opportunità come prova di grande civiltà se poi la scelta di una madre anonima la gestite come un lancio stampa di Sanremo. E non stupitevi, soprattutto, se la prossima madre, magari spaventata dall’eventuale clamore, il neonato lo lascia in un cassonetto.
P.s. Ora abbiamo anche Greggio che fa l’appello perché la donna ci ripensi. Ovviamente il padre non pervenuto, lui ha il diritto all’oblio.