Voleva far entrare la droga in carcere

Voleva far entrare la droga in carcere
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BIELLA - E’ accusata d’aver cercato di portare in carcere a Biella sei pasticche di una sostanza stupefacente nota anche come subutex, utilizzata in farmacia come analgesico e come farmaco per il trattamento delle dipendenze da oppiacei. E’ a sua volta un oppiaceo di cui, in ogni caso, sono vietati detenzione e spaccio.

Finita nei guai, Caterina Arena, 72 anni, di Robella, in provincia di Asti, ha preferito non presentarsi in aula nei giorni scorsi per l’udienza preliminare davanti al giudice Anna Ferretti. Era difesa dall’avvocato Massimo Pozzo. Accusata della violazione della legge che regola la detenzione e lo spaccio di droga, la donna è stata rinviata a giudizio per l’udienza del 15 giugno del prossimo anno davanti al Tribunale in composizione collegiale, quando avrà la possibilità di ribattere alle accuse ed eventualmente discolparsi.

L’imputata era stata fermata il 15 gennaio dell’anno scorso dagli agenti della Polizia penitenziaria nel momento in cui si stava recando in parlatorio. Proprio durante il colloquio con un detenuto, si sospetta che avrebbe dovuto disfarsi delle pasticche di subutex. Nello stesso giorno era finita nei guai per lo stesso motivo anche un’altra donna, di 58 anni. Quando la notizia era stata resa pubblica, era emerso che, in realtà, le due donne sarebbero state tenute d’occhio ormai da tempo. Quando gli agenti avevano avuto sentore che le avrebbero incastrate, erano intervenuti e le avevano bloccate, una al mattino, l’altra al pomeriggio. Entrambe avevano nascosto le pasticche nelle parti intime e nelle mutande. La più giovane era stata inoltre trovata in possesso di un coltello a serramanico.

Gli agenti della Polpenitenziaria in servizio a Biella, avevano ottenuto l’ausilio dei colleghi dell’unità cinofila di Asti, intervenuta con i cani Nitro e Bonnye, entrambi di razza pastore belga malinois.

V.Ca.

BIELLA - E’ accusata d’aver cercato di portare in carcere a Biella sei pasticche di una sostanza stupefacente nota anche come subutex, utilizzata in farmacia come analgesico e come farmaco per il trattamento delle dipendenze da oppiacei. E’ a sua volta un oppiaceo di cui, in ogni caso, sono vietati detenzione e spaccio.

Finita nei guai, Caterina Arena, 72 anni, di Robella, in provincia di Asti, ha preferito non presentarsi in aula nei giorni scorsi per l’udienza preliminare davanti al giudice Anna Ferretti. Era difesa dall’avvocato Massimo Pozzo. Accusata della violazione della legge che regola la detenzione e lo spaccio di droga, la donna è stata rinviata a giudizio per l’udienza del 15 giugno del prossimo anno davanti al Tribunale in composizione collegiale, quando avrà la possibilità di ribattere alle accuse ed eventualmente discolparsi.

L’imputata era stata fermata il 15 gennaio dell’anno scorso dagli agenti della Polizia penitenziaria nel momento in cui si stava recando in parlatorio. Proprio durante il colloquio con un detenuto, si sospetta che avrebbe dovuto disfarsi delle pasticche di subutex. Nello stesso giorno era finita nei guai per lo stesso motivo anche un’altra donna, di 58 anni. Quando la notizia era stata resa pubblica, era emerso che, in realtà, le due donne sarebbero state tenute d’occhio ormai da tempo. Quando gli agenti avevano avuto sentore che le avrebbero incastrate, erano intervenuti e le avevano bloccate, una al mattino, l’altra al pomeriggio. Entrambe avevano nascosto le pasticche nelle parti intime e nelle mutande. La più giovane era stata inoltre trovata in possesso di un coltello a serramanico.

Gli agenti della Polpenitenziaria in servizio a Biella, avevano ottenuto l’ausilio dei colleghi dell’unità cinofila di Asti, intervenuta con i cani Nitro e Bonnye, entrambi di razza pastore belga malinois.

V.Ca.

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