UNA VITA SALVATA

Ventenne colta da ictus cerebrale salvata dai cardiologi di Biella

La giovane vittima di una patologia rara: "Un "buchetto” che solitamente si chiude dopo la nascita e che nel suo caso è aperto: una piccolissima parte di questi casi provoca embolismo arterioso e ictus ischemico giovanile".

Ventenne colta da ictus cerebrale salvata dai cardiologi di Biella
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Una ragazza biellese di 20 anni,  colpita da ictus cerebrale, che rischiava di provocare un'embolia letale, è stata salvata nei giorni scorsi dall’équipe di cardiologia interventistica dell’Asl di Biella. A causare l'ictus - siegano i cardiologi dell'AslBi -  è stata un’anomalia cardiaca caratterizzata dalla presenza di un piccolo buco tra l’atrio sinistro e l’atrio destro, clinicamente detto "forame ovale pervio".

Una tecnica mini invasiva per salvare la vita alla ventenne

"L’équipe di emodinamica è intervenuta con tecnica mini invasiva, senza tagli, accedendo con catetere dalla vena  femorale e applicando un device che ha la forma di un ombrellino - si legge in una nota dell'Asl - In questo modo è stato possibile chiudere il foro rimasto pervio. Nella circolazione fetale questo foro aperto consente l’ossigenazione del bambino attraverso la mamma, ma dovrebbe chiudersi dopo la nascita. In una percentuale di pazienti tale “buchetto” rimane aperto e, di questi, una piccolissima parte è causa di embolismo arterioso e ictus ischemico giovanile.

Una procedura eseguita in sala di emodinamica ma che ha visto lavorare in sinergia più professionisti della cardiologia tutti estremamente importanti per la buona riuscita dell’intervento. Insieme al dott. Orazio Viola, emodinamista e primo operatore, c’erano il dott. Biondino Marenna (elettrofisiologo), la Dr.ssa Federica Marrara (ecocardiografista), il dott. Pierluigi Soldà - in qualità sia di Responsiabile dell’Emodinamica, sia di Responsabile facente funzioni della struttura di Cardiologia - e tutto il personale tecnico-infermieristico presente sempre durante interventi di tale natura.

La Struttura Complessa di Cardiologia dell’ASL di Biella da sempre è impegnata a rispondere alle esigenze del territorio, negli anni sono sempre più numerose le procedura interventistiche eseguite che hanno permesso di trattare sempre più pazienti senza necessità di trasferimento presso altri ospedali.

"L'attività del reparto non si è mai fermata durante la Pandemia"

"L’attività salvavita non si è mai fermata, nemmeno in questo periodo di pandemia e di emergenza legato al COVID-19 - sottolinea l'Asl - Rispetto ai mesi di marzo-aprile 2020 le attività ordinarie e quelle legate alle sale di emodinamica ed elettrofisiologia sono state costanti e quotidiane. Ancora più significativo è  stato l’aumento delle attività legate alle procedure urgenti per il trattamento degli infarti".  ​

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