Vandali contro il pulmino per i malati

Vandali contro il pulmino  per i malati
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VALLE MOSSO - «Se mi avessero dato un pugno mi avrebbe fatto meno male». Le parole tristi e toccanti di Pierino Crepaldi dicono tutto. Per questa creatura che in diciott’anni, dal lontano 1999, è cresciuta senza mai arrestarsi, progredendo senza sosta con la sua voglia di fare del bene,  lui ha dato cuore e anima. Ci ha messo tutto. E oggi, senza un apparente perché, improvvisamente, quasi dal nulla, il colpo che nessuno si aspettava lo ha squassato con rabbia. Ma anche dopo un iniziale momento di sconforto, alla fine Crepaldi - storico presidente del Volontariato Auser Vallestrona, uno dei primi sodalizi nati in zona a favore delle persone meno fortunate e bisognose - ha deciso: continuerò  a fare quel che faccio. Continueremo tutti insieme. Perché l’atto di quel vandalo che nella notte tra domenica lunedì si è divertito a squarciare tutte le quattro gomme del pulmino a nove posti utilizzato per trasportare i malati di Alzheimer al centro diurno di Trivero non può vincere. Non può essere una scusa sufficiente per mettere la parola fine a una storia di solidarietà lunga due decenni. 

Il gesto dell’ignoto, o degli ignoti, che hanno preso di mira il pulmino - parcheggiato quella notte, come sempre in settimana, nella piazza della farmacia di Crocemosso, nei cui pressi vive uno dei due autisti - è più di un semplice atto di vandalismo. E’ una ferita a un intero territorio. Da sempre, infatti, la Valle sente il Volontariato Vallestrona come qualcosa che appartiene alla collettività, un servizio di tutti. Cui tutti cercano di dare una mano, chi collaborando, chi porgendo offerte, chi usufruendo di quel che mette a disposizione. «In diciott’anni, mai un problema», afferma affranto il presidente Crepaldi, raccontando che il pulmino è stato messo fuori gioco proprio poco prima di tornare in servizio: «Il mattino del lunedì, alle sette e mezza, avrebbe dovuto riprendere il suo classico giro, per raccogliere i sette pazienti e portarli come ogni giorno al centro triverese, dove ricevono terapie quotidiane contro l’Alzheimer». Contro di loro, dunque, e non tanto contro il sodalizio è stato letto il gesto dei vandali: «Chi ha strappato le valvole delle gomme - fa notare il presidente - non si rende conto di aver colpito dei malati, che hanno bisogno di cura. E che quel giorno hanno rischiato di non poter accedere alla loro terapia». Un rischio fortunatamente sventato alla fine, ma solo grazie alla disponibilità dei volontari Auser, che si sono messi in campo con le loro auto private: «Abbiamo avvisato tutti telefonicamente di non uscire in strada e attenderci nelle loro case - spiega Crepaldi -.  Poi una macchina  ha raccolto i pazienti tra Lessona, Masserano e Cossato, l’altra tra Bioglio, Pettinengo e Mosso. E li hanno portati al Centro che li attendeva». 

Il dolore però resta. E pare non esserci spiegazione. «Non abbiamo mai avuto nulla da dire con nessuno - racconta ancora il presidente -, anche il Comune ci aiuta. Non riusciamo proprio a comprendere i motivi di un tale gesto». E mentre le ipotesi oscillano tra la semplice ragazzata e un cattivo dispetto, tutto resta adesso nelle mani dei carabinieri, i quali si sono fatti carico di indagare a fondo nel tentativo di capirne di più. «Noi intanto continuiamo, e non ci arrendiamo», ribadisce Crepaldi. Sfoderando un’ostinazione che non è solo frutto di sensibilità, ma anche dei grandi risultati ottenuti nel corso degli anni: «Oggi contiamo 180 tesserati, 40 soci attivi e 8 mezzi in dotazione - puntualizza -. Nel solo 2016 abbiamo effettuato 14.400 servizi, percorrendo 172mila chilometri per 22mila ore di servizio. Trasportiamo malati alle case di riposo, agli ospedali e case di cura anche in tutta Italia, accompagnamo i pazienti al Centro Alzheimer, al Cim, alla Domus, alla Paruzza, ma seguiamo anche gli anziani che devono semplicemente andare a fare la spesa. Insomma: per chi ha bisogno, noi ci siamo. E se a tutto questo aggiungiamo il corso di computer, le ore di riabilitazione per ragazzi autistici, gli incontri di “palestra della memoria” e le lezioni di ginnastica dolce che promuoviamo, il quadro delle nostre offerte è completo. Di due sole cose abbiamo bisogno in cambio dalla popolazione: di aiuto e di qualche offerta libera, per consentirci di coprire le spese per i mezzi. Tutto qui. Niente di più. E allora, mi dica lei: perché meriteremmo che qualcuno ci faccia del male?».

Veronica Balocco

VALLE MOSSO - «Se mi avessero dato un pugno mi avrebbe fatto meno male». Le parole tristi e toccanti di Pierino Crepaldi dicono tutto. Per questa creatura che in diciott’anni, dal lontano 1999, è cresciuta senza mai arrestarsi, progredendo senza sosta con la sua voglia di fare del bene,  lui ha dato cuore e anima. Ci ha messo tutto. E oggi, senza un apparente perché, improvvisamente, quasi dal nulla, il colpo che nessuno si aspettava lo ha squassato con rabbia. Ma anche dopo un iniziale momento di sconforto, alla fine Crepaldi - storico presidente del Volontariato Auser Vallestrona, uno dei primi sodalizi nati in zona a favore delle persone meno fortunate e bisognose - ha deciso: continuerò  a fare quel che faccio. Continueremo tutti insieme. Perché l’atto di quel vandalo che nella notte tra domenica lunedì si è divertito a squarciare tutte le quattro gomme del pulmino a nove posti utilizzato per trasportare i malati di Alzheimer al centro diurno di Trivero non può vincere. Non può essere una scusa sufficiente per mettere la parola fine a una storia di solidarietà lunga due decenni. 

Il gesto dell’ignoto, o degli ignoti, che hanno preso di mira il pulmino - parcheggiato quella notte, come sempre in settimana, nella piazza della farmacia di Crocemosso, nei cui pressi vive uno dei due autisti - è più di un semplice atto di vandalismo. E’ una ferita a un intero territorio. Da sempre, infatti, la Valle sente il Volontariato Vallestrona come qualcosa che appartiene alla collettività, un servizio di tutti. Cui tutti cercano di dare una mano, chi collaborando, chi porgendo offerte, chi usufruendo di quel che mette a disposizione. «In diciott’anni, mai un problema», afferma affranto il presidente Crepaldi, raccontando che il pulmino è stato messo fuori gioco proprio poco prima di tornare in servizio: «Il mattino del lunedì, alle sette e mezza, avrebbe dovuto riprendere il suo classico giro, per raccogliere i sette pazienti e portarli come ogni giorno al centro triverese, dove ricevono terapie quotidiane contro l’Alzheimer». Contro di loro, dunque, e non tanto contro il sodalizio è stato letto il gesto dei vandali: «Chi ha strappato le valvole delle gomme - fa notare il presidente - non si rende conto di aver colpito dei malati, che hanno bisogno di cura. E che quel giorno hanno rischiato di non poter accedere alla loro terapia». Un rischio fortunatamente sventato alla fine, ma solo grazie alla disponibilità dei volontari Auser, che si sono messi in campo con le loro auto private: «Abbiamo avvisato tutti telefonicamente di non uscire in strada e attenderci nelle loro case - spiega Crepaldi -.  Poi una macchina  ha raccolto i pazienti tra Lessona, Masserano e Cossato, l’altra tra Bioglio, Pettinengo e Mosso. E li hanno portati al Centro che li attendeva». 

Il dolore però resta. E pare non esserci spiegazione. «Non abbiamo mai avuto nulla da dire con nessuno - racconta ancora il presidente -, anche il Comune ci aiuta. Non riusciamo proprio a comprendere i motivi di un tale gesto». E mentre le ipotesi oscillano tra la semplice ragazzata e un cattivo dispetto, tutto resta adesso nelle mani dei carabinieri, i quali si sono fatti carico di indagare a fondo nel tentativo di capirne di più. «Noi intanto continuiamo, e non ci arrendiamo», ribadisce Crepaldi. Sfoderando un’ostinazione che non è solo frutto di sensibilità, ma anche dei grandi risultati ottenuti nel corso degli anni: «Oggi contiamo 180 tesserati, 40 soci attivi e 8 mezzi in dotazione - puntualizza -. Nel solo 2016 abbiamo effettuato 14.400 servizi, percorrendo 172mila chilometri per 22mila ore di servizio. Trasportiamo malati alle case di riposo, agli ospedali e case di cura anche in tutta Italia, accompagnamo i pazienti al Centro Alzheimer, al Cim, alla Domus, alla Paruzza, ma seguiamo anche gli anziani che devono semplicemente andare a fare la spesa. Insomma: per chi ha bisogno, noi ci siamo. E se a tutto questo aggiungiamo il corso di computer, le ore di riabilitazione per ragazzi autistici, gli incontri di “palestra della memoria” e le lezioni di ginnastica dolce che promuoviamo, il quadro delle nostre offerte è completo. Di due sole cose abbiamo bisogno in cambio dalla popolazione: di aiuto e di qualche offerta libera, per consentirci di coprire le spese per i mezzi. Tutto qui. Niente di più. E allora, mi dica lei: perché meriteremmo che qualcuno ci faccia del male?».

Veronica Balocco

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