Una sola coltellata ha reciso la gola di Stefano
Prime risultanze dell'autopsia. Ci sarebbe un supertestimone che avrebbe visto bene il killer.
Una sola coltellata che ha reciso la gola di Stefano.
Lama affilatissima
Stefano Leo, 33 anni, di Biella, commesso alla K-Way di Torino da un paio di mesi, è stato ucciso da un coltello di grosse dimensioni. La lama, affilatissima, ha reciso persino la trachea del giovane che è morto in pochi secondi. È questo il risultato dell’autopsia sul corpo del giovane assassinato sabato 23 febbraio scorso ai Murazzi, a Torino.
C'è un supertestimone
Non ci sono contusioni, non è stata un'aggressione a scopo di rapina: un solo taglio netto che ha squarciato la gola di Stefano, un bravo ragazzo che piaceva a tutti, pacifista, che mai avrebbe litigato con qualcuno per strada. Ci sarebbe un supertestimone. Che negherebbe il primo identikit del killet che parlava di un giovane con i capelli lunghi raccolti tipo rasta.
L'ultimo identikit del killer
L'ultima descrizione - che troverebbe conferma dalle immagini registrate dalle telecamere della zona - è completamento opposta. Il testimone ha spiegato ai carabinieri che il killer si è allontanato e si è mescolato tra la gente. Che era vestito in modo relativamente elegante e aveva i capelli rasati ai lati. Secondo il medico legale, Roberto Testi, uno dei migliori in circolazione, è impossibile stabilire se l’assassino fosse alle spalle o di fronte al biellese. L'ipotesi più probabile mette i brividi: il killer avrebbe guardato Stefano negli occhi mentre affondava il coltello.
Anima bella
Ieri i colleghi di lavoro del negozio K-way di via Roma, dove Stefano lavorava da dicembre, hanno portato un mazzo di fiori sul luogo del delitto. Con un biglietto. C'era scritto: «Ciao anima bella».
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