Un’opera d’arte per Deborah Rizzato

TRIVERO - La fredda mattina del 22 novembre 2005, in un’umida atmosfera offuscata dalla nebbia e dal buio, un fagotto di vestiti crolla a terra senza più anima, nel parcheggio di una fabbrica di frazione Fila. Si porta via in un secondo, incisi dalla lama tagliente di un coltello insanguinato, la vita, i sogni, le speranze, il futuro di una giovane operaia venticinquenne. Lei si chiama Deborah Rizzato. E lui, la mano che agita quel coltello maledetto, Emiliano Santangelo, 32 anni, di Carema. Si conoscono. Undici anni prima, quando lei aveva appena 14 anni, l’aveva violentata. Era stato allora, in quel gesto di atroce possesso, che aveva preso il via il percorso più doloroso e terrificante che Deborah avesse mai dovuto attraversare. Tre anni di galera per lui. Poi la libertà. E la ripresa di una sofferenza fatte di persecuzioni e paura, di denunce e di frustrazione. Sino all’esito finale, quella mattina di novembre.
A undici anni dalla tragedia costata la vita a una delle donne diventate poi simbolo della lotta contro i femminicidi, in un caso fattosi anche ispiratore della legge a tutela delle vittime di stalking, Trivero - il paese in cui Deborah lavorava ed è stata uccisa - rende omaggio a quel dolore. A quel fagotto di vestiti crollato a terra con il suo bagaglio di speranze. E lo fa senza clamori, ma con un evento altamente simbolico, originariamente ispirato dalla grande sensibilità di una donna in prima fila non solo in politica, ma anche per impegno a favore delle donne: la senatrice Nicoletta Favero. «Su suo spunto abbiamo deciso di cogliere l’occasione della Giornata contro la violenza sulle donne - spiega l’assessore alle Politiche sociali Elisabetta Prederigo - per celebrare concretamente il ricordo di Deborah e quello di tutte le donne che subiscono violenza». A dare un senso alla memoria, in particolare, sarà un’opera d’arte povera - realizzata dall’Associazione Materiali di ScARto di Torino - che verrà poi posizionata nella sala consiliare del Municipio. «Si tratta di un monito - aggiunge l’assessore -, che simbolegga l’impegno del territorio in difesa delle donne e a favore di percorsi educativi finalizzati ad evitare altri casi di amore malsano». «Guardiamo infatti proprio al futuro - prosegue l’assessore alla Cultura Gabriella Maffei -: il nostro intento è infatti quello di attivare, partendo da un primo evento in programma per dabato 19 al teatro Giletti, un vero e proprio percorso che ogni anno ci consentirà di ricordare, commemorare, omaggiare, sostenere le donne vittime di violenza. E’ un tema che non intendiamo dimenticare, ma che terremo vivo nel futuro».ù
E così, a celebrare il ricordo di Deborah e l’arrivo in paese dell’opera d’arte che ne terrà viva la memoria sarà un appuntamento in programma al teatro di Ponzone alle 17 di sabato 19. Alla presenza della senatrice Favero, di Pierpaola Pomati del Cissabo, delle rappresentanti dello sportello “Non sei sola”, dell’associazione Paviol, di Voci di donna, il pubblico potrà assistere ad un sobrio momento dedicato a letture e musiche a tema. Un momento cui hanno confermato la presenza anche i famigliari di Deborah Rizzato. Nel ricordo di un fatto atroce, di una perdita incolmabile, ma anche nella consapevolezza che casi simili, con un grande collettivo impegno, si possono evitare.
Veronica Balocco
TRIVERO - La fredda mattina del 22 novembre 2005, in un’umida atmosfera offuscata dalla nebbia e dal buio, un fagotto di vestiti crolla a terra senza più anima, nel parcheggio di una fabbrica di frazione Fila. Si porta via in un secondo, incisi dalla lama tagliente di un coltello insanguinato, la vita, i sogni, le speranze, il futuro di una giovane operaia venticinquenne. Lei si chiama Deborah Rizzato. E lui, la mano che agita quel coltello maledetto, Emiliano Santangelo, 32 anni, di Carema. Si conoscono. Undici anni prima, quando lei aveva appena 14 anni, l’aveva violentata. Era stato allora, in quel gesto di atroce possesso, che aveva preso il via il percorso più doloroso e terrificante che Deborah avesse mai dovuto attraversare. Tre anni di galera per lui. Poi la libertà. E la ripresa di una sofferenza fatte di persecuzioni e paura, di denunce e di frustrazione. Sino all’esito finale, quella mattina di novembre.
A undici anni dalla tragedia costata la vita a una delle donne diventate poi simbolo della lotta contro i femminicidi, in un caso fattosi anche ispiratore della legge a tutela delle vittime di stalking, Trivero - il paese in cui Deborah lavorava ed è stata uccisa - rende omaggio a quel dolore. A quel fagotto di vestiti crollato a terra con il suo bagaglio di speranze. E lo fa senza clamori, ma con un evento altamente simbolico, originariamente ispirato dalla grande sensibilità di una donna in prima fila non solo in politica, ma anche per impegno a favore delle donne: la senatrice Nicoletta Favero. «Su suo spunto abbiamo deciso di cogliere l’occasione della Giornata contro la violenza sulle donne - spiega l’assessore alle Politiche sociali Elisabetta Prederigo - per celebrare concretamente il ricordo di Deborah e quello di tutte le donne che subiscono violenza». A dare un senso alla memoria, in particolare, sarà un’opera d’arte povera - realizzata dall’Associazione Materiali di ScARto di Torino - che verrà poi posizionata nella sala consiliare del Municipio. «Si tratta di un monito - aggiunge l’assessore -, che simbolegga l’impegno del territorio in difesa delle donne e a favore di percorsi educativi finalizzati ad evitare altri casi di amore malsano». «Guardiamo infatti proprio al futuro - prosegue l’assessore alla Cultura Gabriella Maffei -: il nostro intento è infatti quello di attivare, partendo da un primo evento in programma per dabato 19 al teatro Giletti, un vero e proprio percorso che ogni anno ci consentirà di ricordare, commemorare, omaggiare, sostenere le donne vittime di violenza. E’ un tema che non intendiamo dimenticare, ma che terremo vivo nel futuro».ù
E così, a celebrare il ricordo di Deborah e l’arrivo in paese dell’opera d’arte che ne terrà viva la memoria sarà un appuntamento in programma al teatro di Ponzone alle 17 di sabato 19. Alla presenza della senatrice Favero, di Pierpaola Pomati del Cissabo, delle rappresentanti dello sportello “Non sei sola”, dell’associazione Paviol, di Voci di donna, il pubblico potrà assistere ad un sobrio momento dedicato a letture e musiche a tema. Un momento cui hanno confermato la presenza anche i famigliari di Deborah Rizzato. Nel ricordo di un fatto atroce, di una perdita incolmabile, ma anche nella consapevolezza che casi simili, con un grande collettivo impegno, si possono evitare.
Veronica Balocco