Truffa col computer del nonno

Truffa col computer del nonno
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Per truffare gli ignari internauti a caccia d’affari nel ciberspazio, utilizzava la connessione internet intestata in modo fittizio al nonno. Non è stato però furbo a sufficienza per raggirare anche gli esperti della Polizia postale di Biella che sono riusciti a rintracciare nei meandri elettronici della rete il suo indirizzo “Ip” (Internet Protocol) e a collegare ad esso un nome e un volto non di una persona anziana bensì di un giovanotto avvezzo a tastiere e computer. Nei guai è finito Marco C., 20 anni, arcinoto dalle forze dell’ordine per reati analoghi.

Nel frattempo finito in carcere in viale dei Tigli per altri fatti, il giovane dovrà rispondere in Tribunale di truffa aggravata per aver spillato dei soldi a un internauta prospettandogli la vendita di un telefono cellulare di marca a un prezzo più che abbordabile. Per la Polposta si tratta, dall’inizio dell’anno, della truffa scoperta numero ventitré.
Ma torniamo al cosiddetto “indirizzo Ip”. I truffatori più smaliziati possono avvalersi di accorgimenti neanche troppo sofisticati per rendere irrintracciabile tale segnale. Semplificando, un indirizzo Ip può essere visto come l’equivalente di un indirizzo stradale o un numero telefonico dei dispositivi collegati su internet. Infatti, così come un indirizzo stradale o un numero di telefono identificano un edificio o un telefono, così un indirizzo “Ip” identifica in modo univoco uno specifico computer o un qualsiasi altro dispositivo di rete o addirittura una rete. A sua volta, in una rete, possono essere utilizzati altri indirizzi Ip validi a livello locale, in modo analogo alla numerazione degli interni di un edificio.
Marco C. - secondo la Polposta - avrebbe scoperto da tempo quanto possa essere remunerativo, facile e quasi sicuro, introdurre “specchietti per le allodole” su siti specializzati nella vendita di oggetti usati e ricavare in tal modo soldi facili. Nel caso in questione, il presunto truffatore ha pubblicato l’annuncio di un cellulare Nokia N97, di qualche anno fa ma ancor appetibile, al presso di 170 euro. Un buon affare che ha attirato in poche ore un acquirente il quale ha subito pagato ma non ha mai ricevuto la merce. A contattare il venditore ci ha anche provato, ma ormai il raggiro era riuscito. In ultima battuta, l’internauta truffato si è rivolto ai gestori del sito (www.subito.it) che hanno cancellato l’account. Ha quindi presentato denuncia negli uffici della Polizia postale.
V.Ca.

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