il caso

Trecento reti insetticide per combattere la Popillia

Il coleottero che si ciba di quasi 300 specie tra piante e frutti, sta distruggendo diverse coltivazioni anche nel Biellese

Trecento reti insetticide per combattere la Popillia
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Trecento reti insetticide per combattere la Popillia.

Il problema infesta anche il Biellese

Il “flagello” è partito qualche anno fa. Le prime segnalazioni della sua presenza arrivano dalla zona dell’aeroporto della Malpensa. Qui il coleottero popillia japonica ha fatto diversi danni alle coltivazioni e alle piante da frutto. Le conseguenze non sono tardate ad arrivare anche nel Biellese, in particolare nel sud della Provincia, tra i campi di Salussola, Cavaglià, Mottalciata e al confine con il Vercellese. Ma anche a Vigliano. Per questo motivo il Settore Fitosanitario e servizi tecnico scientifici della Regione, in collaborazione con l’Ente di gestione delle aree protette del Ticino e del lago Maggiore, ha attivato, fin dal 2014, interventi di monitoraggio, contenimento e contrasto alla diffusione dell’insetto. E anche nel Biellese sono arrivate delle reti insetticide con tanto di cartello di avviso, piazzate per cercare di contrastare un fenomeno assai problematico.

Si nutre di tantissime specie

L’insetto si nutre delle foglie, dei fiori e dei frutti di più di 300 specie, sia spontanee che coltivate, appartenenti a 79 famiglie tra cui le leguminose e le malvacee. «Queste reti hanno un feromone all’interno che attira l’insetto, qui entra in gioco un forte insetticida, tarato appositamente, che uccide il coleottero - spiega Paolo Camerano, esperto dell’Ipla, l’istituto che si occupa della problematica - in una fascia di 2-3 km ne sono state posizionate circa 300. Ora stiamo raccogliendo dei dati per poter avere dei risultati, ma gli effetti dell’azione si potranno valutare solo il prossimo anno».

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