Torna libero il senatore Piccioni

Torna libero il senatore Piccioni
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E’ tornato in libertà il senatore Lorenzo Piccioni, dopo che era finito ai domiciliari con l’accusa di peculato e corruzione nell’ambito di un’indagine della Guardia di Finanza su presunti illeciti legati alla gestione di una discarica a Mazzarrà Sant’Andrea, comune della Sicilia. Il tribunale del riesame giovedì ha accettato il ricorso del senatore che vive a Castelletto Cervo anche se lavora a Vercelli da anni. «Sono sereno come lo ero anche quando mi trovavo ai domiciliari - sottolinea lo stesso Piccioni -. Da venerdì, dopo 20 giorni chiuso in casa, sono potuto tornare al lavoro nel mio ufficio. Ora, dopo questo primo passo, mi auguro di poter spiegare quanto mi viene contestato. Sono fiducioso». 
Secondo Piccioni l’accusa di peculato non regge. «Peculato è come un’appropriazione indebita. Quando ero amministratore della Tirennoambiente non ho versato il “giusto indennizzo” al Comune dove si trovava la discarica per una semplice ragione. La società si trovava in quel momento senza soldi, vantava molti crediti ma non liquidità. Da qui, dunque, la decisione di non pagare». Ricostruzione contenuta anche nel ricorso presentato al Tribunale del riesame. «Per la corruzione mi si imputa il versamento di 2mila euro al parroco per l’organizzazione della Festa dell’Immacolata. Un evento importante per tutta la comunità. Poi, leggendo le carte ho scoperto che le cose erano leggermente diverse. Ma io quei fondi li ho deliberati solo per la ricorrenza, non sapevo altro». 
In libertà, dopo essere stato ai domiciliari, anche Giuseppe Antonioli, novarese ed ex amministratore della Tirrenoambiente. Sono stati scarcerati, invece, l’ex amministratore delegato di Tirrenoambiente, Pino Innocenti, e l’ex sindaco di Mazzarrà Sant’Andrea, Salvatore Bucolo, ora ai domiciliari. 
Enzo Panelli

E’ tornato in libertà il senatore Lorenzo Piccioni, dopo che era finito ai domiciliari con l’accusa di peculato e corruzione nell’ambito di un’indagine della Guardia di Finanza su presunti illeciti legati alla gestione di una discarica a Mazzarrà Sant’Andrea, comune della Sicilia. Il tribunale del riesame giovedì ha accettato il ricorso del senatore che vive a Castelletto Cervo anche se lavora a Vercelli da anni. «Sono sereno come lo ero anche quando mi trovavo ai domiciliari - sottolinea lo stesso Piccioni -. Da venerdì, dopo 20 giorni chiuso in casa, sono potuto tornare al lavoro nel mio ufficio. Ora, dopo questo primo passo, mi auguro di poter spiegare quanto mi viene contestato. Sono fiducioso». 
Secondo Piccioni l’accusa di peculato non regge. «Peculato è come un’appropriazione indebita. Quando ero amministratore della Tirennoambiente non ho versato il “giusto indennizzo” al Comune dove si trovava la discarica per una semplice ragione. La società si trovava in quel momento senza soldi, vantava molti crediti ma non liquidità. Da qui, dunque, la decisione di non pagare». Ricostruzione contenuta anche nel ricorso presentato al Tribunale del riesame. «Per la corruzione mi si imputa il versamento di 2mila euro al parroco per l’organizzazione della Festa dell’Immacolata. Un evento importante per tutta la comunità. Poi, leggendo le carte ho scoperto che le cose erano leggermente diverse. Ma io quei fondi li ho deliberati solo per la ricorrenza, non sapevo altro». 
In libertà, dopo essere stato ai domiciliari, anche Giuseppe Antonioli, novarese ed ex amministratore della Tirrenoambiente. Sono stati scarcerati, invece, l’ex amministratore delegato di Tirrenoambiente, Pino Innocenti, e l’ex sindaco di Mazzarrà Sant’Andrea, Salvatore Bucolo, ora ai domiciliari. 
Enzo Panelli

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